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30/08/2006

Lo Stato tollera il totalitarismo nazislamico

Ora sappiamo che l'Ucoii non sarà allontanata dalla Consulta per l'islam italiano. Il ministro Amato è soddisfatto per aver raccolto la condanna unanime dell'aberrante manifesto dell'Ucoii in cui paragonano le stragi naziste alle stragi israeliane. Anche se è mancata l'unica condanna che serviva: quella del presidente dell'Ucoii, Nour Dachan. Il pieno recupero dell'Ucoii avverrà prossimamente tramite la sua adesione alla «Carta dei valori e dei principi », proposta da Amato e a cui lo stesso Dachan concorrerà alla sua formulazione.
A questo punto è doveroso domandarsi: a chi serve tenere in vita una Consulta per l'islam italiano che si è rivelata una Consulta dell'Ucoii? Che si è ridotta a uno strumento degli estremisti islamici per accreditarsi come principali interlocutori del ministero dell'Interno, per intimidire e ricattare lo Stato, per consolidare il loro potere dentro e fuori dell'Italia. L'operazione salvacondotto dell’Ucoii salverà la faccia al governo, salverà la pelle all'Ucoii,manon risolverà il problema di fondo della maggioranza di musulmani moderati, laici, liberali, agnostici o atei, e di tutti noi italiani: la minaccia dell'ideologia e del potere degli estremisti islamici che monopolizzano le moschee.
Ed è così che sul piano del rigore il governo rischia di essere superato dai membri musulmani della Consulta — definiti «traditori» da Dachan — perché considerano l'Ucoii una calamità per l'insieme dei musulmani in Italia. Ebbene se il governo è pronto a chiudere un occhio sull'affermazione di un sistema di potere islamico dispotico e liberticida, i musulmani sono ahimè costretti a tenere ben aperti entrambi gli occhi per una ragione semplicissima: sono loro le principali vittime degli estremisti e dei terroristi islamici.
Eppure il ministro dell'Interno ha pieni poteri nella designazione dei membri di un organismo puramente consultivo, che rispondono direttamente a lui. Se anche la magistratura si è mossa contro l'Ucoii, forse Amato avrebbe quantomeno potuto decidere la sospensione di Dachan dalla Consulta nell'attesa dell'accertamento delle responsabilità penali. Se nei confronti dei cittadini italiani coinvolti in inchieste giudiziarie, per reati penali incompatibili con le loro funzioni, si applica la sospensione dalle cariche amministrative e talvolta da quelle politiche, perché mai lo stesso criterio non dovrebbe valere per gli estremisti islamici?
Arriviamo alla «Carta dei valori e dei principi». Amato si è limitato, formalmente, a redigere delle linee guida che ricalcano i principi della Costituzione. Messa così è del tutto decontestualizzata dalla realtà odierna, sarebbe potuta andar bene cinquant'anni fa e potrebbe andar bene tra cinquant’anni, così come potrebbe concernere gli italiani o gli immigrati sikh. Solo informalmente Amato ha accennato che nella Carta dovranno essere contemplati la condanna dell’Olocausto, il diritto di Israele all'esistenza e la rinuncia formale alla sharia, la legge islamica. Perché non sono stati messi nero su bianco questi e altri punti qualificanti della specifica questione dei musulmani in Italia, prima fra tutte il riscatto dellemoschee d'Italia dai predicatori d'odio che inneggiano al terrorismo che mira alla distruzione di Israele e all'annientamento della civiltà occidentale? È ipotizzabile che ciò avvenga quando, a partire dal 3 ottobre, tutti i 16 membri musulmani della Consulta formuleranno le loro proposte? Se oggi non si è avuto il coraggio di allontanare o semplicemente sospendere Dachan dalla Consulta, si arriverà domani a redigere una Carta inaccettabile dall'Ucoii? Eppure se correttamente il governo non negozia con l'opposizione i contenuti delle sue decisioni politiche, perché mai si deve mercanteggiare con gli estremisti islamici i termini di una Carta che dovrebbe regolamentare la formazione di un islam italiano?
Magdi Allam

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