04/03/2009
Padroni arabo-musulmani e genocidio di Africani nel Darfur
L'Aja - La Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) ha spiccato un mandato di arresto contro il presidente sudanese Omar al Bashir, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità per i massacri nel Darfur. Si tratta del primo capo di Stato ad essere incriminato dalla Cpi. Per il consigliere presidenziale del Sudan, Mustafa Osman Ismail, l’ordine d’arresto rientra in un piano di neocolonialismo: "Non vogliono che il Sudan si stabilizzi". E il vice ministro della Giustizia andava confermando che il presidente sudanese Omar al Bashir non rischia di essere arrestato come ha chiesto il tribunale internazionale. Alla diffusione della notizia centinaia di dimostranti sono scesi nelle strade di Khartoum per protestare (ALLAH AKBAR!!!!!NDR).
I capi di accusa La Corte dell’Aia ha riconosciuto al Bashir colpevole di aver orchestrato le atrocità commesse nella regione occidentale del Darfur, dove è in corso dal 2003 una guerra civile( guerra civile? Diciamo un genocidio arabo-musulmano nei confronti delle popolazioni nere autoctone NDR). Tuttavia, la Corte ha ritenuto insufficienti ( INSUFFICENTI!!!!NDR) le prove a sostegno dell’accusa di genocidio mossa dal procuratore della Cpi, Luis Moreno-Ocampo, contro il leader sudanese (Mai incriminare un leader musulmano, loro sono sempre le vittime, mai i carnefici NDR). Stando a quanto precisato dalla portavoce della Cpi, Laurence Blairon, il mandato di arresto riguarda cinque capi di accusa per crimini contro l’umanità e due per crimini di guerra, tra cui omicidio, sterminio, trasferimenti forzati, tortura e stupro. Rifiutata l'imputazione per genocidio (sic!).
Al Bashir: "Andrò al vertice di Doha" Nonostante il mandato di cattura della corte penale internazionale il presidente sudanese parteciperà al prossimo vertice della Lega araba di Doha. Lo ha annunciato il sottosegretario agli Esteri sudanese, Mutrif Siddiq, alla tv satellitare al Arabiya. L’esponente del governo di Khartoum non teme quindi che a Doha possa essere applicato l’ordine di arresto emanato dalla corte dell’Aja. Per questo ha reso noto che "il presidente sarà presente al summit del 30 marzo e parteciperà a tutti i vertici della Lega araba e dell’Unione africana".
Il Darfur e la guerra La richiesta d’arresto per il presidente sudanese era stata avanzata lo scorso 14 luglio dal procuratore capo della Corte, Luis Moreno Ocampo, il quale ieri aveva ribadito che, a carico di Bashir, esistono "gravi elementi di prova". Ocampo vuole processare Bashir dinanzi al tribunale internazionale per i massacri nella regione sudanese, iniziati nel 2003 e che hanno causato circa 300mila morti e 2,5 milioni di sfollati. È la prima volta che tribunale internazionale processa un capo di Stato in carica. Bashir è alla guida del Sudan, dal colpo di Stato militare del 30 giugno 1989.
La Cpi: "L'arresto spetta agli Stati" La Corte penale internazionale trasmetterà "immediatamente" al Sudan, agli Stati membri della corte e ai membri del consiglio di sicurezza dell’Onu la richiesta di cooperazione per l’arresto e il trasferimento del presidente sudanese Omar al Bashir, riconosciuto colpevole di crimini di guerra e contro l’umanità in Darfur. "La responsabilità di arrestarlo e trasferirlo spetta agli Stati" ha detto il cancelliere della Cpi, Silvana Arbia. La corte non dispone di una forza di polizia. Il presidente al Bashir è il primo capo di Stato in carica a essere incriminato dalla Cpi, da quando è diventata operativa, nel 2002. "Bashir è sospettato di essere responsabile di aver intenzionalmente diretto attacchi contro la popolazione civile del Darfur, uccidendo, sterminando, stuprando e trasferendo con la forza un gran numero di civili, e di saccheggiando le loro proprietà" ha detto la portavoce della Cpi Laurence Blairon.
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