31/03/2007
Coercizione, umiliazione, segregazione: la trinità islamica

I continuatori di Khomeini altro non fanno che proseguire sulla strada indicata dal loro leader. Un cammino apertosi come una frattura traumatica con il mondo esterno: l'occupazione dell'ambasciata Usa a Teheran nel 1979, seguita dalla lunga detenzione degli ostaggi. Una catena di episodi che rivela le capacità degli ayatollah nel mescolare i ricatti veri a quelli mediatici. Non hanno nulla da imparare dai macabri show di Al Zarkawi o del talebano Dadullah. Piuttosto sono quest'ultimi che hanno imitato il regime khomeinista. La «confessione» di Ghotbzadeh torna oggi alla memoria con i marines ripresi dalla televisione iraniana, costretti a riconoscere non solo le loro «colpe» ma a denunciare gli errori della politica britannica in Medio Oriente. Se i tagliagole di Bagdad usano il coltello, i ricattatori di Teheran utilizzano le immagini come lame affilate. E riescono a incidere nel tessuto internazionale. Le manipolazioni dei mullah uniscono la tradizionale guerra di propaganda — ormai una costante nello scacchiere — a manovre legate alla situazione interna. Con diversi obiettivi. Primo: dimostrano di mantenere l'iniziativa nel braccio di ferro con Londra. Secondo: segnalano ai loro seguaci determinazione e dimostrano di essere in grado di tener testa alle potenze occidentali. Un messaggio rivolto anche alle opinioni pubbliche non sciite della regione. Terzo: fanno da sponda alle iniziative degli ambienti più radicali e in particolare modo ai pasdaran, ritenuti i burattinai dell'operazione ostaggi. C'è chi pensa che i guardiani stiano giocando una loro partita nei confronti dell'establishment. Quarto: umiliano l'avversario, aumentano la frustrazione e il senso di impotenza, sperando di indurlo all'errore. Quinto: si nascondono dietro alla questione dello sconfinamento per cercare di ottenere in cambio i loro uomini catturati dagli Usa in Iraq. Un gioco pericoloso? Certo, ma in fondo è così che la Repubblica islamica si comporta fin dai primi giorni della sua nascita. E dunque ci riprova.
Guido Olimpio
31 marzo 2007 www.corriere.it
COMMENTO: IN MARGINE A QUESTO ECCELLENTE ARTICOLO, SOTTOLINEIAMO L'UMILIAZIONE DELLA SOLDATESSA INGLESE COSTRETTA AD ESIBIRSI CON UNO STROFINACCIO SULLA TESTA SIMBOLO ESPLICITO DEL DISPREZZO CHE L'ISLAM RISERVA AL SESSO FEMMINILE, COME A TUTTO CIO' CHE GLI E' ESTRANEO.
TUTTO QUESTO IN UNA FASE IN CUI IL DOMINIO MONDIALE DI QUESTA PSEUDO-RELIGIONE SATANICA NON E' ANCORA CONSOLIDATO, IMMAGINATEVI COME SARA' IL GIORNO IN CUI L'INTERO PIANETA SARA' PROSTRATO A TERRA CON IL CULO IN ARIA
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