16/08/2006
"Baffetto", ovvero come i bolscevichi si identificano nel nazislamismo
ROMA - La comunità ebraica italiana, prima con un portavoce e poco dopo con il suo presidente Paserman, attacca il ministro degli Esteri Massimo D'Alema accusandolo di essere andato a Beirut e al Cairo «per sostenere le ragioni di Hezbollah, nemici della pace».
LA CRITICA - «D’Alema è il primo ministro di un Paese europeo, se si eccettua la Francia, ad aver appoggiato Hezbollah e che si è sempre mostrato vicino e amico con dei ministri di un movimento che non riconosce lo Stato di Israele e anzi persegue direttamente la sua distruzione». Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Leone Paserman, commenta così con un'agenzia di stampa le cdritiche espresse poco prima dal portavoce Riccardo Pacifici al ministro degli Esteri che ieri, in visita a Beirut, si è fatto vedere a braccetto con Hussein Haji Hassan, deputato di Hezbollah. «Credo che D’Alema volutamente ignori la realtà dei fatti - ha detto Paserman - perché se Israele deve essere, come ha detto il ministro della Farnesina, amico di paesi come l’Iran e di altri Stati che rifiutano qualunque tipo di negoziato, allora meglio non avere amici».
PARLA IL PORTAVOCE - Le immagini del ministro degli Esteri a braccetto con Hussein Haji Hassan, deputato di Hezbollah, hanno dato parecchio fastidio al portavoce e vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che mostra tutto il suo disappunto. «Eravamo sorpresi e perplessi sull’equivicinanza espressa da D’Alema già prima del conflitto - afferma Pacifici - ci domandiamo se con la visita a Beirut e al Cairo continui a mostrare la sua equivicinanza tra Israele e Libano o peggio ancora a sostenere le ragioni di Hezbollah, nemici della pace». L’irritazione del portavoce della Comunità ebraica si spinge oltre, sulle mancate parole di condanna da parte dell’inquilino della Farnesina verso Hezbollah. «Non abbiamo sentito nessuna parola di condanna verso chi è l’autore dell’inizio di questo conflitto - sottolinea Pacifici - e cioè Hezbollah che, violando i confini regolarmente riconosciuti da Israele, hanno ucciso 5 soldati in terra israeliana e rapiti altri due. Così come non abbiamo sentito da D’Alema alcun rimprovero verso Hezbollah che hanno messo in atto una orrenda guerra; nessuna parola di comprensione - continua Pacifici - per uno Stato circondato da un manipolo di terroristi che si fanno scudo di civili, facendo partire i missili diretti al nord della Galilea da edifici abitati da donne e bambini». Arriva dunque l’interrogativo di Pacifici: «Ci domandiamo dove sia l’equivicinanza tra Israele e chi invece scatena odio e terrore».
PARLA IL PORTAVOCE - Le immagini del ministro degli Esteri a braccetto con Hussein Haji Hassan, deputato di Hezbollah, hanno dato parecchio fastidio al portavoce e vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che mostra tutto il suo disappunto. «Eravamo sorpresi e perplessi sull’equivicinanza espressa da D’Alema già prima del conflitto - afferma Pacifici - ci domandiamo se con la visita a Beirut e al Cairo continui a mostrare la sua equivicinanza tra Israele e Libano o peggio ancora a sostenere le ragioni di Hezbollah, nemici della pace». L’irritazione del portavoce della Comunità ebraica si spinge oltre, sulle mancate parole di condanna da parte dell’inquilino della Farnesina verso Hezbollah. «Non abbiamo sentito nessuna parola di condanna verso chi è l’autore dell’inizio di questo conflitto - sottolinea Pacifici - e cioè Hezbollah che, violando i confini regolarmente riconosciuti da Israele, hanno ucciso 5 soldati in terra israeliana e rapiti altri due. Così come non abbiamo sentito da D’Alema alcun rimprovero verso Hezbollah che hanno messo in atto una orrenda guerra; nessuna parola di comprensione - continua Pacifici - per uno Stato circondato da un manipolo di terroristi che si fanno scudo di civili, facendo partire i missili diretti al nord della Galilea da edifici abitati da donne e bambini». Arriva dunque l’interrogativo di Pacifici: «Ci domandiamo dove sia l’equivicinanza tra Israele e chi invece scatena odio e terrore».
MISSIONE ITALIANA - Il duro attacco al ministro degli Esteri prosegue. «Ho visto ieri le immagini commoventi di soldati israeliani che rientravano dal fronte cantando le parole di "Sia la pace fra noi". D’Alema - rimarca il portavoce ebraico - ha sentito lo stesso dai combattenti Hezbollah? D’Alema ha mai visto i film in cui Hezbollah inneggiano odio verso israeliani? D’Alema ha mai visto i proclami di stampo nazista con cui si ispira la loro ideologia?». «In tal senso - si domanda Pacifici - non esiste forse una contraddizione in termini? Israele si è ritirata da Gaza e ha avuto la guerra, si è ritirata dal sud del Libano. Dov’era D’Alema in tutto questo periodo e come fa a non comprendere che Israele sta compiendo una giusta guerra per il diritto alla vita?» In tal senso, Pacifici esprime «profonda preoccupazione» che «un Paese come l’Italia, storicamente amico di Israele, possa trovarsi ai confini tra Libano e Israele con una missione confusa».
CAPEZZONE ATTACCA - «Il ministro D'Alema aveva aperto questa fase politica usando l'espressione 'equivicinanzá (e giá appariva assai discutibile definirsi equivicini o equidistanti tra la democrazia israeliana da una parte e le organizzazioni terroristiche che avevano aperto il conflitto dall'altra). Ora, sembra proprio che di quell»equivicinanzá sia rimasta solo la 'vicinanzá (ad Hezbollah). Per questo, mi paiono giustificate le critiche e le perplessitá che vengono dalla Comunitá ebraica«. Lo afferma Daniele Capezzone, segretario di Radicali italiani.
CAPEZZONE ATTACCA - «Il ministro D'Alema aveva aperto questa fase politica usando l'espressione 'equivicinanzá (e giá appariva assai discutibile definirsi equivicini o equidistanti tra la democrazia israeliana da una parte e le organizzazioni terroristiche che avevano aperto il conflitto dall'altra). Ora, sembra proprio che di quell»equivicinanzá sia rimasta solo la 'vicinanzá (ad Hezbollah). Per questo, mi paiono giustificate le critiche e le perplessitá che vengono dalla Comunitá ebraica«. Lo afferma Daniele Capezzone, segretario di Radicali italiani.
COMMENTO: il viscido "baffetto", l'ex segretario della figci oggi ministro in doppiopetto e cravatta, il marxista trombato dalla caduta dell'impero sovietico, la nullità rifiutata all'ammissione alla Scuola Normale Superiore di Pisa, lo scaldasedie che non ha mai lavorato un solo giorno nella sua vita e che possiede uno yacht di piu' di 10 metri con equipaggio, il verme che pretende rappresentare la politica estera italiana grazie a 25.000 voti di scarto...una faccia da culo che peggio non si puo'!
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