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24/05/2016

Francesco di Buenos Aires si prende per Francesco d'Assisi

Le dichiarazioni rese da Papa Francesco in Turchia raffigurano una Chiesa cattolica irrimediabilmente persa nel relativismo religioso che la porta a concepire che l'amore per il prossimo, il comandamento nuovo portatoci da Gesù, debba obbligatoriamente tradursi nella legittimazione della religione del prossimo, a prescindere dalla valutazione razionale e critica dei suoi contenuti, incorrendo nell'errore di accomunare e sovrapporre persone e religioni, peccatori e peccato.

Quando il Papa ha giustamente detto «la violenza che cerca una giustificazione religiosa merita la più forte condanna, perché l'Onnipotente è Dio della vita e della pace», dimentica però che il Dio Padre che concepisce gli uomini come figli, che per amore degli uomini si è incarnato in Gesù, il quale ha scelto la croce per redimere l'umanità, non ha nulla a che fare con Allah che considera gli uomini come servi a lui sottomessi, legittimando l'uccisione degli ebrei, dei cristiani, degli apostati, degli infedeli, degli adulteri e degli omosessuali («Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita... I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! ... Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17). Quando il Papa all'interno della Moschea Blu si è messo a pregare in direzione della Mecca congiuntamente con il Gran Mufti, la massima autorità religiosa islamica turca che gli ha descritto la bontà di alcuni versetti coranici, una preghiera che il Papa ha definito una «adorazione silenziosa», affermando due volte «dobbiamo adorare Dio», ha legittimato la moschea come luogo di culto dove si condividerebbe lo stesso Dio e ha legittimato l'islam come religione di pari valenza del cristianesimo.

Perché il Papa non si fida dei propri vescovi che patiscono sulla loro pelle le atrocità dell'islam, come l'arcivescovo di Mosul, Emil Nona, che in un'intervista all' Avvenire del 12 agosto ha detto «l'islam è una religione diversa da tutte le altre religioni», chiarendo che l'ideologia dei terroristi islamici «è la religione islamica stessa: nel Corano ci sono versetti che dicono di uccidere i cristiani, tutti gli altri infedeli», e sostenendo senza mezzi termini che i terroristi islamici «rappresentano la vera visione dell'islam»?

Quando il Papa intervenendo al «Dipartimento islamico per gli Affari religiosi» ha detto «noi, musulmani e cristiani, siamo depositari di inestimabili tesori spirituali, tra i quali riconosciamo elementi di comunanza, pur vissuti secondo le proprie tradizioni: l'adorazione di Dio misericordioso, il riferimento al patriarca Abramo, la preghiera, l'elemosina, il digiuno...», ha reiterato

la tesi del tutto ideologica e infondata delle tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche e del Libro, che di fatto legittima l'islam come religione di pari valore dell'ebraismo e del cristianesimo

e, di conseguenza, finisce per delegittimare il cristianesimo dato che l'islam si concepisce come l'unica vera religione, il sigillo della profezia e il compimento della rivelazione. Così come quando il Papa ha aggiunto che «riconoscere e sviluppare questa comunanza spirituale – attraverso il dialogo interreligioso – ci aiuta anche a promuovere e difendere nella società i valori morali, la pace e la libertà», ha riproposto sia una concezione errata del dialogo, perché concepisce un dialogo tra le religioni mentre il dialogo avviene solo tra le persone e va pertanto contestualizzato nel tempo e nello spazio, sia una visione suicida del dialogo dal momento che il nostro interlocutore, i militanti islamici dediti all'islamizzazione dell'insieme dell'umanità, non riconosce né i valori fondanti della nostra comune umanità né il traguardo della pacifica convivenza tra persone di fedi diverse dall'islam.

Anche quando il Papa ha detto «è fondamentale che i cittadini musulmani, ebrei e cristiani - tanto nelle disposizioni di legge, quanto nella loro effettiva attuazione -, godano dei medesimi diritti e rispettino i medesimi doveri», ci trova assolutamente d'accordo. A condizione che l'assoluta parità di diritti e doveri concerne le persone, ma non le religioni. Perché se questa assoluta parità dovesse tradursi nella legittimazione aprioristica e acritica dell'islam, di Allah, del Corano, di Maometto, della sharia, delle moschee, delle scuole coraniche e dei tribunali sharaitici, significherebbe che la Chiesa ha legittimato il proprio carnefice che, sia che vesta il doppiopetto di Erdogan sia che si celi dietro il cappuccio del boia, non vede l'ora di sottometterci all'islam.

magdicristianoallam.it

 

17/09/2015

Oriana aveva ragione: l'islam é un male

MAGDI ALLAM:

Ho avuto la fortuna di frequentare Oriana Fallaci negli ultimi tre anni della sua vita. Ieri, nel nono anniversario della sua morte, per la prima volta, invitato da Tommaso Villa – presidente del Club Forza Italia «Giglio azzurro» -, ho reso omaggio alla sua tomba a Firenze.

La sobrietà del Cimitero Evangelico agli Allori e la semplicità della lapide con l'unica scritta «Scrittore», appaiono riduttivi rispetto alla grandiosità di un personaggio chiave della nostra storia contemporanea.

La Storia ricorderà Oriana per essere stata la voce che prima e più di altre, all'indomani della tragedia dell'11 settembre, ci ha trasmesso un concetto rivoluzionario:

il problema del male non è il terrorismo islamico, ma è l'islam.

Io stesso, da musulmano, faticavo a digerire la condanna assoluta dell'islam perché la percepivo come criminalizzante di tutti i musulmani, quindi in una mia autocondanna.

Nel discorso all'accettazione dell'Annie Taylor Award, nel 2005, Oriana fu esplicita:

«L'islam moderato è un'altra invenzione. Un'altra illusione fabbricata dall'ipocrisia, dalla furberia, dalla quislingheria o dalla Realpolitik di chi mente sapendo di mentire. L'islam moderato non esiste. E non esiste perché non esiste qualcosa che si chiama islam buono e islam cattivo. Esiste l'islam e basta. E l'islam è il Corano. Nient'altro che il Corano. E il Corano è il “Mein Kampf” di una religione che ha sempre mirato a eliminare gli altri».

Nei miei confronti Oriana ha avuto un particolare riguardo, nella comune condivisione della denuncia sia del terrorismo islamico sia della pavidità dell'Occidente. Nell'estate del 2003, mentre era immersa nella scrittura di «La forza della ragione», mi scrisse: «Davvero, quando avrò (bene o male) concluso questo lavoretto, la primissima copia sarà per te. Più ti leggo, più ci penso, più concludo che sei l'unico su cui dall'alto dei cieli o meglio dai gironi dell'inferno potrò contare. (Bada che t'infliggo una grossa responsabilità)».

Il legame con Oriana è stato talmente forte da incentivare un cambiamento del mio pensiero anche dopo la sua morte, prendendo atto che lei aveva ragione. Se pensiamo che il 4 aprile 2002 Ahmed Al Tayeb, attuale Grande imam dell'Università islamica di Al Azhar, equiparabile al «Papa dell'islam sunnita», quando all'epoca era il Mufti d'Egitto, massimo giureconsulto islamico, legittimò il terrorismo suicida affermando: «La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah»; e nel 2003 confermò: «Le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica».

Lo stesso presidente turco Erdogan ha detto: «Non c'è un islam moderato e un islam non moderato. L'islam è l'islam».

In serata a Firenze, partecipando a un convegno sulla Fallaci insieme a Vittorio Feltri e Daniela Santanché, organizzato da «Una via per Oriana» di Armando Manocchia, ho rievocato quanto ho scritto nel mio nuovo libro «Islam. Siamo in guerra»:

«Sogno l'Italia libera, fiera e forte che metta al bando l'islam in quanto apologia del razzismo e del terrorismo, perché ciò che Allah ha prescritto nel Corano, ciò che ha detto e ha fatto Maometto, che sanciscono la discriminazione dei miscredenti, che legittimano l'uccisione di ebrei, cristiani, infedeli, apostati, adulteri e omosessuali, che contemplano la sottomissione e la riduzione in stato di schiavitù delle donne e dei bambini, sono in flagrante contrasto con le nostre leggi, sono incompatibili con i principi fondanti della nostra Costituzione, sono la principale minaccia alla nostra civiltà laica e liberale che esalta la sacralità della vita, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta».

Questa è l'eredità di Oriana. Solo facendola nostra ci salveremo dalle barbarie dell'islam. Grazie Oriana!

MAGDI ALLAM

FONTE www.giornale.it

07/09/2015

La politica criminale dell'UE

siria,profughi,erdogan,islamismo,terrorismoMentre i terroristi dello «Stato islamico» dell'Isis sono a 8 chilometri dal centro di Damasco, pronti a dare la spallata finale al regime laico di Assad e prossimi a perpetrare il genocidio di cristiani, alauiti e curdi, l'Unione Europea, da un lato, fa finta di niente per non inimicarsi la Turchia, dall'altro sembra essersi rassegnata ad accogliere decine di migliaia di siriani in fuga dalla guerra.

Da una guerra che è stata voluta nel 2012 da Unione Europea, Stati Uniti, Turchia, Qatar, Arabia Saudita e Kuwait, nel culmine del fervore per la menzogna mediatica della «Primavera araba», che ha disintegrato il territorio della Siria, posto fine ad uno Stato sovrano, provocato finora oltre 215.000 morti.

Il comportamento dell'Unione Europea non è solo ipocrita, ma è criminale.

Perché dopo aver sostenuto non solo politicamente, ma anche finanziariamente e militarmente, una coalizione di terroristi islamici che hanno scatenato la sanguinosissima guerra civile, tra cui ci sono i Fratelli Musulmani, il Fronte Al Nusra (alleato di Al Qaeda, da cui è sorto prima lo «Stato islamico dell'Iraq» nel 2006, poi l'Isis nel 2013 e infine lo «Stato islamico» nel 2014), l'Esercito dei Mujahidin, il Fronte islamico, la Brigata Ahfad al Rasul (Discendenti di Maometto), ebbene l'Unione Europea continua a perseguire lo stesso obiettivo dei terroristi islamici, Isis compreso, ossia la caduta del regime laico di Assad.

Ci rendiamo conto che, se oggi quest'Europa si divide sull'accoglienza di decine di migliaia di siriani, cosa accadrà quando diventeranno centinaia di migliaia e poi milioni, nel momento in cui l'Isis controllerà tutta la Siria e poi l'Iraq, con il proliferare delle teste mozzate e il fuggi fuggi generale?

La Turchia è lo specchio fedele dell'ipocrisia e del crimine.

Erdogan è il grande burattinaio del terrorismo islamico dei tagliagole dell'Isis e dei taglialingue dei Fratelli Musulmani. Lo «Stato islamico» dell'Isis non potrebbe sopravvivere 24 ore senza la disponibilità della Turchia ad acquistare il suo greggio, a fornirgli armi e a far transitare decine di migliaia di terroristi islamici lungo la propria frontiera. Al tempo stesso la Turchia è diventata la roccaforte dei Fratelli Musulmani, ancor prima che venissero estromessi dal potere nel 2013 in Egitto, dove nacquero nel 1928. Ebbene, è un dato di fatto che non solo l'Unione Europea ma anche gli Stati Uniti, sono sottomessi alla strategia della Turchia. Che, da un lato, sostiene i terroristi islamici e obbliga i siriani a fuggire, dall'altro favorisce l'invasione della Grecia, il nemico storico, da parte di decine di migliaia di siriani a partire dalle proprie coste.

Quest'Europa ipocrita e criminale ha l'ultima opportunità per impedire la caduta di Damasco e la fine del regime laico di Assad. Solo un'aspirante suicida può continuare a sostenere e condividere la strategia dei terroristi islamici e favorire la propria invasione da parte di milioni di persone in fuga da Siria e Iraq. Svegliamoci!

MAGDI ALLAM  su www.giornale.it