Lucca, 16 febbraio 2017 - Un tornado. Alla richiesta del biglietto e dei documenti un marocchino, salito ieri mattina sulla circolare 106 Lucca-Capannori e ritorno, ha dato in escandescenze. E a farne le spese sono stati due controllori che hanno riportato contusioni varie e tre giorni di referto ciascuno. Tutto è successo ieri mattina intorno alle 10.15, quando il mezzo transitava in viale Regina Margherita, nel tratto tra l’albergo Celide e la stazione ferroviaria. Alla richiesta di rito l’extracomunitario ha mostrato un biglietto obliterato più volte. 
 
«A quel punto – è il racconto dei verificatori che erano appena saliti a Porta Elisa – abbiamo spiegato che non era un titolo di viaggio valido. Non aveva con sè il documento e neanche il permesso di soggiorno. A quel punto, come ci impone la regola, abbiamo chiamato le forze dell’ordine. L’uomo, di colore, sui 25 anni, alto e robusto si è scatenato. Ha tentato di fuggire forzando le porte, sulle prime senza riuscire. Era come impazzito, ci ha spintonato, ha preso la rincorsa e ha fiondato un calcio poderoso sulla porta centrale dell’autobus. E’ riuscito a scardinarla. Si è aperto un piccolo varco che, non sappiamo nemmeno come, è riuscito a forzare ulteriormente per poi guadagnarsi la via di fuga. Il tutto è avvenuto in un attimo, non c’è quasi stato il tempo di realizzare». 
 
Un episodio che è solo la punta dell’iceberg di ciò che avviene ogni giorno, anche due volte al giorno ci spiegano i controllori, a bordo dei mezzi pubblici. «Sappiamo benissimo come comportarci in questi casi – dicono –, abbiamo una sorta di decalogo dell’azienda e poi, sul campo, abbiamo maturato, purtroppo, una lunga esperienza. In più cerchiamo sempre di essere calmi, gentili, anche di fronte a un giovane diamo del lei. Ma quello di ieri era una furia». Sul posto sono intervenute prontamente due volanti della polizia, il giovane è stato inseguito fino alla stazione, dove è salito su un treno da dove forse poi è riuscito a scendere non visto. Alla stazione, secondo le testimonianze raccolte sul posto aveva un «complice», che gli ha indicato la via di fuga più sicura. Era in qualche modo organizzato, forse anche atteso alla stazione. Per i due verificatori un lungo pomeriggio al pronto soccorso, la denuncia in questura e l’amarezza infinita di chi, come sempre, aveva solo chiesto: «biglietto prego»