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15/10/2015

Renzi, ovvero il buffone delle COOP che sopprime la democrazia

Se le istituzioni europee nel loro attuale assetto rappresentano un pallido simulacro di democrazia, l'Italia è riuscita a creare qualcosa di peggiore: le modifiche costituzionali, che sono contenute nel cosiddetto DDL Boschi e che disegnano il nuovo Senato appena varato dal governo Renzi, sono la pietra tombale per la sovranità popolare in Italia.

Lo affermiamo serenamente,  riferendoci sia al metodo utilizzato per portare a compimento l'opera sia al suo orribile contenuto.

Solo in uno Paese sciagurato come il nostro si può tollerare che un presidente del Consiglio arrivato al potere restando al riparo dal processo elettorale (per usare l'ipocrita espressione del suo predecessore Monti), faccia passare con l'inganno — ricordiamo il giochetto fatto col Patto del Nazareno sull'accordo per il presidente della Repubblica — una riforma costruita a immagine e somiglianza del proprio partito. (click)

Perchè sia chiaro se il Porcellum fu una legge studiata dal centrodestra per tentare di agguantare il pareggio nelle elezioni politiche del 2006, tutte le riforme istituzionali fino ad oggi varate da Renzi sono figlie del medesimo scopo fazioso. Basta guardare a come sono stati delineati i nuovi collegi uninominali, che riescono a smembrare zone omogenee dal punto di vista socio-economico. E' sufficiente pensare che nel Senato, in quelle Regioni che daranno un massimo di due deputati, entrambi toccheranno alla maggioranza: caso strano, porzioni di territorio che storicamente esprimono governatori del PD. Ci sono addirittura collegi che transitano in altri cambiando la Provincia di appartenenza.

D'altronde cosa ci potremmo attendere da chi fa votare una riforma costituzionale attingendo a piene mani dai gruppi parlamentari degli altri partiti? In questi mesi il premier italiota, da consumato giocatore di poker — o meglio da imbonitore delle tre carte — ha infatti raccolto voti un po' qua un po' là. Qualunque sostegno gli ha fatto comodo, per il bene dell'Italia naturalmente. E anche per il bene del Partito Democratico. Vi sono stati transfughi dal Movimento Cinque Stelle, da Forza Italia e pure dalla Lega Nord. Renzi deve essere di bocca buona! Poi si sa, l'appetito vien mangiando… e alla fine è riuscito a chiudere con 179 voti. Sarebbe interessante capire se le transumanze — più o meno a gettone — valgano processualmente parlando solo per una parte politica oppure per tutte.

Come ci insegnano i casi Monte Paschi di Siena e Unipol, i processi hanno velocità diverse a seconda dei soggetti coinvolti. A parte questo, resta il contenuto di una riforma salutata da alcuni opinionisti come la soluzione di tutti i mali della nostra politica. Finalmente è stato superato il bicameralismo perfetto. Perbacco, che grande balzo in avanti! Peccato che sull'altare di un radioso avvenire sia stato sacrificato il diritto di voto dei cittadini: i senatori non verranno più votati dagli italiani, ma scelti da altri eletti. Scusate, ma l'Italicum non era stato fatto da Renzi anche con la scusa di mettere mano all'odiosa selezione delle segreterie di partiti? Miracoli della democrazia ad uso e consumo del PD, il cui stesso leader, dopo aver utilizzato le primarie come un Freccia Rossa per giungere velocemente a Palazzo Chigi, ora vorrebbe scegliere in solitaria i nomi dei candidati sindaco delle principali città italiane, Roma in testa. 

Il Senato della Repubblica disegnato da Renzi diventerà insomma una sorta di dopolavoro per alcuni consiglieri regionali,

Tornando al fastidio che Renzi prova verso il diritto al voto, non c'è nulla di cui stupirsi. Le avvisaglie c'erano già state con la pseudo abrogazione delle province, confezionate dal suo sodale Delrio. Anche lì la forma elettorale scelta per i Consigli provinciali fu quella dell'elezione indiretta: di fatto si tengono in piedi i centri di spesa, fingendo tuttavia che gli esecrandi palazzi — i quali drenano a piene mani i soldi pubblici — non esistano più. Però l'apparato è ancora lì e anzi continua ad accumulare debito agendo sempre più indisturbato.

Il Senato della Repubblica disegnato da Renzi diventerà insomma una sorta di dopolavoro per alcuni consiglieri regionali, un circolo Pickwick dove fare qualche apparizione senza lasciare il segno. C'è veramente da domandarsi se non sarebbe stato meglio tramutare il Senato in un museo, come hanno detto alcuni, invece che ridurlo a tali macerie.

I senatori non verranno più votati dagli italiani, ma scelti da altri eletti

In un contesto del genere sorridiamo amaramente ripensando alla riforma costituzionale varata dal Governo di centrodestra nel 2005/06, che avrebbe introdotto già allora la fine del bicameralismo perfetto, mantenendo però un Senato elettivo e soprattutto realmente rappresentativo delle varie Regioni. Rimane aperta la ferita dei senatori a vita, i quali seppur revisionati, resisteranno come figura: un sberleffo vero e proprio, uno sfregio alla spending review che ha riempito la bocca di Monti, Letta e Renzi dal 2010 ad oggi.

05/10/2015

La moschea come scuola dell'odio maomettano

L'espulsione lo scorso 28 agosto dell'imam di Schio, l'algerino Sofiane Mezzereg, per aver indottrinato genitori e bambini al rifiuto della musica e a vivere conformemente a quanto ha prescritto Allah e a quanto ha detto e ha fatto Maometto, al punto da indurli a esaltare il terrorismo, non è un caso isolato.

È piuttosto la punta dell'iceberg.

La verità è che nelle moschee e nelle scuole coraniche d'Italia gli imam ortodossi e zelanti praticano il lavaggio di cervello inculcando il rifiuto e l'odio della nostra civiltà nel nome del «vero islam». La verità è che questi imam non sono un corpo estraneo o contrastante con le «comunità islamiche» che li seguono, ma rappresentano una realtà ideologica speculare e diffusa nel nostro Paese. Ma soprattutto è vero che il «nemico» da combattere e sconfiggere non sono né i singoli imam né l'insieme delle «comunità islamiche», ma è l'islam stesso che li ispira e che impone loro di invaderci strumentalizzando le nostre leggi e di sottometterci per imporci la sharia, la legge islamica.

Così come è vero che la strategia di islamizzazione dell'Italia e dell'Europa si sta attuando solo perché siamo noi italiani ed europei a consentirlo e persino a favorirlo, assoggettandoci alla dittatura del relativismo valoriale, perseguendo l'ideologia del multiculturalismo e del meticciato antropologico e culturale, per ingenuità, ignoranza, odio di se stessi, paura, interesse materiale o condivisione dell'islam.

In un'intervista pubblicata ieri dal «Giornale di Vicenza», l'imam Mezzereg sostiene candidamente: «Non ho mai fatto niente di male, ho solo portato avanti la mia missione religiosa», «voglio insegnare ai miei fratelli il vero islam». Nello specifico spiega che «Maometto ha detto che gli strumenti musicali sono un peccato», «invece che fare musica, è meglio se i bambini studiano la matematica, sono le parole del Profeta».

I fatti che hanno portato alla sua espulsione «per motivi di ordine pubblico» risalgono allo scorso gennaio, quando tre bambini di origine maghrebina della scuola elementare Marconi di Schio si tapparono le orecchie con le mani, dicendo che la musica è peccato e spiegando che l'imam aveva proibito loro di ascoltarla. E ai loro compagni dissero convintamente: «Quando siamo grandi torniamo in Italia con le bombe e vi facciamo saltare in aria. Vi ammazziamo tutti».

A fronte di questi gravissimi fatti, registriamo non solo la reazione indignata dell'imam, ma anche il sostegno ricevuto dai gestori e dai fedeli della sua moschea, il Centro islamico «La Guida Retta» di Schio. L'ex presidente, Abderrazzak Frimane, ha detto: «Questa inchiesta è una bomba che ha colpito Schio, una città accogliente, dove predicava un grandissimo imam, Sofiane, un uomo giusto. Qualcuno lo avrà sulla coscienza».

Ancor più significativa è la solidarietà espressa dalle insegnanti della scuola elementare Marconi: «Noi maestre siamo rimaste di stucco. Mezzereg era venuto diverse volte a scuola perché uno dei suoi figli frequentava qui, ma si era sempre comportato in maniera distinta e corretta». Viene sminuita l'importanza del fatto dei bambini che si sono tappate le orecchie perché la musica è peccato, dato che «è durato un giorno». Da rilevare che questa scuola elementare ha ben il 60% di bambini stranieri ed è stata elogiata come modello di integrazione.

Ricordo che quando il 6 settembre 2005 si decise di chiudere la scuola coranica della moschea di viale Jenner a Milano, dove circa 500 bambini da ben 15 anni venivano indottrinati ad esaltare la «guerra santa islamica» nell'inno mattutino, mentre sui testi veniva inculcata loro la cultura dello scontro, della separazione identitaria, della violenza religiosa e del martirio islamico, il prefetto Bruno Ferrante ne ordinò la chiusura non perché illegale, ma banalmente per «inagibilità dei locali». Fu così che si trasferì prima nei locali della moschea di via Quaranta e infine nei locali in via Ventura messi a disposizione dalle Acli. Le istituzioni non sanzionarono né i predicatori d'odio che praticavano il lavaggio di cervello ai bambini né i genitori che sottraevano i figli al dovere della scuola dell'obbligo. All'opposto assecondarono gli islamici aiutandoli a preservare la loro scuola coranica sotto mentite spoglie. Ecco perché sono preoccupato non tanto per l'arbitrio, l'arroganza e la violenza degli islamici, quanto per l'ignoranza, l'ignavia e la collusione ideologica degli italiani.

MAGDI ALLAM  su www.ilgiornale.it

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