15/08/2007
Quand la vermine meurt dans son lit, d'autres n'ont pas eu cette chance
L’ancien nazi Heinz Barth avait été impliqué dans le massacre de 642 civils, dont 247 enfants, le 10 juin 1944 dans cette commune du sud de la France.
21:50 | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : nazi-fascisme
Le Liban méridional sous le joug des nazislamistes hezbollah
Un an après la guerre de trente-trois jours avec Israël, les villages détruits se reconstruisent lentement sous la férule de la milice chiite.
21:46 | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : islamisation, liban
11/08/2007
Apostasie: une "faute" mortelle, même en Occident!
L'agression par des islamistes d'un jeune Iranien néerlandais qui venait de créer un comité d'apostats de l'islam fait resurgir les tensions.
« Je sais, répondit Jami, mais c'est très important. Nous devons conquérir notre liberté de croire ou de ne pas croire, une liberté que nous refuse l'islam ! » Arrivé aux Pays-Bas à l'âge de 9 ans, éduqué par des parents iraniens modérés, le jeune garçon avait été foudroyé, à 16 ans, par la destruction des tours jumelles du World Trade Center, le 11 septembre 2001. Sa première réaction fut de s'emparer d'un Coran pour comprendre pourquoi, au nom de l'islam, de telles attaques pouvaient être menées. Une fois le livre refermé, il abjurait sa religion. « C'est très intéressant, note Afshin Ellian, car l'assassin de Theo Van Gogh, Mouhamad Bouyeri, s'est radicalisé après le 11 Septembre, alors que chez Jami, c'est le contraire. Il incarne tous ces jeunes musulmans qui veulent échapper à la religion et à la tradition. Ils veulent être des laïques, pouvoir par exemple prendre femme parmi les chrétiens. Quand le 11 Septembre est arrivé, beaucoup d'Occidentaux ont dit : »Où sont les musulmans dans le débat ?* Le comité des apostats est la réponse de Jami à cette question. Une réponse qui concerne toute l'Europe, où il fait école. »
Le comité des ex-musulmans prévoit de tenir une conférence inaugurale en septembre. Mais entre-temps, Jami Ehsan a été violemment agressé samedi par trois hommes qui l'ont roué de coups. Deux d'entre eux seraient marocains et le troisième somalien, selon lui. Ils l'auraient traité de « sale juif » et de « sale homosexuel », avant de prendre la fuite. Ehsan avait multiplié les déclarations publiques sur « l'islam totalement arriéré ». Victime de menaces téléphoniques, dont celle d'« être pendu », il est maintenant sous haute protection.
À fleur de peau
L'affaire a provoqué de nouveaux remous dans une classe politique néerlandaise où les tensions liées à l'islam restent à fleur de peau, depuis l'assassinat du politicien Pim Fortuyn et du cinéaste Theo Van Gogh. Hier, dans le quotidien Volkskrank, le chef du Parti travailliste, Wouter Bos, répondait à Ehsan Jami - qui avait déploré le faible soutien de son parti - en rappelant que le PvdA était le seul « à prendre ouvertement position... en faveur du droit à abandonner sa religion, même s'il s'agit de la religion musulmane ». « Jami a parfaitement le droit de s'exprimer. Mais si on me demande s'il est nécessaire de faire des déclarations blessantes sur Mahomet pour plaider en faveur de l'apostasie, je réponds que non », ajoutait-il.
Le populiste Geert Wilders, chef de file d'une formation d'extrême droite, a demandé « l'interdiction du Coran » aux Pays-Bas, suscitant un tollé (voilà une proposition qui prend le "problème" à sa source NDR). Hier, le Telegraaf signalait pourtant que le Conseil des musulmans avait proposé à Wilders un « dialogue constructif, afin de lutter contre la peur et la polarisation de la société néerlandaise » (Les "persécuteurs" jouent les "victimes" NDR).
08:50 | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : islamisation, mpf, ump
Ideologia della segregazione islamica
Venerdì islamico, matrimonio in moschea, poligamia consentita, potrebbero non essere un pericolo lontano. Diario d’estate da Itabia (arabizzazione dell’Italia). Occhio ai movimenti e alle esternazioni del ministro dell’Interno. «Da una legislatura e mezzo la legge sulla libertà religiosa va aggiornata». Lo ha detto Giuliano Amato durante la sua visita al Centro di Coordinamento Polizia Dogane del confine italo-francese a Ventimiglia. «L’Islam, e non solo per la specificità che rappresenta, è rimasta l’unica religione importante che in Italia viene regolata in base alla legge sui culti ammessi, una legge che ha più di 70 anni. Le altre religioni sono regolate con intese». Con chi intende stilare questa intesa il ministro Amato, e quali mediazioni si sono svolte sulla cosiddetta legge, un’idea dei valdesi acchiappata al volo dagli integralisti, magari con mediatori doc come Luciano Violante, o come Oliviero Diliberto, che gli estremisti dell’Ucoii, trattati da questo governo come gli interlocutori principali, un anno fa invitavano a votare?
La legge in discussione al Parlamento e la contesa alla Consulta islamica sono due cose separate, ma corrono parallele e ugualmente pericolose. All’accettazione di una Carta dei Valori condivisibile da tutti i componenti della Consulta, ovvero i moderati e i liberali, firmata guarda caso dopo la generosa donazione del ministro Ferrero alle moschee, e dopo la promessa che l’inutile e pericolosa moschea numero 2 a Bologna si farà, l’Ucoii ha fatto seguire subito una lettera di obiezioni, eccezioni e richieste. È nello stile dei suoi dirigenti, tenere l’interlocutore in scacco e ricatto continuo. Naturalmente non è trapelato niente, come se la vicenda delle regole per l’Islam in Italia non interessassero agli italiani, come se i giornali non avessero il dovere di conoscere e pubblicare, ma l’atteggiamento è stato tale da irritare persino il ministro Amato, che non ha risposto. La situazione resta dunque sospesa, i membri democratici della Consulta vengono ulteriormente mortificati, le danze le guida l’Ucoii, ovvero Mohammed Nour Dachan, il medico che esalta la poligamia. In Italia c’è già il diritto alla libertà religiosa, i musulmani hanno già le loro moschee, è nei Paesi musulmani, è nella Cina comunista, che sono perseguitati i cristiani. La libertà religiosa, insomma, priorità nelle campagne dei diritti umani, nel senso che dovrebbe venire ben prima di una moratoria sulla pena di morte, non si sa quanto efficace, non riguarda l’Europa.
Ma quella che abbiamo noi non è la libertà di religione che intende l’Ucoii, e la legge che sta per arrivare, vista anche la gran fretta di Amato e colleghi, potrebbe consegnare noi all’islamizzazione rapida, consegnare al ghetto la maggioranza dei musulmani, sancendo la segregazione delle donne.
Sentite che cosa ha chiesto, parlando alla Commissione in Parlamento, Dachan: «Concedere i giorni festivi ai musulmani che lo richiedono (per la festa di fine Ramadan e la festa del Pellegrinaggio)»; «concedere l’ora di uscita per la preghiera del venerdì ai musulmani che lo richiedono»; «elasticità nel mese di Ramadan e concessione delle ferie nel periodo del Pellegrinaggio»; «la concessione di pochi minuti per la preghiera quotidiana». Queste concessioni, per uno studente e ancor più per un lavoratore, sarebbero discriminanti. Le aziende che organizzano il lavoro in turni non posso permettersi di modificare gli orari degli altri dipendenti per la presenza di un musulmano che deve «recuperare» le ore dedicate alla preghiera. I cattolici se devono lavorano anche la domenica, la preghiera e la religiosità sono questioni personali e private, non pretese da mettere a contratto. Tant’è vero che su 56 Paesi arabi il venerdì è applicato solo in tre, l’Italia diventerebbe il quarto.
Sentite che cosa ha risposto in quella stessa riunione della Commissione, Souad Sbai, presidente delle Comunità marocchine: «La nostra associazione si occupa anche delle donne immigrate, migliaia di donne senza diritto, prive di alcuna garanzia: prima moglie, seconda e terza moglie. Nel matrimonio musulmano è un adul, un notaio, a celebrare un matrimonio in casa dei futuri sposi: non c’è nessun matrimonio in moschea, nessun matrimonio si fa in quel luogo. Si tratta di una minaccia seria all’istituto della famiglia monogamica su cui si regge la civiltà occidentale».Eppure nella legge «Norme sulla libertà religiosa e abolizione della legislazione sui culti ammessi», l’articolo 11 afferma che il ministro di culto islamico non sarà tenuto a pronunciare, durante il rito in moschea, gli articoli del codice civile sulla parità di diritti e doveri tra marito e moglie (143, 144 e 147 del codice civile), «qualora la confessione non abbia optato per la lettura al momento della pubblicazione». Vedete che il pericolo è serio?
Maria Giovanna Maglie
08:40 | Lien permanent | Commentaires (0)