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05/06/2006

I nazislamici si impadroniscono della Somalia

NAIROBI (KENYA) - Mogadiscio è caduta. Le milizie islamiche all'alba hanno preso il controllo della capitale somala. Dopo lunghe trattative che sono durate tutta la notte, il comandante Gram Gram, capo degli irregolari del signore della guerra Mohammed Qanyare Afrah si è arreso senza combattere e ha consegnato alle Corti Islamiche 25 veicoli e soprattutto, l’aeroporto di Dainyle.

LA LOTTA TRA I SIGNORI DELLA GUERRA - Gli uomini di Gram Gram hanno deciso di arrendersi per evitare un bagno di sangue e soprattutto dopo che Qanyare, vista le continue batoste prese dai suoi amici dell’Alleanza per la Restaurazione della Pace e contro il Terrorismo, ieri sera era scappato dalla sua residenza, e si era rifugiato, probabilmente, a Johar. Domenica pomeriggio i miliziani delle Corti islamiche avevano preso possesso di Balad, roccaforte del signore della guerra Mussa Sudi Yalahow, un altro leader dell’Alleanza, a una quarantina di chilometri dalla capitale. Ora i gli uomini delle Corti Islamiche, guidati da Shek Sherif Shek Aden (il capo spirituale della Somalia, quello che era il Mullah Omar per l’Afghanistan) puntano a ripulire le ultime sacche di resistenza: i quartieri in mano a Bashir Rage, e a Omar Finish. Poi guarderanno a Johar, sede del potente signore della guerra Mohamed Omar Habeb (detto Mohamed Dhere), che può contare su una milizia ben armata e ben equipaggiata e dove si sono rifugiati sia Qanyare Afrah, sia Mussa Sudi.
NEGOZIATI - Mohamed Dhere venerdì aveva ricevuto una delegazione di americani con il quale aveva discusso la strategia per bloccare le corti e sabato era volato ad Addis Abeba per consultarsi con i suoi alleati etiopi. Ma sembra che la capitolazione di Johar sarà negoziata e senza combattimenti. I miliziani dell’Alleanza non hanno più intenzione di combattere ma di trattare prima di vendersi al nemico. Esattamente come è accaduto in Afghanistan ai tempi dei talebani. Quelle che erano considerate le roccaforti dei signori della guerra sono venute giù una per una semplicemente perché chi le teneva ha cambiato bandiera. Dopo aver conquistato Johar gli islamici, per la maggior parte della cabila Hawiya, dovranno confrontarsi con il Governo Federale di Transizione guidato dal migiurtino Abdullahi Yussuf.
PREVISIONI - A Nairobi le previsioni si sprecano: c’è chi sostiene che gli islamici sono pronti ad accordarsi con Abdullahi che garantirebbe la continuazione dei loro traffici e chi invece ritiene che gli islamici chiederanno la resa anche del governo. Un governo che solo un paio di Paesi riconoscono ma che ha il sostegno di buona parte della comunità internazionale (solo gli americani hanno preferito affidare le loro sorti ai signori dell'Alleanza ora sconfitti). Se i fondamentalisti chiederanno al governo di sciogliersi, Abdullahi Yussuf sarebbe costretto a ritirarsi di nuovo nei suoi territori del nord, lasciando tutto il sud della Somalia in mano agli islamici. Per altro sembra che uno dei leader storici degli islamici, lo sceicco Hassan Daher Awes, abbia chiesto al governo di entrare al posto dello sconfitto Qanyare Afrah, che era ministro della sicurezza nazionale nel governo di Abdullahi. Dunque la situazione è assai confusa e solo nei prossimi giorni si potrà capire qualcosa di più. Infine ci si domanda con apprensione cosa faranno gli americani e gli etiopi. Possono permettersi un Paese talebanizzato? Gli americani sono convinti, a torto o a ragione, che la Somalia diventerà un nuovo Afghanistan dove ci sarà qualcuno pronto a organizzare un nuovo 11 settembre.
Massimo A. Alberizzi

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