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21/03/2022

Putin you will pay for that!

At Zaporizhzhia's Children's Hospital, I came across one grief-stricken, inconsolable father whose family had been completely torn apart.

His daughter Natasha, who was 26, and his 4-year-old granddaughter Dominica, were killed when a Russian shell landed near the shelter where the whole family was seeking refugee from the bombardment of Mariupol.

"I looked at the ground and there lay my little granddaughter with her head completely torn to pieces," says Vladimir. "She lay there without a single breath and right next to her was my daughter with her legs fractured, open fractures."

Vladimir with his family before the warImage source, Family handout/BBC
Image caption,
Vladimir with his family before the war

Dominica - whose pictures her grandfather almost caresses on his phone - was killed instantly. Her mother died from her injuries the next day.

As broken as he is, Vladimir is trying to stay strong for his second daughter, Diana. She was also critically wounded in the blast and was about to undergo emergency surgery.

But he could not hide his pain. "God, why would you bring all this upon me? I was not supposed to bury my children, my lovely girls, I failed to protect you."

Il genocidio degli Ucraini

«La città di Mariupol sta vivendo un vero genocidio. La gente muore non solo a causa delle armi nemiche ma anche per l'odio... Centinaia di persone muoiono di fame, e non solo nella città ma anche nei suoi dintorni». Lo denuncia l'arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk nel 26esimo giorno di guerra in Ucraina. «Sui territori temporaneamente occupati si stanno perpetrando veri crimini contro l'umanità. Riceviamo quotidianamente notizie di una vera catastrofe umanitaria, di omicidi, saccheggi, stupri», denuncia ancora Shevchuk. Nel quotidiano videomessaggio, l'arcivescovo di Kiev racconta: «Stanotte in Ucraina il sangue è stato versato nuovamente. Le nostre città e i nostri villaggi hanno di nuovo tremato per i bombardamenti. E ancora una volta, fino ai cieli, alle orecchie di Dio, dalla terra ucraina si sono alzate le grida, i gemiti, il pianto». «Le persone - racconta Shevchuk stanno protestando contro i loro stupratori e assassini. E fanno capire che Kherson e le altre città dell'Ucraina, che sono oggi occupate, sono l'Ucraina e vogliono vivere in uno stato ucraino indipendente e libero. Chiedo a tutti noi di pregare per quelle persone che, con la forza, vengono deportate dall'Ucraina in Russia. Siamo di nuovo testimoni di un'ondata di deportazione forzata dei cittadini ucraini in un altro stato. Nessuno di noi sa quale destino li attende perché loro non lo possono decidere da soli».

 

FONTE:www.lastampa.it