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18/11/2015

Comprendere Eurabia

«L’Europa rischia di cadere come l’impero bizantino, viviamo già in uno stato di dhimmitudine e la storia si sta ripetendo». Bat Ye’or non nutre dubbi sulla minaccia che incombe sulla nostra civiltà. Scrittrice e studiosa di islam, cacciata dall’Egitto nel 1957 perché ebrea, oggi vive in Svizzera. Più del suo nome sono i libri che ha scritto a essere famosi, nei quali ha coniato i termini Eurabia e dhimmitudine, cioè la sottomissione all’islam per essere protetti e tollerati, che hanno ispirato anche Oriana Fallaci.

Nel suo ultimo libro "Comprendere Eurabia" (Lindau - 2015) sottolinea l’islamizzazione dell’Europa e i rischi che stiamo correndo. Lei descrive un’Europa anticristiana, antisemita, antioccidentale e fa risalire questa politica alla fine degli anni ’60.

«È stata la Francia a intraprendere questo cammino seguita dalla Germania, che teneva però un basso profilo. L’obiettivo era allearsi con il mondo arabo e a condurre il gioco erano quelli che avevano collaborato con il nazismo e che quindi odiavano gli ebrei e Israele. Lo dimostrano le loro dichiarazioni durante gli incontri e le conferenze nei paesi arabi, che ho trovato riprodotte nelle pubblicazioni della Lega Araba ma che non sono mai uscite sui media occidentali».

Che cosa ha spinto i leader europei a imboccare questa strada?

«Cercavano di rappacificarsi con il mondo arabo dopo la colonizzazione e allo stesso tempo avevano bisogno di stabilità e sicurezza per ottenere le risorse energetiche. Così politici e intellettuali hanno influenzato la politica europea accettando le condizioni imposte dalla Lega araba: il riconoscimento dell’Olp di Arafat, quindi la legittimazione del terrorismo palestinese e del jihad contro Israele».

L’antisemitismo, travestito da critica verso Israele, è ormai all’ordine del giorno. Molti ebrei hanno lasciato recentemente la Francia non solo per gli attentati d Parigi ma per il clima d’intolleranza che ormai si vive in molte città. La tanto sbandierata e auspicata integrazione è un fallimento?

«Sì, l’integrazione è fallita, non si possono integrare milioni di persone. E poi i migranti musulmani hanno voluto mantenere le loro radici e tradizioni, rigettando quelle del paese che li ospitava. Chi voleva integrarsi lo ha fatto, ma è una minoranza esigua».

I musulmani possono integrarsi in paesi non musulmani?

«Quelli che vogliono intyegrarsi possono farlo e lo hanno fatto, ma il Corano lo vieta esplicitamente. Nell’islam c’è odio e rigetto verso le altre religioni, concetto inesistente nel buddismo, cristianesimo, induismo, ebraismo... Poi, in Occidente le istituzioni e le leggi sono create dall’uomo mentre per i musulmani la fonte del diritto sta nella sharia perché è dettata da Allah. Ecco perché i governi europei hanno scelto il multiculturalismo: consente a tutti di vivere in un paese europeo senza integrarsi».

Siamo passati dall’Olp ad Al Qaida fino ad arrivare all’Isis. Quarant’anni di terrorismo islamico e l’atteggiamento dell’Europa non è cambiato. Non ha compreso la minaccia o fa finta di non capire?

«La capiscono, la conoscono meglio di noi, per questo hanno scelto la dhimmitudine e collaborano con i movimenti radicali musulmani invece di allearsi con quelli moderati. L’Europa ha scelto di appoggiare l’integralismo, dai terroristi palestinesi in poi, sperando di avere protezione. Così non abbiamo aiutato i musulmani riformisti. Un grave errore, anzi, un crimine».

In Italia i guerriglieri di Arafat sono sempre stati mitizzati dalla sinistra. E questa infatuazione è continuata. Il terrorismo palestinese ha causato 83 morti e 227 feriti, eppure non esistono celebrazioni o ricordi ufficiali per loro come accade per le vittime del terrorismo rosso, nero o mafioso.

«Hanno nascosto anche la strage di Bologna».

C'era il cosiddetto "lodo Moro" cioè l'immunità per i terroristi palestinesi che operavano in Italia. Sono passati 40 anni e l’Italia non è stata ancora colpita dal terrorismo islamico. Un linea di continuità con quella politica?

«La politica non è cambiata e vale per tutta l’Europa. L’Europa non riconosce il terrorismo palestinese perché è loro amico. E' quindi è suo dovere mettere sullo stesso piano vittime e terroristi». Il parlamento italiano ha anche istituito la giornata del ricordo delle vittime del terrorismo nel 2007, con tanto di libro curato dal Quirinale che conteneva tutti i nomi dei morti per mano dei terroristi. Ma le vittime dei terroristi palestinesi sono state escluse. «Questa politica è stata impiosta non solo all'Italia ma a tutti paesi dell'Unione europea».

La nascita del Califfato non è solo minaccia per l’Occidente ma ha creato anche dissidi all’interno del mondo islamico.

«Sciiti e sunniti si sono sempre combattuti e uccisi tra loro e questa guerra continua. Ma ci sono anche guerre fra fazioni musulmane per avere un posto al sole, per dominare la regione. Queste popolazioni non hanno mai formato nazioni come noi le conosciamo. Vengono tutti da tribù dell'Arabia e dello Yemen e sono rimasti radicati alle loro origini tribali. Solo dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa ha diviso queste regioni e creato nazioni artificiali per rimpiazzare il senso religioso dell’umma, la totalità del mondo musulmano, con un'ideologia laica e nazionalista. Ma non ha funzionato perché è contraria allo spirito dell’islam, che vede da una parte il suo campo e dall’altra parte il campo degli infedeli senza badare alla nazionalità».

All’attuale destabilizzazione del Mediterraneo ha contribuito pesantemente l’appoggio dell’Occidente alle primavere arabe. La folle idea di esportare la democrazia si è rivelata un boomerang?

«America ed Europa volevano appoggiare il movimento dei Fratelli musulmani. Credevano che mettendoli al potere avrebbero potuto controllarli ed evitare il jihadismo. Obama pensava di farsi nuovi amici, ma ha fallito».

Foreign fighters e terroristi solitari. I giovani musulmani cresciuti ed educati in Europa stanno facendeo scelte estreme. Molti analisti dicono che sia un problema d’identità.

«Certo, devono ritrovare l’identità islamica che proibisce al musulmano di integrarsi nella cultura degli infedeli. Sono influenzati su internet dai radicali che li fanno sentire in colpa perché non si comportano da buoni musulmani e perché vivono in Paesi che fanno la guerra ai musulmani, come in Afghanistan».

La Russia ha rotto gli indugi scendendo in campo contro l’Isis. Perché Obama non vuole collaborare con Mosca nella lotta al Califfato e continua ad affidarsi ad alleati ambigui come l’Arabia Saudita e la Turchia?

«Obama si affida ad alleati ambigui perché ha adottato la politica dei Fratelli musulmani e si è circondato di consiglieri che condividono questa politica. Lui è stato educato nelle scuole islamiche e non ha la sensibilità di un cristiano ma di un musulmano. L’ambizione del mondo islamico è che riprenda la lotta tra Occidente e Russia. Ci sono documenti che rivelano questo sentimento: la guerra fredda è stata un periodo d’oro per lo sviluppo dell’islamismo. L’Occidente lo ha incoraggiato con la scusa di combattere l’ateismo comunista e ha supportato questi movimenti religiosi in funzione anti Urss. Dopo la caduta del Muro, il mondo islamico ha spinto e continua a spingere per dividere ancora i due blocchi».

Lei sostiene che in Europa è stata tessuta una ragnatela che influenza la politica, il mondo dell’informazione, la cultura, le università. Come ci sono riusciti?

«Questa politica è stata imposta dalla Commissione europea con la propaganda, dalla tv al cinema, e su indicazione della fondazione Anna Lindh che controlla tutto ciò che si scrive in Europa sul mondo islamico. La fondazione Anna Lindh è la rete delle reti. Quelli che parlano del jihad sono isolati, rischiano il posto, con la minacce, con la paura. Oggi possiamo parlare di pensiero unico. La cultura per svilupparsi ha bisogno di libertà e non c’è totale libertà di pensare e di scrivere. I nemici del jihad e gli amici di Israele sono stati finora molto coraggiosi a resistere nonostante le umiliazioni, le privazioni e le enormi pressioni della politica europea».

Di questo passo l’Europa soccomberà.

«Com’è accaduto all’Impero bizantino, che è stato islamizzato dall’interno e dall’esterno. Da un lato, i continui attacchi ai villaggi cristiani, con saccheggi e uccisioni: una sorta di terrorismo che ha creato un generale senso di insicurezza spingendo Costantinopoli a pagare un alto tributo ai sultani ottomani per evitare il jihad. Così facendo hanno svuotato le casse, privandosi delle risorse per mantenere un esercito efficiente. Dall’altro lato, la corruzione delle élites bizantine, che promuovevano l’islamismo nell’impero, e le rivalità tra i principi bizantini, che chiedevano sostegno ai turchi per combattere gli avversari interni ed erano poi costretti a ripagarli».

Ma che senso ha per un non musulmano arrendersi ai musulmani?

«Hanno accettato la dhimmitudine perché loro sono divenuti dhimmi per non affrontrare il jihadismo. Conoscevano il jihadismo e non hanno voluto combatterlo, volevano trovare la pace a qualsiasi prezzo con il mondo islamico. Anche per questo non hanno voluto inserire nella Costituzone europea le radici giudaico-cristiane, prevedevano questi sviluppi. Chirac diceva che l'Europa è tanto cristiana quanto musulmana. Questo è il segno della nostra decadenza, una minaccia per la sopravvivenza della nostra civiltà».

FONTE www.ilgiornale.it

05/10/2015

La moschea come scuola dell'odio maomettano

L'espulsione lo scorso 28 agosto dell'imam di Schio, l'algerino Sofiane Mezzereg, per aver indottrinato genitori e bambini al rifiuto della musica e a vivere conformemente a quanto ha prescritto Allah e a quanto ha detto e ha fatto Maometto, al punto da indurli a esaltare il terrorismo, non è un caso isolato.

È piuttosto la punta dell'iceberg.

La verità è che nelle moschee e nelle scuole coraniche d'Italia gli imam ortodossi e zelanti praticano il lavaggio di cervello inculcando il rifiuto e l'odio della nostra civiltà nel nome del «vero islam». La verità è che questi imam non sono un corpo estraneo o contrastante con le «comunità islamiche» che li seguono, ma rappresentano una realtà ideologica speculare e diffusa nel nostro Paese. Ma soprattutto è vero che il «nemico» da combattere e sconfiggere non sono né i singoli imam né l'insieme delle «comunità islamiche», ma è l'islam stesso che li ispira e che impone loro di invaderci strumentalizzando le nostre leggi e di sottometterci per imporci la sharia, la legge islamica.

Così come è vero che la strategia di islamizzazione dell'Italia e dell'Europa si sta attuando solo perché siamo noi italiani ed europei a consentirlo e persino a favorirlo, assoggettandoci alla dittatura del relativismo valoriale, perseguendo l'ideologia del multiculturalismo e del meticciato antropologico e culturale, per ingenuità, ignoranza, odio di se stessi, paura, interesse materiale o condivisione dell'islam.

In un'intervista pubblicata ieri dal «Giornale di Vicenza», l'imam Mezzereg sostiene candidamente: «Non ho mai fatto niente di male, ho solo portato avanti la mia missione religiosa», «voglio insegnare ai miei fratelli il vero islam». Nello specifico spiega che «Maometto ha detto che gli strumenti musicali sono un peccato», «invece che fare musica, è meglio se i bambini studiano la matematica, sono le parole del Profeta».

I fatti che hanno portato alla sua espulsione «per motivi di ordine pubblico» risalgono allo scorso gennaio, quando tre bambini di origine maghrebina della scuola elementare Marconi di Schio si tapparono le orecchie con le mani, dicendo che la musica è peccato e spiegando che l'imam aveva proibito loro di ascoltarla. E ai loro compagni dissero convintamente: «Quando siamo grandi torniamo in Italia con le bombe e vi facciamo saltare in aria. Vi ammazziamo tutti».

A fronte di questi gravissimi fatti, registriamo non solo la reazione indignata dell'imam, ma anche il sostegno ricevuto dai gestori e dai fedeli della sua moschea, il Centro islamico «La Guida Retta» di Schio. L'ex presidente, Abderrazzak Frimane, ha detto: «Questa inchiesta è una bomba che ha colpito Schio, una città accogliente, dove predicava un grandissimo imam, Sofiane, un uomo giusto. Qualcuno lo avrà sulla coscienza».

Ancor più significativa è la solidarietà espressa dalle insegnanti della scuola elementare Marconi: «Noi maestre siamo rimaste di stucco. Mezzereg era venuto diverse volte a scuola perché uno dei suoi figli frequentava qui, ma si era sempre comportato in maniera distinta e corretta». Viene sminuita l'importanza del fatto dei bambini che si sono tappate le orecchie perché la musica è peccato, dato che «è durato un giorno». Da rilevare che questa scuola elementare ha ben il 60% di bambini stranieri ed è stata elogiata come modello di integrazione.

Ricordo che quando il 6 settembre 2005 si decise di chiudere la scuola coranica della moschea di viale Jenner a Milano, dove circa 500 bambini da ben 15 anni venivano indottrinati ad esaltare la «guerra santa islamica» nell'inno mattutino, mentre sui testi veniva inculcata loro la cultura dello scontro, della separazione identitaria, della violenza religiosa e del martirio islamico, il prefetto Bruno Ferrante ne ordinò la chiusura non perché illegale, ma banalmente per «inagibilità dei locali». Fu così che si trasferì prima nei locali della moschea di via Quaranta e infine nei locali in via Ventura messi a disposizione dalle Acli. Le istituzioni non sanzionarono né i predicatori d'odio che praticavano il lavaggio di cervello ai bambini né i genitori che sottraevano i figli al dovere della scuola dell'obbligo. All'opposto assecondarono gli islamici aiutandoli a preservare la loro scuola coranica sotto mentite spoglie. Ecco perché sono preoccupato non tanto per l'arbitrio, l'arroganza e la violenza degli islamici, quanto per l'ignoranza, l'ignavia e la collusione ideologica degli italiani.

MAGDI ALLAM  su www.ilgiornale.it

leggere MAGDI ALLAM : ISLAM SIAMO IN GUERRA

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07/09/2015

La politica criminale dell'UE

siria,profughi,erdogan,islamismo,terrorismoMentre i terroristi dello «Stato islamico» dell'Isis sono a 8 chilometri dal centro di Damasco, pronti a dare la spallata finale al regime laico di Assad e prossimi a perpetrare il genocidio di cristiani, alauiti e curdi, l'Unione Europea, da un lato, fa finta di niente per non inimicarsi la Turchia, dall'altro sembra essersi rassegnata ad accogliere decine di migliaia di siriani in fuga dalla guerra.

Da una guerra che è stata voluta nel 2012 da Unione Europea, Stati Uniti, Turchia, Qatar, Arabia Saudita e Kuwait, nel culmine del fervore per la menzogna mediatica della «Primavera araba», che ha disintegrato il territorio della Siria, posto fine ad uno Stato sovrano, provocato finora oltre 215.000 morti.

Il comportamento dell'Unione Europea non è solo ipocrita, ma è criminale.

Perché dopo aver sostenuto non solo politicamente, ma anche finanziariamente e militarmente, una coalizione di terroristi islamici che hanno scatenato la sanguinosissima guerra civile, tra cui ci sono i Fratelli Musulmani, il Fronte Al Nusra (alleato di Al Qaeda, da cui è sorto prima lo «Stato islamico dell'Iraq» nel 2006, poi l'Isis nel 2013 e infine lo «Stato islamico» nel 2014), l'Esercito dei Mujahidin, il Fronte islamico, la Brigata Ahfad al Rasul (Discendenti di Maometto), ebbene l'Unione Europea continua a perseguire lo stesso obiettivo dei terroristi islamici, Isis compreso, ossia la caduta del regime laico di Assad.

Ci rendiamo conto che, se oggi quest'Europa si divide sull'accoglienza di decine di migliaia di siriani, cosa accadrà quando diventeranno centinaia di migliaia e poi milioni, nel momento in cui l'Isis controllerà tutta la Siria e poi l'Iraq, con il proliferare delle teste mozzate e il fuggi fuggi generale?

La Turchia è lo specchio fedele dell'ipocrisia e del crimine.

Erdogan è il grande burattinaio del terrorismo islamico dei tagliagole dell'Isis e dei taglialingue dei Fratelli Musulmani. Lo «Stato islamico» dell'Isis non potrebbe sopravvivere 24 ore senza la disponibilità della Turchia ad acquistare il suo greggio, a fornirgli armi e a far transitare decine di migliaia di terroristi islamici lungo la propria frontiera. Al tempo stesso la Turchia è diventata la roccaforte dei Fratelli Musulmani, ancor prima che venissero estromessi dal potere nel 2013 in Egitto, dove nacquero nel 1928. Ebbene, è un dato di fatto che non solo l'Unione Europea ma anche gli Stati Uniti, sono sottomessi alla strategia della Turchia. Che, da un lato, sostiene i terroristi islamici e obbliga i siriani a fuggire, dall'altro favorisce l'invasione della Grecia, il nemico storico, da parte di decine di migliaia di siriani a partire dalle proprie coste.

Quest'Europa ipocrita e criminale ha l'ultima opportunità per impedire la caduta di Damasco e la fine del regime laico di Assad. Solo un'aspirante suicida può continuare a sostenere e condividere la strategia dei terroristi islamici e favorire la propria invasione da parte di milioni di persone in fuga da Siria e Iraq. Svegliamoci!

MAGDI ALLAM  su www.giornale.it