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04/08/2016

Siria: guerra per procurazione Saudita

La tragedia del Mi-8 russo potrebbe degenerare in uno scontro diplomatico tra Russia e Stati Uniti se venisse confermato che ad abbattere il velivolo a rotore fosse stato un missile statunitense fornito all’opposizione moderata.

Andiamo con ordine. Lunedì scorso, un elicottero russo Mi-8, è stato abbattuto nella provincia siriana di Idlib. I tre membri dell’equipaggio ed i due ufficiali del Russian Center for Syrian Reconciliation, si trovavano a bordo del velivolo quando è stato abbattuto dal “fuoco nemico proveniente da terra”.

 

Tra questi anche una donna

I militari non dovrebbero essere sopravvissuti allo schianto.Secondo la versione ufficiale, l’elicottero aveva appena concluso una missione umanitaria nella zona di Aleppo ed era in rotta verso la base di Khmeimim. Secondo lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate Russe, “in base alle informazioni disponibili, l’elicottero è stato abbattuto da terra sopra l’area controllata delle forze armate del gruppo terroristico Dzhebhat en-Nusra che si è unito alla cosiddetta opposizione moderata. È stato un atto terroristico”.

Intanto il ruolo della missione, da alcuni immediatamente bollata come offensiva. Nelle foto diffuse sui social dai terroristi che hanno immediatamente saccheggiato la carcassa e banchettato sui corpi, sono chiaramente visibili  pod per razzi, probabilmente da 57 mm, e sistemi di guerra elettronica Vitebsk. In realtà, non c’è nulla di sorprendente. La flotta russa Mi-8 è utilizzata per il ponte umanitario nelle zone di guerra in Siria, ma operando in aree ostili deve necessariamente essere armata. È ritenuto, quindi, un equipaggiamento standard. Il numero di identificazione del relitto corrisponde infatti a quello di un elicottero armato, ma utilizzato per scopi di ricerca ed evacuazione medica.

L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, infine, conferma che “l’elicottero aveva effettivamente consegnato aiuti umanitari sopra i villaggi sciiti, nei pressi di Aleppo, circondati dalle forze di opposizione sunnite”. Nelle 24 ore precedenti, i russi avevano sganciato 6.500 kit alimentari su Aleppo.

Per approfondire: “Speriamo si sia salvata solo per essere stuprata”

La configurazione standard russa per missioni di volo in zone di conflitto, quindi, prevede una configurazione compatibile con quella del Mi-8 abbattuto. Certo, lo Stato Maggiore russo non avrebbe mai dovuto far volare degli elicotteri multiruolo come i Mi-8 senza delle piattaforme a rotore d’attacco come i Mil Mi-28N, così da scoraggiare azioni solitarie e fornire immediata capacità di saturazione. Ancora oggi, i corpi dei cinque militari russi sono in mano ai terroristi, sebbene Mosca stia ammassando forze specnaz a Khmeimim.

Ma cosa ha abbattuto il Mi-8? La risposta a questa domanda potrebbe avere delle ripercussioni precise. Mosca si limita a parlare di un “sistema d’arma”, non specificando altri dettagli. Eppure, considerando il contesto siriano, le opzioni disponibili sono sostanzialmente tre: un MANPADS, il fuoco di una o più mitragliatrici pesanti come la DSK o KPTV o, infine, l’artiglieria antiaerea nemica. Il Ministero della Difesa russo riconosce tre diverse tipologie di sistemi terra-aria presenti in Siria: gli Strela-2 ( SA-7 ‘Grail’), gli Igla-1 (SA-16 ‘Gimlet’) ed il cinese FN-6 (HY-6).

Ma se venisse confermato l’impiego di un sistema d’arma statunitense, le relazioni diplomatiche tra Usa e Russia potrebbero incrinarsi del tutto: ci sarebbe anche un precedente. Lo scorso dieci luglio, un Mi-25 siriano armato, versione per l’esportazione del Mi-24 russo, è stato abbattuto da un missile BMG-71 TOW americano, mentre volava a bassa quota. Entrambi i piloti russi morti.

La CIA fin dal 2014 forniva missili anticarro TOW, acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided, all’Esercito Siriano Libero ed ai gruppi che combattono contro il governo di Bashar al-Assad. I missili arrivavano in Siria dall’Arabia Saudita, dietro fornitura della CIA. Il piano, così come descritto dal Pentagono, aveva l’obiettivo di esercitare una sufficiente pressione militare contro le forze di Assad e convincerlo ad un compromesso politico. L’entrata in scena della Russia ha stravolto l’intera strategia della CIA e bloccato (da parte americana, non saudita) la fornitura dei missili anticarro. La CIA, infine, sarebbe dietro ad un altro programma (mai confermato) per la fornitura di missili anticarro Javelin ai curdi. Il sistema d’arma Javelin consente di agganciare e seguire autonomamente il bersaglio (modalità lancia e dimentica) grazie al targeting termico con un profilo di volo chiamato “Top Attack”: il missile a doppia testata in tandem colpisce il blindato dalla parte superiore, solitamente piatta, dove la corazza è più sottile. Prima di piombare sul bersaglio, il missile si innalza fino ad un massimo di 150 metri. Il Javelin ha già dimostrato di essere letale anche contro gli elicotteri a bassa quota. L’impiego di un missile statunitense per abbattere il Mi-8 russo potrebbe anche essere probabile. I servizi di intelligence occidentali non hanno mai avuto reale contezza del numero di missili antiaerei in mano ai ribelli ed alle organizzazioni terroristiche in Siria. Di fatto il contesto siriano si è  evoluto da tempo.

Per approfondire: Così Cia e sauditi hanno armato i ribelli

 

Lo Stato islamico possiede centinaia di MANPADS (sia della famiglia Strela che Stinger) trafugati prima dagli arsenali di Saddam e poi da quelli dell’esercito regolare lealista. Senza considerare, infine, gli oltre mille veicoli abbandonati dalle truppe regolari ed ottenuti dall’Isis senza colpo ferire: molti di questi erano dotati di armamento antiaereo supplementare. A questi numeri, del tutto sconosciuti, bisognerebbe aggiungere gli asset statunitensi forniti all’opposizione moderata. Dal 28 luglio scorso, Mosca ha attivato tre corridoi umanitari ad Aleppo, circondata dalle truppe lealiste, ma controllata dai gruppi radicali. Dal 30 settembre ad oggi, i russi hanno perso 19 soldati in Siria tre elicotteri e due cacciabombardieri.

FONTE http://www.occhidellaguerra.it/spetsnaz-per-recuperare-i-caduti-russi/