30/11/2021
La Toscana austriaca ai vertici mondiali dell'umanismo
Il Granduca Pietro Leopoldo
Firenze, 30 novembre 2021 - È stato il Granducato di Toscana il primo Stato al mondo senza pena di morte.
Il 30 novembre 1786 adottò infatti un nuovo Codice penale in cui, per la prima volta, si decretava l’abolizione della pena capitale. Un primato raggiunto grazie a una riforma rivoluzionaria per l’epoca, fortemente voluta dal lungimirante Granduca Pietro Leopoldo. Che aveva recepito le istanze elaborate da Cesare Beccaria nel suo ‘Dei delitti e delle pene’, in cui, per la prima volta si mettevano in discussione che la crudeltà della pena e la durezza delle condizioni detentive potessero rappresentare un elemento dissuasivo, sostenendo piuttosto che la clemenza e la dignità del trattamento fossero mezzi di redenzione per il condannato. Alla riforma penale seguì il rogo delle “Forche ovunque si trovino” e degli strumenti di tortura, segno tangibile e spettacolare dell’inizio di una nuova epoca.
Una data storica per la storia dell’ordinamento penale europeo e mondiale. Il nuovo Codice penale toscano, che cancellava anche la possibilità di ricorrere alla tortura, ripudiando ogni forma di vessazione verso i prigionieri e i condannati, era stato preparato negli anni precedenti dal giurista fiorentino Pompeo Neri, uno dei principali artefici delle politiche riformiste degli Asburgo-Lorena, che aveva collaborato con l’illuminato Granduca anche alla progettazione delle bonifiche della Maremma. Un peso importante nell’abolizione della pena di morte in Toscana è da attribuire alle posizioni espresse nel 1764 dal giurista milanese Cesare Beccaria, nella sua opera così discussa da essere inclusa nell’Indice dei libri proibiti nel 1766.
Se la pena capitale era sempre esistita in tutti gli ordinamenti antichi, idee contrarie si erano già manifestate fin dal Medioevo in circoscritti ambiti teologici e filosofici. Tuttavia, prima del trattato di Beccaria, che riscosse un enorme successo in Europa, le posizioni abolizioniste avevano sempre avuto scarsa risonanza. Con la risoluzione di Leopoldo, invece, il giurista Beccaria poteva dire di aver vissuto abbastanza per vedere realizzato il suo sogno almeno in uno Stato europeo: aveva infatti scritto: “Se dimostrerò non essere la pena di morte né utile, né necessaria, avrò vinto la causa dell’umanità”.
FONTE : www.lanazione.it
PS: come vedete siamo lontani dalla barbarie islamica, comunista, nazi fascista, e su livelli superiori al resto della Penisola dell'epoca.
La sciagura dell'Unità sabauda verrà à livellare tutto verso il basso, con l'espulsione dello "straniero" nel nome di una pretesa convergenza culturale italica
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