Ok

En poursuivant votre navigation sur ce site, vous acceptez l'utilisation de cookies. Ces derniers assurent le bon fonctionnement de nos services. En savoir plus.

31/08/2006

La consulta islamica: inutile, anzi pericolosa!

Le polemiche finalmente scoppiate dopo l'incauta decisione dell'Ucoii di diffondere un annuncio sui giornali in cui paragonava Israele al nazismo evidenziano l'impossibilità di gestire la Consulta dell'Islam, organismo non solo inutile, ma intrinsecamente dannoso. L'Ucoii, come si sa, è una organizzazione musulmana che si muove nell'ambito della tradizione religiosa dei Fratelli Musulmani. Una volta presa la decisione di percorrere la strada intrapresa dalla Francia e di istituire una Consulta dell'Islam presso il ministero degli Interni, è stato giocoforza nominarvi un suo rappresentante, come ha fatto il ministro Pisanu. Questi, Dachan, il presdiente Ucoii, ha avuto così spazio per sviluppare la sua vocazione: usare della Consulta per ampliare al massimo il suo messaggio politico. L'Ucoii infatti non è solo un'organizzazione religiosa, è anche -caratteristica tipica dell'Islam, soprattutto quello fondamentalista- un vero e proprio partito politico che dice la sua su tutti i temi, inclusa la politica estera dell'Italia (in particolare sulla nostra presenza militare in Iraq). Il ministero degli Interni ha così offerto al islamismo fondamentalista uno strordinario megafono politico propagandistico e una eccellente occasione per aumentare il suo peso. L'errore compiuto a suo tempo dal ministro Pisanu è stato ampliato sino al parossisimo dal ministro Amato, che ha addirittura accettato, quale presidente della riunione, che nel giugno scorso di discutesse all'interno della Consulta di modifiche alla legge sulla cittadinanza degli stranieri. Gli extracomunitari musulmani,in quella occasione, hanno goduto di un privilegio assoluto -paradosso tipico della cultura politically correct- di discutere col ministro dei loro diritti civili e sociali e di avanzare le proprie richieste in una sede istituzionale di cui loro e solo loro possono disporre. Gli extracomunitari cristiani, o animisti, o atei, infatti, non hanno naturalmente diritto a nessuna istanza di questo tipo, che peraltro garantisce anche un enorme impatto mediatico. Una struttura che doveva trattare solo e unicamente di istanze religiose, si è così trasformata in una sede politico-istituzionale assolutamente impropria. Prigioniero di questo vizio d'origine, il ministro Amato ora ha riproposto in sede di Consulta un documento che dovrebbe vincolare i partecipanti al rispetto dei valori costituzionali, pena il loro allontanamento dalla Consulta. Si può stare certi che l'Ucoii lo firmerà e la farsa continuerà.
Il fatto è che quella della Consulta è una strada sbagliata e che va al più presto chiusa. Per una ragione di principio, perché -soprattutto per le caratteristiche politiche dell'Islam diventa per forza di cose una istanza politica e non solo religiosa- e poi perché nei fatti non funziona, non produce. Lo dimostra proprio l'esperienza francese. Iniziato sotto il governo socialista di Jospin, che la inventò -caso unico al mondo- il cammino della Consulta francese è stato accidentato e ora, dopo le prime elezioni dei suoi rappresentanti nelle moschee, è diventato caotico. I vari blocchi nazionali -che ovviamente sono anche politici- si neutralizzano a vicenda in una confusione e in polemiche tanto roventi, quanto sterili. Nel frattempo, a fronte dell'emergenza delle banlieues in fiamme, la Consulta francese non è servita a nulla, non ha saputo svolgere alcun ruolo, come d'altronde era ovvio.
L'unica soluzione seria è dunque che il ministro Amato ripensi dalle fondamenta la legittimità e l'utilità stessa della Consulta, prima che diventi sede di dibattiti politici infuocati circa il riconoscimento del matrimonio poligamico o altre amenità della sharia che l'Ucoii chiede che vengano permesse per legge per i musulmani italiani. La spinta maggiore in questo senso proviene da un dato di fatto di cui alla fine è indispensabile rendersi conto: l'Islam fondamentalista non solo è antisemita, ma propaganda anche principi contrari alla nostra Costituzione, là dove sostiene che la donna deve essere sottoposta alla autorità tutoria dell'uomo (dimezzamento dei suoi diritti civili, non religiosi) e che è proibito lasciare la comunità musulmana (ossessione dell'apostasia). Basta leggere l'infame commento al Corano di Hamza Piccardo a cura dell'Ucoii per rendersene conto (strano che né Pisanu, né Amato lo abbiano fatto: è aghiacciante). Lo stesso problema della cittadinanza degli extracomunitari islamici riporta a questo nodo: come è possibile pensare di aumentare la presenza nella nostra comunità nazionale di chi professa una religione che contrasta la nostra Costituzione?
Una volta abbandonato il percorso sterile e pericoloso della Consulta, si può e si deve iniziare l'unica strada praticabile, già indicata da Khaled Fuad Allam, deputato della Margherita: istituire una scuola per Imam e permettere che le moschee in Italia vengano rette solo da Imam autorizzati da questa struttura. Questo è esattamente quanto avviene in tutti i paesi musulmani, sia quelli democratici in pieno come la Turchia [bah!Democrazia formale non sostanziale! NDR], sia in quelli a democrazia nascente, come l'Indonesia, la Malesia e il Marocco, sia infine quelli a regime non democratico, Tunisia, Egitto ecc... Queste strutture sono composte da rappresentanti delle principali scuole coraniche, ma hanno un responsabile politico nominato dal governo.
Non si capisce perché in Italia chiunque possa autonominarsi Imam, mentre in tutto il mondo musulmano deve essere autorizzato da queste strutture a ricoprire questa carica e a gestire una moschea.
Solo da questo processo, dalla definizione di un Islam italiano regolamentato così come lo è peraltro in tutti i paesi muslmani, pluralista e democratico, può nascere una rappresentanza serie, funzionale e democratica dei musulmani.
Non c'è altra strada.

www.carlopanella.it

COMMENTO: sempre ottimo Carlo Panella, un po' ottimista sull'"islam italiano", uno specchietto per allodole.

Les commentaires sont fermés.