13/10/2015
Barack Hussein, nobel della pace, soffia sul vento della guerra
Il conflitto in Siria diventa sempre più una guerra per procura tra Russa e Stati Uniti, che hanno ripreso ad armare con maggior determinazione e armi pesanti i ribelli che combattono contro il governo di Bashar al Assad.
Il flusso di armi che da Washington arriva ai ribelli attraverso Riad si è fatto molto consistente dall’inizio dell’intervento russo, perfino "superiore a quello necessario", ha spiegato al New York Times uno dei capi delle milizie ribelli impegnati a fronteggiare le forze armate di Damasco ad Hama, nella Siria centrale, una delle prime province colpite dai raid aerei di Mosca e Damasco. "Abbiamo ciò che chiediamo in pochissimo tempo", racconta Ahmad al-Sud, comandante dei ribelli, entusiasta dei successi ottenuti in due giorni dal suo gruppo, la Divisione 13, che è riuscito a centrare con i missili anticarro Tow "sette blindati su sette". Blindati, detto per inciso, costruiti e forniti dai russi.
Gli Stati Uniti starebbero rifornendo missili anticarro ai ribelli siriani che combattono contro Assad. Il New York Times parla di missili anticarro di tipo Tow, di fabbricazione americana.
La fornitura non sarebbe iniziata da poco, ma dal 2013, attraverso un programma segreto gestito dagli Stati Uniti, dall'Arabia Saudita e da altri alleati con lo scopo di aiutare alcuni gruppi di insorti controllati dalla Cia contro il governo siriano.
Tuttavia, fa notare il New York Times, la fornitura si sarebbe intensificata in seguito agli aiuti forniti da Vladimir Putin ad Assad. Le armi verrebbero consegnate sul campo dagli alleati americani, ma gli Stati Uniti approvano la loro destinazione, avendo di fatto almeno la tacita approvazione degli Stati Uniti, ora che la forza aerea russa sta sostenendo Assad. L'iniziativa di trasferimento delle armi sarebbe coordinata dalla Cia, e non dal Pentagono, e, più ampia nel numero di armi, sembra avere più successo di quella varata dal ministero della Difesa, fallita perché i missili venivano utilizzati solo in funzione anti-Isis e non per combattere le truppe di Assad.
FONTE: www.ilgiornale.it
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Dall'inizio dei raid delle forze aeree russe in Siria, l'opposizione siriana ha iniziato a ricevere dagli Stati Uniti grandi quantità di armi anticarro, scrive il “New York Times”. Secondo il prestigioso giornale americano, i ribelli hanno inoltre chiesto a Washington armamenti per abbattere gli aerei.
I comandanti dell'opposizione siriana armata affermano che con l'inizio delle operazioni russe nel Paese hanno cominciato a ricevere grandi quantità di armi anticarro dagli Stati Uniti, scrive il "New York Times".
"In tempi brevi riceviamo quello che chiediamo," — ha detto il comandante di uno dei gruppi ribelli.
Il giornale rileva che le forniture nella regione dei missili anti-carro "Tow" sono iniziate nel 2013 nell'ambito di un programma segreto di USA, Arabia Saudita ed altri alleati di Washington nel Golfo. Secondo quanto rivelato dagli stessi ribelli, nel 2013 l'Arabia Saudita aveva acquistato dagli Stati Uniti più di 13mila complessi "Tow". Si evidenzia come l'operazione sia gestita dalla CIA, non dal Pentagono, che la scorsa settimana aveva chiuso il programma di addestramento dei combattenti dell'opposizione siriana.
Al momento le spedizioni sono aumentate notevolmente.
"Possiamo ottenere quanto è necessario e quando è necessario. Bisogna solo specificare la quantità," — ha detto il rappresentante di uno dei gruppi armati dell'opposizione.
Secondo lui, questi cambiamenti sono legati all'intervento russo nel conflitto.
Tenendo conto di questo fatto, cresce il rischio che il conflitto siriano degeneri in una guerra "per procura" tra la Russia e gli Stati Uniti, ritiene il "New York Times".
Il giornale scrive che i ribelli siriani chiedono a Washington e ai suoi alleati armi contraeree per usarle contro i caccia di Damasco e dell'Aviazione russa. L'ultima volta che una richiesta simile era stata inoltrata è avvenuta 10 giorni fa tramite una centrale operativa in Turchia. Secondo il "New York Times", gli Stati Uniti non hanno fretta di concretizzare queste richieste, temendo che le armi finiscano nelle mani degli estremisti.
Dal 30 settembre, su richiesta del presidente siriano Bashar Assad, la Russia conduce raid aerei di precisione contro le posizioni dello "Stato Islamico" in Siria. I raid hanno compromesso significativamente il funzionamento dei centri di comando e logistici dei fondamentalisti, così come hanno seriamente danneggiato le infrastrutture usate per la preparazione degli esplosivi usate dagli attentatori suicidi. Gli obiettivi sono selezionati sulla base delle informazioni d'intelligence di Russia e Siria.
L'ambasciatore della Siria in Russia Riyad Haddad ha confermato che gli attacchi aerei sono diretti contro i gruppi armati terroristici, non contro l'opposizione e i civili, e l'esercito siriano ha le coordinate esatte delle posizioni dei terroristi.
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