22/01/2007
Il negazionismo totalitarista
Shlomo Venezia abita a Roma, unico sopravvissuto del Sonderkommando di Auschwitz vivente in Italia.
Come lui, al mondo, solo una "sporca dozzina".
Non è un rappresentante in pensione di scaldabagni o stufette e, discettando di forni, neppure un pizzaiolo;
parlando di gas, neppure cerca di proporvi di cambiare fornitore per la vostra caldaia.
Shlomo racconta di quando fu costretto ad un agghiacciante lavoro nel campo di Auschwitz-Birkenau !
Quella che in tedesco assomiglia ad una lunga parolaccia - Sonderkommando - descrive le "squadre speciali", gruppi di prigionieri costretti ad occuparsi del funzionamento dei forni crematori e delle camere a gas.
Shlomo è una specie - detto alla Cementano - in via di "scomparizione", uno degli ultimi testimoni ad aver visto in diretta, dal…vivo, come si usa dire, cosa era la "soluzione finale",
È dal 1992 che và nelle scuole, a descrivere quanto vissuto, e ha alle spalle ben 45 viaggi ad Auschwitz ( senza contare il primo, quello che fece gratis ! ), ad accompagnare chi vuole imparare sul campo, a sentire le voci dei morti !
Rievoca il suo passato d’ausiliare alle camere a gas, quelle salubri stanzette che, tipi come l’iraniano Ahmadinejad, amano far credere stanzette per curare le bronchiti, grazie ai salubri vapori che erano fatti inalare !
Come fecero tanti, come lui tornati dall’inferno, si tenne dentro l'amaro fiele per molti anni, lasciando che il tarlo lo divorasse dall’interno;
LA GENTE NON VOLEVA SAPERE, dice la moglie: "Quando un giorno - sarà stato 20 anni fa - si confidò per la prima volta con alcuni amici, FU PRESO PER MATTO".
Allora si chiuse in se stesso e NON NE PARLÒ PIÙ.
Lo risvegliarono i rigurgiti e i rutilanti rutti del nuovo ComuNazIslam: "Quelle grida negli stati, le svastiche sui muri, le stelle gialle sui negozi ebrei di Roma; il veleno che sparge chi descrive l'Olocausto come una montatura sionista".
Ritorniamo ad allora: "[...] attorno ai forni si lavorava a turni ininterrotti di 12 ore. C'era così tanto da fare che a volte non ci riportavano nelle baracche per la notte: dormivamo negli abbaini dei forni crematori".
La memoria di un ventenne che, nell’inverno del 1943 si ritrova ad Auschwitz: "Ci convocarono in adunata e un comandante chiese 80 PEZZI per lavorare. Ci chiamavano così: per loro non eravamo persone".
Ecco a fare cosa: "[..] mi diedero in mano una forbice e mi portarono ai quattro crematori di Birkenau: dovevo TAGLIARE I CAPELLI ai cadaveri che erano portati fuori".
No, non era per una forma d’igiene: "Ogni settimana veniva un camion a ritirare i sacchi di capelli: li usavano PER FARE LE MOQUETTE dei sommergibili E PANTOFOLE da signore" !
Anche lui doveva stare attento: "[...] spiegare cosa fossero le camere a gas e i forni crematori [...] bisogna esserci stati dentro [...] chi ne varcava la porta era eliminato [...] non dovevano esserci testimoni [...] e per annientare un convoglio bastavano 72 ore !".
Ma l’uomo che fu causa di ciò, propagò metastasi, e il suo sperma ideologico ingravidò la sempre feconda madre degli imbecilli.
Dalla cronaca recente: "Chavez, il presidente venezuelano ha regalato al COMPAGNO Ahmadinejad un libro su Bolivar, avendo di ritorno la biografia dell'Ayatollah Khomeini".
Ecco a voi i figli, la dottrina e i mezzi, la volontà e l’odio: il ComuNazIslam !
Il pirletto di Teheran ha missili che possono colpire Roma: e se il "compagno" Chavez ne volesse qualcuno, galvanizzato dall’erotica lettura dell’afrodisiaco Ayatollah, così, magari solo come simbolo fallico !
Non vi ricorda qualcosa di già vissuto ?
E non compatitemi, come lo scemo del villaggio: nonostante le pastiglie di Rincoglionil e le supposte di Rimbambil, non vaneggio così tanto !
Meditate, gente, meditate.
E voi, figli d’Israele, abbraccio: il mio cuore è vostro, così pure la memoria, il ricordo e le mie preghiere, perché tutto non accada ancora !
Giuseppe Fontana
20:35 | Lien permanent | Commentaires (0)
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