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18/11/2015

Comprendere Eurabia

«L’Europa rischia di cadere come l’impero bizantino, viviamo già in uno stato di dhimmitudine e la storia si sta ripetendo». Bat Ye’or non nutre dubbi sulla minaccia che incombe sulla nostra civiltà. Scrittrice e studiosa di islam, cacciata dall’Egitto nel 1957 perché ebrea, oggi vive in Svizzera. Più del suo nome sono i libri che ha scritto a essere famosi, nei quali ha coniato i termini Eurabia e dhimmitudine, cioè la sottomissione all’islam per essere protetti e tollerati, che hanno ispirato anche Oriana Fallaci.

Nel suo ultimo libro "Comprendere Eurabia" (Lindau - 2015) sottolinea l’islamizzazione dell’Europa e i rischi che stiamo correndo. Lei descrive un’Europa anticristiana, antisemita, antioccidentale e fa risalire questa politica alla fine degli anni ’60.

«È stata la Francia a intraprendere questo cammino seguita dalla Germania, che teneva però un basso profilo. L’obiettivo era allearsi con il mondo arabo e a condurre il gioco erano quelli che avevano collaborato con il nazismo e che quindi odiavano gli ebrei e Israele. Lo dimostrano le loro dichiarazioni durante gli incontri e le conferenze nei paesi arabi, che ho trovato riprodotte nelle pubblicazioni della Lega Araba ma che non sono mai uscite sui media occidentali».

Che cosa ha spinto i leader europei a imboccare questa strada?

«Cercavano di rappacificarsi con il mondo arabo dopo la colonizzazione e allo stesso tempo avevano bisogno di stabilità e sicurezza per ottenere le risorse energetiche. Così politici e intellettuali hanno influenzato la politica europea accettando le condizioni imposte dalla Lega araba: il riconoscimento dell’Olp di Arafat, quindi la legittimazione del terrorismo palestinese e del jihad contro Israele».

L’antisemitismo, travestito da critica verso Israele, è ormai all’ordine del giorno. Molti ebrei hanno lasciato recentemente la Francia non solo per gli attentati d Parigi ma per il clima d’intolleranza che ormai si vive in molte città. La tanto sbandierata e auspicata integrazione è un fallimento?

«Sì, l’integrazione è fallita, non si possono integrare milioni di persone. E poi i migranti musulmani hanno voluto mantenere le loro radici e tradizioni, rigettando quelle del paese che li ospitava. Chi voleva integrarsi lo ha fatto, ma è una minoranza esigua».

I musulmani possono integrarsi in paesi non musulmani?

«Quelli che vogliono intyegrarsi possono farlo e lo hanno fatto, ma il Corano lo vieta esplicitamente. Nell’islam c’è odio e rigetto verso le altre religioni, concetto inesistente nel buddismo, cristianesimo, induismo, ebraismo... Poi, in Occidente le istituzioni e le leggi sono create dall’uomo mentre per i musulmani la fonte del diritto sta nella sharia perché è dettata da Allah. Ecco perché i governi europei hanno scelto il multiculturalismo: consente a tutti di vivere in un paese europeo senza integrarsi».

Siamo passati dall’Olp ad Al Qaida fino ad arrivare all’Isis. Quarant’anni di terrorismo islamico e l’atteggiamento dell’Europa non è cambiato. Non ha compreso la minaccia o fa finta di non capire?

«La capiscono, la conoscono meglio di noi, per questo hanno scelto la dhimmitudine e collaborano con i movimenti radicali musulmani invece di allearsi con quelli moderati. L’Europa ha scelto di appoggiare l’integralismo, dai terroristi palestinesi in poi, sperando di avere protezione. Così non abbiamo aiutato i musulmani riformisti. Un grave errore, anzi, un crimine».

In Italia i guerriglieri di Arafat sono sempre stati mitizzati dalla sinistra. E questa infatuazione è continuata. Il terrorismo palestinese ha causato 83 morti e 227 feriti, eppure non esistono celebrazioni o ricordi ufficiali per loro come accade per le vittime del terrorismo rosso, nero o mafioso.

«Hanno nascosto anche la strage di Bologna».

C'era il cosiddetto "lodo Moro" cioè l'immunità per i terroristi palestinesi che operavano in Italia. Sono passati 40 anni e l’Italia non è stata ancora colpita dal terrorismo islamico. Un linea di continuità con quella politica?

«La politica non è cambiata e vale per tutta l’Europa. L’Europa non riconosce il terrorismo palestinese perché è loro amico. E' quindi è suo dovere mettere sullo stesso piano vittime e terroristi». Il parlamento italiano ha anche istituito la giornata del ricordo delle vittime del terrorismo nel 2007, con tanto di libro curato dal Quirinale che conteneva tutti i nomi dei morti per mano dei terroristi. Ma le vittime dei terroristi palestinesi sono state escluse. «Questa politica è stata impiosta non solo all'Italia ma a tutti paesi dell'Unione europea».

La nascita del Califfato non è solo minaccia per l’Occidente ma ha creato anche dissidi all’interno del mondo islamico.

«Sciiti e sunniti si sono sempre combattuti e uccisi tra loro e questa guerra continua. Ma ci sono anche guerre fra fazioni musulmane per avere un posto al sole, per dominare la regione. Queste popolazioni non hanno mai formato nazioni come noi le conosciamo. Vengono tutti da tribù dell'Arabia e dello Yemen e sono rimasti radicati alle loro origini tribali. Solo dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa ha diviso queste regioni e creato nazioni artificiali per rimpiazzare il senso religioso dell’umma, la totalità del mondo musulmano, con un'ideologia laica e nazionalista. Ma non ha funzionato perché è contraria allo spirito dell’islam, che vede da una parte il suo campo e dall’altra parte il campo degli infedeli senza badare alla nazionalità».

All’attuale destabilizzazione del Mediterraneo ha contribuito pesantemente l’appoggio dell’Occidente alle primavere arabe. La folle idea di esportare la democrazia si è rivelata un boomerang?

«America ed Europa volevano appoggiare il movimento dei Fratelli musulmani. Credevano che mettendoli al potere avrebbero potuto controllarli ed evitare il jihadismo. Obama pensava di farsi nuovi amici, ma ha fallito».

Foreign fighters e terroristi solitari. I giovani musulmani cresciuti ed educati in Europa stanno facendeo scelte estreme. Molti analisti dicono che sia un problema d’identità.

«Certo, devono ritrovare l’identità islamica che proibisce al musulmano di integrarsi nella cultura degli infedeli. Sono influenzati su internet dai radicali che li fanno sentire in colpa perché non si comportano da buoni musulmani e perché vivono in Paesi che fanno la guerra ai musulmani, come in Afghanistan».

La Russia ha rotto gli indugi scendendo in campo contro l’Isis. Perché Obama non vuole collaborare con Mosca nella lotta al Califfato e continua ad affidarsi ad alleati ambigui come l’Arabia Saudita e la Turchia?

«Obama si affida ad alleati ambigui perché ha adottato la politica dei Fratelli musulmani e si è circondato di consiglieri che condividono questa politica. Lui è stato educato nelle scuole islamiche e non ha la sensibilità di un cristiano ma di un musulmano. L’ambizione del mondo islamico è che riprenda la lotta tra Occidente e Russia. Ci sono documenti che rivelano questo sentimento: la guerra fredda è stata un periodo d’oro per lo sviluppo dell’islamismo. L’Occidente lo ha incoraggiato con la scusa di combattere l’ateismo comunista e ha supportato questi movimenti religiosi in funzione anti Urss. Dopo la caduta del Muro, il mondo islamico ha spinto e continua a spingere per dividere ancora i due blocchi».

Lei sostiene che in Europa è stata tessuta una ragnatela che influenza la politica, il mondo dell’informazione, la cultura, le università. Come ci sono riusciti?

«Questa politica è stata imposta dalla Commissione europea con la propaganda, dalla tv al cinema, e su indicazione della fondazione Anna Lindh che controlla tutto ciò che si scrive in Europa sul mondo islamico. La fondazione Anna Lindh è la rete delle reti. Quelli che parlano del jihad sono isolati, rischiano il posto, con la minacce, con la paura. Oggi possiamo parlare di pensiero unico. La cultura per svilupparsi ha bisogno di libertà e non c’è totale libertà di pensare e di scrivere. I nemici del jihad e gli amici di Israele sono stati finora molto coraggiosi a resistere nonostante le umiliazioni, le privazioni e le enormi pressioni della politica europea».

Di questo passo l’Europa soccomberà.

«Com’è accaduto all’Impero bizantino, che è stato islamizzato dall’interno e dall’esterno. Da un lato, i continui attacchi ai villaggi cristiani, con saccheggi e uccisioni: una sorta di terrorismo che ha creato un generale senso di insicurezza spingendo Costantinopoli a pagare un alto tributo ai sultani ottomani per evitare il jihad. Così facendo hanno svuotato le casse, privandosi delle risorse per mantenere un esercito efficiente. Dall’altro lato, la corruzione delle élites bizantine, che promuovevano l’islamismo nell’impero, e le rivalità tra i principi bizantini, che chiedevano sostegno ai turchi per combattere gli avversari interni ed erano poi costretti a ripagarli».

Ma che senso ha per un non musulmano arrendersi ai musulmani?

«Hanno accettato la dhimmitudine perché loro sono divenuti dhimmi per non affrontrare il jihadismo. Conoscevano il jihadismo e non hanno voluto combatterlo, volevano trovare la pace a qualsiasi prezzo con il mondo islamico. Anche per questo non hanno voluto inserire nella Costituzone europea le radici giudaico-cristiane, prevedevano questi sviluppi. Chirac diceva che l'Europa è tanto cristiana quanto musulmana. Questo è il segno della nostra decadenza, una minaccia per la sopravvivenza della nostra civiltà».

FONTE www.ilgiornale.it

14/11/2015

Coran: source du mal!!!

Aucune lutte contre le terrorisme islamique ne pourra être suivie d'effet si on n'interdit pas la diffusion des idées haineuses et meurtrières contenues dans le Coran

Mais Cazeneuve dit: "Ce n'est pas un délit de prôner le djihad"

A vous de voir

Les médias parlent de terreur mais ils omettent de dire quelle est sa source : le coran.

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Ils ne vous diront pas dans quelles mosquées de l’UOIF ces terroristes priaient, quels sermons de quels imams ils écoutaient.

Les médias rapportent que François Hollande a déclaré que les attentats de vendredi sont un acte de guerre. Ils se gardent bien de développer. Faisons-le : cela veut dire que les guerriers sont sur le sol français. Cela veut dire que les guérriers sont français. Cela veut dire que c’est une guerre civile, déclenchée par l’Etat islamique (il vient de revendiquer les attentats, voir la revendication ci-dessous) sur le sol français où ils ont des combattants entraînés, qu’ils soient revenus du front syrien, irakien, ou arrivés parmi les réfugiés

Les médias disent que le couvre-feu a été décrété à Paris. Ils évitent de rappeler que la dernière fois que cela s’est produit, c’était face aux nazis pour que vous n’associez pas nazi à islam, alors que vous devriez clairement le faire.

Les médias affirment que le Bataclan était une prise d’otages. Ils mentent

Les médias affirment que le Bataclan était une prise d’otages. Ils mentent. L’Etat islamique ne prend pas d’otages, il les brûle vifs, les décapite, les réduit à l’esclavage. Les preneurs d’otages sont des gens qui réclament des choses, de l’argent, la libération de combattants, ils ont des demandes. Les « preneurs d’otages » du Bataclan n’avaient aucune demande. Des spectateurs ont tenté de négocier avec eux, ils n’avaient rien à négocier, ne demandaient rien. Il s’agissait non d’une prise d’otages, mais d’un acte terroriste destiné à tuer le plus possible des 1500 spectateurs.

Ces attentats n’étaient rien de plus qu’une répétition pour étudier le terrain et les réactions françaises

Les médias veulent que vous pensiez qu’une pareille attaque ne se reproduira plus. Ils ne vous disent pas que ces attentats n’étaient rien de plus qu’une répétition, pour l’Etat islamique. Ces attentats étaient destinés à être analysés par les stratèges de l’Etat islamique, afin de comprendre comment les Français réagissent, quels sont leurs points faibles et leurs points forts, afin que la prochaine attaque soit plus sanglante, plus mortelle, plus destructrice encore.

Les médias indiquent que François Hollande a fermé les frontières. Cela veut dire quoi ? Nous avons laissé entrer trop de terroristes, nous n’en voulons plus ? 

Les médias indiquent que François Hollande a fermé les frontières. Cela veut dire quoi ? Nous avons laissé entrer trop de terroristes, nous n’en voulons plus ? Aucun journaliste ne vous dit pourquoi Hollande a fermé les frontières. Pourquoi les fermer puisque depuis 2 mois les migrants et réfugiés sont présentés comme des innocentes victimes à qui une main humanitaire doit être tendue, voire même des médecins et diplômés qui sont une chance pour la France ?

La réalité est que le gouvernement sait que des djihadistes infiltrent les flots de migrants.

L’avouer est impensable : ce serait avouer qu’il ne contrôle pas la situation, qu’il ne sait pas qui sont les terroristes et qui sont les réfugiés. Ce serait avouer que des centaines, des milliers, sont déjà là.

Mais posons-nous la question : sans ces horribles attentats, les frontières seraient donc restées ouvertes ? Ceux que la France veut maintenant bloquer seraient donc entrés …

Pourquoi le couvre feu ? Les médias ont-ils indiqué que la police se rend chez les musulmans soupçonnés d’affinités avec l’islam radical, et confisquent les armes qu’ils découvrent ? Faire cela maintenant au lieu d’hier a coûté la vie à 160 personnes, fait 200 blessés. Voilà pourquoi les médias restent discrets sur la question

Les médias ont rapporté que deux explosions suicides se sont produites à l’extérieur du stade où se trouvait François Hollande. Ils n’ont pas cité les analyses des services de renseignements, qui pensent qu’il s’agissait d’une diversion pour faire sortir le président du stade et le faire assassiner, projet qui a avorté pour une raison pour l’instant inconnue.

Les médias ont-ils révélé que la police recherche les têtes pensantes derrière cette attaque ?

Ont-ils expliqué que l’Etat islamique a commis cet attentat en partie pour faire sa publicité et éliminer le rival al Qaïda ? Ont-ils dit que l’Etat islamique regarde les émissions de télévision française, voit les médias affirmer que l’islam est une religion de paix, que les mises en garde de l’extrême droite sur le danger islamique sont du populisme, et qu’il ne faut surtout rien faire contre ces braves salafistes qui ne sont là que pour rapporter un message d’amour. Ils ont compris la faiblesse de l’occident, ont compris qu’il est passif, qu’il ne réagira pas, alors ils frappent les plus faibles, les plus faciles à atteindre, ceux qui refusent d’affronter la réalité et se cachent la tête dans le sable politiquement correct.

Les terroristes étaient 8. 7 d’entre eux se sont fait exploser. Cela, les médias l’ont publié. Ils sont restés très discrets en revanche sur les liens entre ces attentats et celui contre l’avion russe qui a fait 224 morts il y a 15 jours en Egypte. Ils ont caché que dans les deux cas, c’est l’économie du tourisme qui est visé, Paris étant la ville la plus visitée au monde par les touristes et l’Egypte vivant du tourisme. Pourquoi ? Pour minimiser le niveau d’organisation et d’expertise, de préparation et surtout des réseaux que l’Etat islamique a créé.

Les terroristes étaient 8 oui. Mais combien de personnes ont assisté à la logistique ? La fourniture de l’armement, des munitions, les artificiers pour la préparation des ceintures d’explosif, les planques, les moyens de transport, la surveillance, les repérages, les communications. Rien de tout cela n’a été détecté par la DGSI ! Des dizaines de terroristes, vivant sur le sol français, de nationalité française pour certains, ont participé à ces attentats sans soulever le moindre soupçon. Comment les services de renseignement français ont-ils pu à ce point, et une nouvelle fois, faillir ?

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Annonce de Daech

 

Comme le cheval de Troie, l’ennemi est sur place. Votre ennemi, votre bourreau de demain. Dans les banlieues, hier soir, on faisait la fête. A Calais, les migrants au lieu de partager la peine de leurs hôtes français se réjouissaient et hurlaient de joie dans les rues.

Enfin, si les responsables des attentats sont bien l’Etat islamique, les médias ne vous diront pas que cela représente pour eux une immense publicité positive, c’est à dire des vagues de recrutements spontanées, des dons supplémentaires de riches arabes, certains qui possèdent des hôtels et ont investis leurs capitaux en France…

Pour terminer, les victimes de ces attentats sont les nouvelles victimes du pacifisme. L’histoire n’enseigne jamais rien à ceux qui prônent l’apaisement face aux barbares : l’apaisement envoie toujours un signe de faiblesse qui encourage les tueurs.

Disons encore que de nombreux musulmans ont été victimes de ces attentats. Dire qu’ils sont l’islam est un mensonge qui coutera beaucoup d’autres vies car c’est pointer le doigt dans la mauvaise direction. Le vrai islam est celui qui a tué. Le faux islam est celui des musulmans qui ne respectent pas la lettre du coran, qui préfèrent suivre les lois démocratiques plutôt que la charia, et ceux-là méritent notre respect car s’ils tombent entre les mains des vrais musulmans, le coran leur donne l’ordre de les tuer.

Disons enfin que sur les forums, des messages de l’Etat islamique expliquent qu’ils espèrent que les « infidèles » vont s’en prendre aux musulmans de France, ceux qui sont modérés à nos yeux, mais apostats aux leurs, et les forcer à choisir leur camp : soit l’occident, soit l’islam, dans l’espoir de pousser les mauvais musulmans vers l’islam du djihad.

Reproduction autorisée avec la mention suivante : © Jean-Patrick Grumberg pour Dreuz.info.

 

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02/11/2015

Les criminels islamo nazis "modérés" syriens enferment des civils alaouites

Les criminels islamo nazis "modérés" syriens enferment des civils alaouites dans des camions pour servir de boucliers humains

Les ordures islamo wahhabites ( soutenues par la coalition arabo occidentale) enferment des civils alaouites, hommes et femmes, voire enfants, dans des cages métalliques placées sur des camions pour les amener sur des cibles stratégiques susceptibles d'être frappées par l'aviation Russe ou les troupes d'Assad

Ils en font étalage sur TWITTER

Propagande de destruction et de mort mahométaine sur internet

C'est beau le progrès...islamique!

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L'Etat Islamique cherche à éliminer Viktor Orban

Le rétablissement des frontières par Viktor Orban a provoqué l’ire de l’Etat Islamique. S’il fallait des preuves que l’invasion est observée et peut-être organisée par l’organisation islamique, nous l’avons désormais.

Epoch Times, (lien en bas de page), nous rapporte qu’en raison du succès de la clôture de la frontière entre son pays et la Serbie, le Premier Ministre hongrois et sa famille sont désormais sous haute protection anti-terroriste.

Depuis la mise en place du mur de barbelés, l’Etat Islamique considère le Premier ministre hongrois comme son ennemi

Le quotidien de Budapest, Magyar Idök, informe que la politique de rétablissement des frontières par Viktor Orban, aurait provoqué l’ire de l’Etat Islamique. En conséquence, depuis peu, le Premier ministre est sous protection des services anti terroriste, TEK, ainsi que sa famille. L’ancien adjoint au ministre de la Défense Hongrois, Jozsef Horvath, a déclaré que depuis la mise en place du mur de barbelés, l’Etat Islamique considère le premier Ministre et son entourage comme des ennemis. Il n’y a pratiquement plus de migrants qui arrivent à passer la frontière hongroise depuis la mise en place de ces barbelés. Ce qui a dévié la route de l’invasion par la Croatie et la Slovénie, à travers l’Autriche. Des clôtures barbelées seraient désormais prévues également à la frontière autrichienne.

Mardi, la ministre de l’Intérieur autrichienne, Johanna Mikl-Leitner, qui était en visite à la frontière, prêt de Spielfeld, où l’on a pu voir les impressionnantes images de l’invasion traverser le petit village, a évoqué la possibilité d’une construction de « barrières techniques ». Cependant, à la Chancellerie, on ne veut pas entendre parler de « clôtures » : « En ce qui concerne les ‘barrières techniques’, l’on pourrait appliquer de simples barrières » estime aujourd’hui le quotidien Autrichien Krone.

L’Autriche a atteint ses limites du nombre des « réfugiés ». Les camps d’urgence se remplissent de plus en plus, et le flux en provenance du sud est désormais plus important que celui qui vient du nord, déclare Mikl-Leitner. La situation pourrait encore être maitrisée, cependant l’escalade est aussi possible. Ceci « dépendrait de la météo ». « Nous devons nous préparer à cette éventualité » déclare Mikl-Leitner.

Des groupes de migrants de plus en plus agressifs

Des groupes de migrants sont de plus en plus agressifs. C’est la raison pour laquelle il faut prendre des mesures de sécurité à la frontière du sud afin de contrôler une entrée ordonnée vers l’Autriche, a estimé la ministre de l’Intérieur au journal Krone.at.

Concernant la politique migratoire de la Hongrie, la vice-présidente du PE, la responsable de la délégation des Verts, Ulrike Lunacek, alerte contre « l’orbanisation du Parti Populaire Autrichien ». De manière récurrente, cette dernière s’oppose à l’établissement de clôtures et de murs aux frontières. Elles seraient « l’expression de l’échec ». Les fonds seraient mieux utilisés en mettant en place des villages provisoires de containers pour héberger les migrants.

Ai-je besoin de commenter davantage les faits ?

Il est clair que ce tsunami migratoire, outre ceux qui fuient vraiment les guerres, est le fait de l’Etat Islamique, qui voit dans ce chaos une manière expéditive de conquérir l’Europe par la force.

Ils l’ont annoncé, ils passent à l’action, pendant que l’on tergiverse sur les murs, clôtures ou non.

Hildegard von Hessen am Rhein

epochtimes.de

Reproduction autorisée avec la mention suivante : © Hildegard von Hessen am Rhein pour Dreuz.info.

L'islam non rispetta nulla, neppure i morti

Non solo la tomba dimenticata di Vittorio Emanuele III, il Re Soldato che è sepolto in Egitto, sotto il tiro dell'Isis, come ci ha ricordato ieri, in una lettera accorata e composta, sua nipote Maria Gabriella di Savoia.

Ci sono anche i resti di 7.800 italiani, abbandonati al cimitero di Tripoli, nella Libia lacerata dalla guerra civile e in alcune aree sotto il controllo degli integralisti islamici. Bruno Dalmasso, ultimo custode italiano del cimitero di Hammangi, fuggito in Italia, fa sentire la sua voce dopo le profanazioni dei seguaci dei tagliagole islamici: «Portiamo in Italia quei resti. Gli estremisti islamici li hanno profanati due volte».

Di fronte ai tagliagole bisogna pensare ai vivi minacciati dagli estremisti islamici, ma non vanno dimenticati i morti che rischiano di venir dissacrati dai seguaci delle bandiere nere. Un mese fa gli integralisti sono entrati nel cimitero italiano di Tripoli con un bulldozer, che ha sfondato il muro di cinta e profanato, per l'ennesima volta, l'ultimo luogo di riposo di quasi 8mila connazionali.

«Portiamoli via, in Italia. Non è neanche tanto difficile. I resti sono in piccole cassette che possono venir stivate nei container. Altrimenti non resterà più nulla» lancia l'appello Bruno Dalmasso, ultimo custode del cimitero di Hammangi. Per 40 anni è rimasto in Libia fra colpi di stato, bombardamenti, rivolte e ha lasciato Tripoli solo nel 2014 quando l'ambasciata italiana ha chiuso i battenti. «Dalla capitale libica mi hanno informato che un mese fa quelli con le barbe lunghe (i salafiti, estremisti islamici nda) hanno sfondato il muro entrando nel cimitero con un bulldozer. Lo hanno profanato e devastato già due volte. Prima i ladri e adesso gli islamici» racconta il veterano d'Africa che ha 81 anni e vive in provincia di Imperia.

Il regime di Gheddafi aveva fatto togliere il Cristo all'ingresso della parte monumentale progettata da Paolo Caccia Dominioni. «Era rimasto il grande crocifisso, ma una sera, dopo la caduta del colonnello, sono venuti e hanno portato via pure quello. Le altre croci sono state tutte spezzate e diverse cassette profanate con le ossa sparse per terra - spinge Dalmasso - Oramai non si tratta più di livore contro gli italiani, ma di rabbia religiosa. Sono islamici estremisti, che odiano i cristiani». Lo strazio del cimitero di Tripoli gli ha cancellato un pezzo di vita: «Cosa aspettiamo? Bisogna portare via i nostri morti. Se non lo faremo raderanno tutto al suolo».

Quaglio Maria, Patanè Bruno, Campagna Carmela sono i nomi incisi sulle lastre di marmo, che ti fanno scoprire come i primi commercianti italiani nel Nord Africa furono sepolti nel 1831. La salma di Italo Balbo è stata riportata in patria come i resti di 28mila militari che Gheddafi non voleva.

Nell'ufficio del custode e sulle mura del cimitero sono comparse scritte inneggianti alla rivoluzione contro Gheddafi e Allah o akbar, Dio è grande. In salvo sono finite solo le statue dei leoni all'ingresso portati nel cortile dell'ambasciata italiana. E la lapide ristrutturata di Balbo, abbattuto per sbaglio, o meno, dalla nostra contraerea sui cieli di Tobruk nel 1940. I nostri militari, che addestravano i libici a Tripoli prima dello scoppio della guerra fra milizie, l'hanno imbarcata sull'ultimo C130 per Roma.

«Per portare a casa i resti di oltre 7mila italiani da Tripoli bisognerebbe mandare i paracadutisti. Ma c'è stato un precedente. A Mogadiscio, una decina di anni fa, le Corti islamiche devastarono il nostro cimitero. I servizi con pochi soldi riuscirono a farsi consegnare i resti degli italiani» spiega Alfredo Mantica, che da sottosegretario agli Esteri aveva inaugurato il camposanto ristrutturato di Tripoli nel 2009.

Dopo il primo recupero, la rivolta contro il colonnello, ha provocato le devastazioni. Nel 2012 ci sono stati i secondi lavori di ristrutturazione, ma lo scempio è continuato a singhiozzo. «Banca Intesa aveva messo a disposizione 90mila euro per mettere in sicurezza il cimitero e recuperare le salme degli italiani sepolti in giro per la Libia. Purtroppo le devastazioni non si sono fermate» spiega Giancarlo Consolandi, dell'Associazione ex allievi delle scuole cristiane in Libia.

Pure lui conferma la storia del bulldozer: «Le poche notizie che abbiamo arrivano da chi seppellisce i migranti cristiani che muoiono a Tripoli» prima di imbarcarsi per l'Italia. Con l'avanzata delle bandiere nere «c'è forte preoccupazione per il cimitero, ma pure per i siti archeologici di Sabrata, Cirene ed Apollonia, che potrebbero venir distrutti dalla furia iconoclasta».

Giovanan Ortu storica presidente dell'Associazione italiani rimpatriati dalla Libia nel 1970 aveva preso contatti fra Roma e Latina per trovare un luogo di sepoltura adatto ai quasi 8mila defunti di Tripoli. «Dopo le continue devastazioni pensavamo di portarli in patria - conferma Ortu - Poi la situazione è precipitata. L'ambasciata è stata evacuata ed in questo momento penso ai vivi, agli stessi libici in balia del caos».

TRIPOLI, IL CIMITERO ITALIANO VIOLATO: GUARDA IL VIDEO

FONTE www.ilgiornale.it