Ok

En poursuivant votre navigation sur ce site, vous acceptez l'utilisation de cookies. Ces derniers assurent le bon fonctionnement de nos services. En savoir plus.

24/04/2007

Paolo Ferrero, uno stalinista che prepara la morte dell'Italia

ROMAGià la prossima settimana il ddl delega di riforma della legge Bossi-Fini sull'immigrazione arriverà in Consiglio dei ministri. Il testo (otto pagine in tutto) a lungo lavorato dagli uffici legislativi del Viminale e della Solidarietà sociale è finalmente pronto e introduce nel sistema una serie di corsie preferenziali per l'assunzione delle colf, delle badanti e dei talenti (tecnici, professori universitari) dando comunque più possibilità di ingresso anche al lavoratore straniero generico. E a tutti quelli che parlano già italiano.

L'ultimo scoglio è stato quello dei Cpt sui quali i ministri Giuliano Amato e Paolo Ferrero hanno visioni diverse, ma poi hanno saputo raggiungere un accordo. Tuttavia, come ha avuto modo di riconoscere anche il ministro di Rifondazione, il meccanismo dei Cpt può essere superato ma non eliminato del tutto perché altrimenti l'Italia sarebbe fuori dal sistema Schengen. Così, la soluzione individuata è quella di un circuito differenziato per i clandestini che finiscono in carcere e per quelli che alla fine collaborano per la loro identificazione. Il ddl, comunque, dovrà superare grossi ostacoli soprattutto al Senato, dove la Cdl farà di tutto per fermarlo. E qualora venisse approvato, il provvedimento concederà al governo in carica dodici mesi per esercitare la delega: con l'emanazione di un decreto legislativo che modifichi il Testo unico sull'immigrazione. Il tentativo del governo, come ha ripetuto ancora una volta ieri a Firenze il ministro Amato, è anche quello di raggiungere gli «invisibili» e di combattere l'evasione dei datori di lavoro che spesso speculano sulle rigidità delle norme in vigore: «Non è ammissibile, per esempio, che ci siano contratti in nero di alloggi dove si ammassano dieci immigrati in 25 metri quadri portando via loro 300 euro a testa». E più a fondo sul lavoro nero, Amato ha aggiunto: «Siamo davanti a una piega che va fermata. Lo so, si fermerebbero anche molte costruzioni ma lo dobbiamo fare e lo stiamo già facendo».

Cambia anche il meccanismo dei flussi. La programmazione sarà triennale, spiega Ferrero nell'introduzione del libro «Viaggio nell'Italia dell'immigrazione»: «Se si ipotizza un fabbisogno di 250-300 mila persone all'anno occorre prevedere un decreto flussi di pari dimensioni». In altre parole, circa un milione di lavoratori ogni tre anni. Ferrero aggiunge che l'immigrazione, in quanto fenomeno strutturale, deve essere in tutti i modi incanalata verso la legalità: «Sottolineo questo elemento perché dei tre milioni di immigrati che oggi vivono in Italia, l'80 per cento è passato prima attraverso la clandestinità».

D. Mart.
14 marzo 2007
COMMENTO: CARO IL MIO MINISTRO BOLSCI-SOVIETICO DI "RIFONDAZIONE STALINISTA", CHI LE HA DETTO CHE L'ITALIA HA BISOGNO DI UN MILIONE DI IMMIGRATI OGNI TRE ANNI, QUANDO ESISTONO 10% DI DISOCCUPATI SUL SUOLO NAZIONALE???!!!
QUESTA MANO D'OPERA PRONTA A TUTTO ED AD OGNI PREZZO SERVIRA' A CHI???
AD IMPRENDITORI SENZA SCRUPOLI A DETRIMENTO DEI LAVORATORI ITALIANI OPPURE ALLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA???
SONO QUESTI DEMAGOGHI POPULISTI CHE PREPARANO LA NUOVA JUGOSLAVIA DI DOMANI!!!
UN ESEMPIO QUOTIDIANO DELLA PURIFICAZIONE ETNICA ITALICA FAVORITA DA QUESTO TIPO DI PSEUDOPOLITICANTI:
APPIGNANO (Ascoli Piceno) - Un giovane Rom, di 22 anni, Marco Ahmetovic, alla guida di un furgone ha falciato la notte scorsa cinque ragazzi tra i 16 e i 19 anni: quattro sono morti mentre uno è stato operato e si trova in ospedale in gravi condizioni. L'incidente è avvenuto intorno a mezzanotte su una strada nei pressi di Appignano (Ascoli Piceno). L'investitore, completamente ubriaco, è stato arrestato. I ragazzi erano andati insieme a prendere un gelato, quando il furgone è piombato su di loro. È stata una strage.
LE VITTIME - Erano tutti giovanissimi i ragazzi morti. Tra le vittime anche una ragazza, Eleonora Allevi, 19 anni. Gli altri sono Davide Corradetti, 16 anni, Danilo Traini, 17 anni e Alex Luciani, sedicenne. I ragazzi viaggiavano su tre scooter lungo la strada provinciale Appignanese, quando il furgone ha invaso la corsia opposta scontrandosi frontalmente con i motorini. Questi, nell'impatto, sarebbero andati a fuoco: da qui - secondo la ricostruzione fatta dai vigili del fuoco - un incendio che avrebbe parzialmente carbonizzato i corpi delle giovani vittime. Nell'incidente è rimasto coinvolto anche un altro ragazzo, il fratello di Elenora Allevi, Leonardo, di 16 anni, che ha riportato ferite guaribili in 30 giorni. Grazie a lui, ma soprattutto alla testimonianza di un giovane che con l'auto stava percorrendo la stessa strada e per fortuna è scampato alla carambola, i carabinieri hanno potuto in gran parte ricostruire la dinamica dell'incidente. Il giovane Rom, con qualche precedente per reati contro il patrimonio, guidava certamente ad altissima velocità, tanto che sul furgone è stata trovata la quinta marcia innestata.
ARRESTATO E PIANTONATO IN OSPEDALE - Il Rom si trova ora piantonato in ospedale a Ascoli Piceno, dove è stato ricoverato per le lesioni riportate a sua volta nell'incidente. Vive in un accampamento da sempre al centro di polemiche nella cittadina perché considerato incompatibile con la comunità locale. Sulla vicenda indagano i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore di Ascoli Piceno Carmine Pirozzoli.
I ROM SI SONO ALLONTANATI - La comunità Rom cui appartiene Marco Ahmetovic sembra essersi allontanata dall'accampamento. Testimoni hanno visto poco dopo l'incidente tre auto e sei furgoni allontanarsi dal campo dove, a parte i panni stesi e i segni di attività che si sono interrotte bruscamente, non si vede anima viva. La presenza dell'accampamento è stata sempre oggetto di proteste da parte della gente del posto, e anche oggi, fra le persone che sostavano sul luogo dell'incidente, c'era chi si scagliava contro i nomadi per le loro consuetudini e la difficoltà a integrarsi con la comunità locale. Secondo alcuni abitanti, non era inconsueto vedere i Rom girare ubriachi. Ahmetovic, nullafacente, stazionava spesso - ha raccontato chi lo conosceva di vista - in un bar a Castel di Lama, nei pressi di un distributore di benzina, ma non era considerato un attaccabrighe o un uomo dal carattere violento.
24 aprile 2007

Les commentaires sont fermés.