Ok

En poursuivant votre navigation sur ce site, vous acceptez l'utilisation de cookies. Ces derniers assurent le bon fonctionnement de nos services. En savoir plus.

18/12/2007

Chi rinnega la propria identità merita di scomparire

260b113db387f74818677b7139d62bed.jpg

F.C.B. BARCELLONA: VIA LA CROCE IN NOME DELL'ISLAM

MADRIDVia la croce rossa in campo bianco dall’emblema del Barça: per farsi accettare in Arabia Saudita e in altri paesi islamici, come l'Algeria, maglie, bandiere e gagliardetti della squadra di calcio di Ronaldiñho sono state ritoccate per non «urtare la sensibilità religiosa» dei non pochi tifosi mediorientali. La croce di Sant Jordi, il San Giorgio catalano, protettore degli innamorati, risulta insopportabilmente odiosa agli occhi musulmani, che la ricordano sul petto dei cavalieri crociati dell’inizio del secondo millennio. Intenzionati a diffondere semplicemente la fede blu-granata, i sostenitori del Barcellona football club hanno studiato la questione e pensato che in fondo sarebbe bastato cancellare la trave orizzontale della croce, lasciando un’inoffensiva, per quanto insignificante barra rossa verticale. Lo stemma risulta così diviso tra i colori della squadra, in basso, quelli giallorossi della Catalogna, in alto a destra e un palo rosso in campo bianco, in alto a sinistra.

Il quotidiano di Barcellona, La Vanguardia, ha interpellato i connazionali temporaneamente residenti a Riad e verificato che il sacrificio della croce di San Giorgio, da oltre cent’anni sulle maglie del club, era dolorosamente necessario: “Qui non sono ammesse croci, né quella del Barça, né altre – testimonia Carlos, uno spagnolo che abita in Arabia Saudita -, c’è molto entusiasmo per il calcio e per la Liga Spagnola, e nei negozi sono in vendita maglie ufficiali del Barcellona, con una banda rossa verticale al posto della croce”. I responsabili della società negano che si tratti di maglie ufficiali e parla di contraffazioni, ma non nasconde qualche preoccupazione per l’eventualità che nei sorteggi degli ottavi di finale della Champions, le tocchi affrontare in campo i turchi del Fenerbahçe, con i quali ha già avuto problemi analoghi l’Inter, a Milano il 27 novembre scorso. Le maglie del centenario della squadra di Moratti, bianche con una grande croce rossa sul dorso, provocarono la furia della stampa turca che si chiese come “l’Uefa avesse potuto permettere un simile affronto”.

www.corriere.it

L'IRA DELLA TURCHIA CONTRO L'INTER : "INDOSSA UNA MAGLIA RAZZISTA"

 02517df4d36848b4f5986ff6ef81648d.jpg
La maglia dell'Inter finisce sotto accusa. Non la tradizionale casacca a strisce nere e blu, ma quella bianca con la croce rossa sul davanti, adottata in occasione del centenario della società. E che si ispira il simbolo della città di Milano. A sentirsi offeso da quello che definisce "un attentato all'Islam" è un avvocato turco, Barsia Kaska, che ha chiesto alla Uefa di multare la società di Moratti che ha indossato la maglia biancorossa in occasione della partita di Champions contro il Fenerbahce a San Siro lo scorso 27 novembre. "Ricorda il simbolo dei Templari" tuona Kaska.

Una campagna a cui si sono accodati diversi mezzi di informazione turchi che hanno accompagnato la foto della maglia con le immagini del monaci soldati. Un ordine nato dopo la prima crociata del 1096, che arrivò a Gerusalemme e cacciò i musulmani.

"Quella croce ricorda giorni sanguinosi" dice Kaska che ha chiesto alla Uefa e alla Fifa di revocare i tre punti conquistati dall'Inter contro il Fenerbahce, perché avrebbe manifestato "una forma esplicita di superiorità razzista di una religione". Dei sentimenti suscitati dalla maglia interista è testimonianza un editoriale di Mehemt Y.Yilmaz, famoso commentatore turco, dal titolo netto: "Perché lo Uefa lo ha permesso?". Riferendosi appunto alla casacca con la croce.

Per chiarire meglio la questione, però, vale la pena di tornare indietro di qualche anno. Precisamente al 1928 quando l'Fc Internazionale si fuse con l'Unione Sportiva Milanese. La maglia era bianca rossocrociata, e marchiata da un fascio littorio. Una divisa che venne sostituita poco dopo da quella a strisce nerazzurre. In occasione del centenario, l'Inter ha deciso di riproporla. E mai il club di Moratti avrebbe pensato di scatenare un caso calcistico-religioso.
Un juriste de la très laïque et très européenne Turquie a porté plainte contre le club italien de l'Inter de Milan pour cause de port d'un maillot jugé offensant pour l'islam au cours d'un match de Coupe d'Europe contre l'équipe d'Istanbul du Fenerbahce. Le symbole de la ville de Milan, une croix rouge sur fond blanc, était effectivement portée durant un match de la Champions League perdu 3 à 0 par l'équipe turque au stade San Siro de Milan.

L'avocat Baris Kaska a demandé à un tribunal laïque de la très laïque Turquie respectueuse de toutes les religions de sanctionner l'Inter de Milan pour un maillot, qui lui rappelle l'emblème de l'ordre chrétien des Chevaliers du Temple. Ceux-ci sont effectivement liés aux Croisades au cours desquels le monde chrétien essayait de récupérer les territoires conquis par les mahométans. Néanmoins, nous sommes stupéfait que l'avocat turc se souvienne d'une époque où il n'était pas encore né : l'islam à la turc est décidément une drôle de religion puisqu'on semble y croire en la réincarnation.
EXTRAIT DU BLOG DU COCHON HALLAL

Les commentaires sont fermés.