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19/12/2006

Giustizia islamo-buffonica in Libia

medium_280px-Muammar_al-Gaddafi.jpgLe cinque infermiere bulgare e il medico palestinese condannati a morte oggi da un tribunale di Tripoli sono accusati di aver volontariamente inoculato nel 1998 il virus dell'Aids a 426 bambini libici nell'ospedale Al Fateh di Bengasi, 52 dei quali sono poi morti.
LA PRIMA CONDANNA - Valya Chervenyashka, Snezana Dimitrova, Nasya Nenova, Valentina Siropulo, Kristiana Valceva e Ashraf Ahmad Jum'a che sono in carcere da 7 anni a Tripoli, accusati in pratica di aver usato i bambini come cavie per sperimentare su di loro il virus dell'Aids prodotto in laboratorio. I sei erano stati già condannati a morte in prima istanza, ma poi nel dicembre scorso la Corte suprema aveva ordinato un nuovo processo cominciato in maggio.
APPELLI SCIENTIFICI - Sulla vicenda sono intervenuti famosi scienziati, che dalle pagine delle più prestigiose riviste The Lancet, Science e Nature hanno lanciato appelli ma anche studi per tentare di scagionare gli operatori sanitari, spiegando che si tratta piuttosto di un errore giudiziario e che il virus Hiv in quell'ospedale era già diffuso prima dell'epidemia del 1998. Le perizie di esperti hanno ampiamente dimostrato che le infezioni sono solo la conseguenza delle pessime condizioni igienico-sanitarie della struttura ospedaliera, ma questi risultati non sono stati considerati dalla giustizia libica. Con la ricerca degli italiani pubblicata all'inizio del mese sulla rivista britannica Nature c'è una prova molecolare in più.
LE CURE - Dei 426 bambini infettati molti sono ora in cura in Italia, come all'ospedale Bambino Gesù e all'Istituto Spallanzani di Roma e al Meyer di Firenze. Nei mesi scorsi ha preso il via anche un progetto di cooperazione europeo tra l'Italia e la Libia per la cura e la formazione del personale sanitario.
19 dicembre 2006

 

COMMENTO: il pagliaccio col libretto verde, mandante terrorista della strage di Lockerbie, fa giustizia a modo suo. In pratica sta aspettando un'offerta finanziaria europea per liberare questi poveretti/e di prigione. Allah akbar!

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