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24/10/2023

L'ISLAM : modalità pratiche di espansione e diffusione secondo Mahomet

.....Sono stati diffusi da Israele i video degli interrogatori di alcuni terroristi di Hamas catturati durante l’attacco ad Israele del 7 ottobre. Nelle loro deposizioni la dinamica del terrore decisa dai capi di Hamas: “Ci hanno ordinato di uccidere tutti gli uomini giovani, anche i disarmati e di rapire donne anziani e bambini” “Ci hanno promesso diecimila dollari e un appartamento per ogni rapito che portavamo a Gaza”. I terroristi catturati ora se la prendono anche con i loro capi: “Ci hanno tradito, ingannato: loro se ne stano tranquilli in Qatar noi sotto le bombe” ......

FONTE : repubblica.it

12/10/2023

L'ideologia totalitaria,lo schifo, la barbarie, la violenza, la crudeltà: comunismo al fianco dell'islam

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Ci siamo: la convergenza del totalitarismo comunista et di quello islamico contro i valori di democrazia occidentale giudeo cristiana è davanti ai nostri occhi.

Nessuna illusione, ogni causa è pretesto , l'obiettivo è la sopraffazione e il dominio

09/10/2023

Hamas segue l'esempio del profeta

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Non è vero che quello che è accaduto sabato in Israele è nuovo: la storia dello Stato Ebraico è piena di eventi spaventosi che vengono rimossi, sviliti, ignorati da chi invece dovrebbe tenerne conto. La cultura della pace e del progresso, dell'apertura e della mano tesa non funziona, e questo insegnamento è una luce rossa per il mondo occidentale, pacifista da una parte, spaventato dall'altra, spesso inutilmente opportunista.

Già in pieno processo di pace a lato del rifiuto di Arafat alle proposte di Ehud Barak e di Bill Clinton che gli consentiva nel 2000 uno Stato palestinese oltre ogni programma prima definito, oltre gli accordi di Oslo, si aprirono le cascate di sangue della seconda Intifada. Negli autobus, nei ristoranti, nei luoghi pubblici i terroristi suicidi fecero strage di migliaia di ebrei, per ordine dell'Olp e di Hamas. Più avanti, dopo lo sgombero che lasciò Gaza completamente libera, Hamas si dedicò soltanto a costruire l'arsenale e l'ideologia che le ha consentito di aggredire Israele tante volte, con tanti missili, tanti attacchi terroristici fiancheggiati per altro da Abu Mazen con aiuti economici giganteschi, continui. Il mondo applaudiva alla reazione per un giorno o due, poi ricominciava a suggerire con insistenza petulante come si doveva comprare Israele: lasciare fiorire Hamas e l'Olp; lasciar fiorire il terrorismo.

 

Adesso, ecco una realtà che sembra un film dell'orrore: ti svegli tranquillo nel tuo mondo, un mondo in cui vorresti solo pace e tolleranza, e all'improvviso, senza che niente l'abbia lasciato prevedere, ti cade addosso una valanga di fuoco di missili. Sei a Gerusalemme e vuoi andare a fare la spesa, a Tel Aviv e devi andare dal dottore... invece sei d'un tratto chiusa in casa per correre nel rifugio a ogni sirena, mentre esplode tutto e arrivano notizie di morti e feriti. Intanto arrivano gli zombie, a migliaia, con le armi automatiche a tracolla: urlano e ridono e ti sommergono di «Allah-u-akbar» sui camion carichi di terroristi, oppure vengono dal cielo aiutati su piccoli velivoli costosi. Cercano te, per aggredirti. Me? Sì, proprio te e la tua famiglia, perché appartieni a una civiltà e a una religione che non ci piace, è scritto nella nostra carta. Gli zombie si spargono nelle città ammazzando tutti quelli che incontrano, rompono la tua porta e la tua finestra per entrarti in casa, sparano a una grande folla di ragazzini che stanno ballando a una festa campestre, li inseguono per ore e ore mentre cercano di nascondersi fra i cespugli e in edifici circostanti. Nei villaggi e nei kibbutz strattonano via donne coi bambini piccoli, uomini al lavoro, vecchietti, li ammazzano, li picchiano, gioiscono attivando i telefonini per mostrare una mamma che li supplica di lasciare andare lei e il bambino, e sono contenti di sbeffeggiarla e strattonarla, e per mostrare come infieriscono sul corpo di un ragazzo militare ucciso. Riprendono anche le violenze sessuali, il sangue sparso mentre nel mondo arabo per la gioia si distribuiscono caramelle, e i capi spingono altri assassini a uccidere.

Tutto questo non può valere una veloce dichiarazione di solidarietà. L'aggressione di Hamas è come quella dei russi sugli ucraini: è un arco di forze, legate l'una all'altra. L'Iran rifornisce di denari, armi, uomini, idee, coordinamento (certo anche in questi mesi di preparazione della grande operazione) Hamas, la Jihad Islamica e gli Hezbollah, rifornisce la Russia di droni. L'azione di Hamas è la quintessenza della minaccia che pesa ogni giorno, quando meno te lo aspetti, su tutto il mondo pacifista, progressista, terzomondista, che crede che un «processo di pace» sia sempre possibile. Molto spesso non lo è e in questo caso bisogna sapere riconoscere la situazione e comportarsi di conseguenza. Ovvero, difendersi.

Dopo che si è assistito all'esibizione palestinese di queste ore è chiaro a molti, come a Joe Biden per esempio, o alla ministra per lo Sviluppo tedesca Svenja Schulze, che occorre cambiare registro. La ministra, più veloce di noi, dice che l'attacco di questi giorni è una svolta e che occorre coordinare con Israele: aiuti non se ne danno più ai palestinesi. Il punto è molto chiaro: fino a oggi la politica internazionale, i suoi aiuti (tra i 30 e i 50 miliardi di dollari dall'Occidente dopo gli accordi di Oslo del 1993), le lodi e le condanne, si sono mossi sull'onda della speranza pacifista costruita dopo la seconda guerra mondiale. Adesso, dopo Putin e dopo Hamas, bisogna dichiarare questo periodo concluso. È il tempo dell'aggressione ideologica al nostro mondo, su più fronti. Adesso che Israele sta bombardando a Beit Hanoun, dove hanno sede gran parte delle strutture militari e strategiche di Hamas, abilmente nascoste tra le case, scuole e negozi, non venga in mente di cercare di bloccare con prese di posizioni internazionali la sacrosanta difesa della popolazione d'Israele sotto tiro. Sarebbe orribile che adesso un giorno dopo che abbiamo visto una madre piangere da un kibbutz chiedendo alla tv di aiutarla a ritrovare i suoi due bambini trascinati via, spariti, deportati dal letto di casa, e chissà se sono ancora in vita come tanti altri piccoli rapiti dai terroristi, forse uccisi, il consesso internazionale osasse di nuove cercare le ragioni di Hamas. E chiedesse a Israele di fare la pace! Quale pace? Quella della prossima calata sulle nostre case della ferocia e dell'odio? Sarebbe il suicidio di noi tutti, la civiltà democratica, pacifista, occidentale. Dobbiamo vincere gli zombie.

FONTE : https://www.ilgiornale.it/news/cronache/basta-lutopia-pacifista-e-i-soldi-gaza-2223010.html

25/07/2023

Onore alla Svezia ed alla Danimarca!!

Gli episodi recenti di presunta profanazione di questo libro pedo criminale chiamato Corano debbono essere felicitati ed incoraggiati visto che non c'é alcuna ragione di di coricarsi davanti a quest' insieme di Paesi corrotti e retrogradi che utilizzano l'idéologia dello pseudo profeta epilettico per confortare il loro potere dittatoriale

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02/01/2023

Onfray, Houellebecq et le totalitarisme islamique

FIGAROVOX.- Vous publiez aux éditions Galilée, Miroir du nihilisme, un essai consacré à Soumission de Michel Houellebecq. Vous êtes longtemps passé à côté de l'œuvre de ce dernier. Pourquoi son dernier roman vous a-t-il fait changé de point de vue?

Michel ONFRAY.- J'avais aimé la performance littéraire d'Extensiondu domaine de la lutte qui était vif et bref, rapide et percutant. Les autres romans m'avaient paru techniquement moins rapides. J'aime les stylistes et les textes qui vont vite. Voilà pour la forme.

Pour le fond, j'avais commis l'erreur de croire que le diagnosticien du nihilisme consentait au nihilisme, s'en réjouissait même, voire, s'y complaisait… C'était une erreur. C'est confondre le cancérologue qui diagnostique la pathologie avec le cancer, la pathologie qu'il a diagnostiquée. J'étais, selon l'image bien connue, l'imbécile qui regarde le doigt quand le sage lui montre la lune!

Soumission m'a plu parce qu'il renoue avec la vitesse d'Extension. Il m'a éloigné du doigt et ramené à la lune quand j'ai constaté chez Michel Houellebecq la grande souffrance qui était la sienne à se savoir, se voir, se constater, s'expérimenter corporellement et spirituellement tel un sismographe de notre époque en cours d'effondrement.

En termes hégéliens, il est le grand homme choisi par l'Histoire pour qu'il en fasse la narration. Il est au cœur nucléaire du processus de Ruse de la raison. Le savoir, ce qui est son cas, car il est d'une redoutable lucidité, c'est affronter les plus grands tourments.

En quoi Houellebecq est-il le romancier du nihilisme?

En tant que sismographe, il enregistre toutes les secousses en rapport avec la tectonique des plaques civilisationnelles: il a diagnostiqué l'effondrement spirituels des générations produites par des parents soixante-huitards, l'écœurement d'une sexualité indexée sur la seule performance, la marchandisation des corps et des âmes, des carrières et des pensées, la contamination de l'art contemporain par le snobisme et le marché, la tyrannie de l'argent en régime libéral, la fin de la France depuis l'abandon de sa souveraineté lors du Traité de Maastricht.

Mais aussi la veulerie du tourisme sexuel en Asie, le caractère inéluctable de l'engagement de nos civilisations occidentales vers le projet transhumaniste, l'effondrement de la religion judéo-chrétienne et des valeurs qui l'accompagnaient, et, avec Soumission, le processus de collaboration des élites avec les idéologies liberticides - ici un islam francisé.

Depuis 1994, Michel Houellebecq dépèce minutieusement le Veau d'or - c'est en cela qu'il est le grand romancier du nihilisme occidental.

Houellebecq s'inscrit volontiers dans la filiation d'Auguste Comte qui était positiviste…Mais aussi de Schopenhauer - ou de Huysmans. Il n'est pas homme à s'enfermer dans des cases, à aimer l'un, donc pas l'autre, à choisir celui-ci, donc à écarter celui-là… Il est un homme authentiquement libre.

Ce qu'il aime chez Auguste Comte, c'est sa réflexion sur la place de la religion dans la société, sur la possibilité d'une liaison d'un certain type de sacré avec le social. Qui dira qu'il ne s'agit pas d'une question essentielle si l'on veut aujourd'hui penser la question politique?

Le positivisme n'est pas la philosophe un peu bêtasse de Monsieur Homais, mais la pensée mal connue d'un homme qui estimait que la religion sociologique des Hommes pouvait remplacer la religion théologique de Dieu.

La question de la religion est un leitmotiv dans la pensée de Michel Houellebecq: que faire dans un monde vidé de toute transcendance? Lui qui décrit dans le détail le désespoir qu'il y a à vivre dans un monde de pure immanence (ce qui n'est pas mon cas: je crois que la sagesse tragique permet de vivre dans la seule immanence sans désespoir…) , il est normal qu'Auguste Comte lui parle.

Votre livre est sous-titré Houellebecq éducateur. Comment peut-on être à la fois nihiliste et éducateur?

En enseignant la nature tragique du monde, autrement dit, en évitant deux choses: la lecture optimiste du monde et… la lecture pessimiste! L'optimiste voit le meilleur partout et ne veut pas entendre parler du pire ; le pessimiste voit le pire partout et ne veut pas entendre parler du meilleur.

Le tragique quant à lui sait qu'il y a du pire et du meilleur partout… Michel Houellebecq nous enseigne où est le pire, ce qui n'a pas besoin d'être démontré, mais aussi le meilleur - qui provient chez lui, paradoxalement, de Schopenhauer pour qui il existe des solutions à ce monde sombre dans la pitié et la contemplation esthétique.

N'oublions pas que Schopenhauer a aussi écrit un Art d'être heureux… On connaît sa vision du monde animal, elle est d'une grande compassion. Il y a dans sa conversation en tête à tête la même présence attentive à l'autre. On n'ignore pas non plus qu'il trouve dans l'art un sens à sa vie: il a produit des romans, des essais, des poèmes, des films, des photographies, des performances d'art contemporain…

En tant qu'il dit le monde tel qu'il est, sans faux-semblants, et qu'il vit une vie poétique sans l'imposer ou la conseiller à qui que ce soit, il invite chacun à construire sa propre existence dans un temps de détresse.

Beaucoup ont vu dans ‘Soumission' une critique de l'islam radical. Vous y voyez plutôt un grand roman de la collaboration. Qui sont les «collabos» d'aujourd'hui?

Ceux qui estiment que l'Islam est une religion de paix, de tolérance et d'amour et ne veulent pas entendre parler d'un Islam de guerre, d'intolérance et de haine.

Certes, il existe un islam pratiqué par des gens qui voient en cette religion une coutume familiale ou un signe d'appartenance dans laquelle dominent effectivement la tolérance, la paix et l'amour.

Mais il y a aussi, dans le Coran et dans l'histoire de l'islam, terrorismes inclus, une autre voie qui est celle de la misogynie, de la phallocratie, de l'homophobie, de l'antisémitisme, du bellicisme, de la guerre qui constituent des valeurs à exporter par le djihad guerrier.

Le collaborateur ne veut voir que le premier islam en estimant que le second n'a rien à voir avec l'islam. Le Coran est un livre dont les sourates justifient aussi bien le premier que le second islam.

Concrètement, ces collaborateurs sont les islamo-gauchistes qu'on trouve ici ou là au NPA, dans la France

Insoumise, dans l'aile gauche du PS, au PCF, ou à EELV. Il y en a également dans l'aile gauche des Républicains - chez les juppéistes par exemple.

C'est aussi une critique acerbe du monde universitaire. Un monde avec lequel vous avez toujours pris vos distances …

Michel Houellebecq se contente de décrire cette institution qui fonctionne à la cooptation, au piston, donc au phénomène de cour ; avec retard, elle suit les modes qu'elle ne crée jamais ; elle se prétend du côté de la science alors qu'elle est le lieu de l'idéologie ; elle est un lieu de rituels d'écriture scrupuleux et de reproduction institutionnelle - comme l'a bien vu Bourdieu ; elle dit être un lieu de recherche mais on y cherche ceux qui y trouveraient -précisons que je parle des seuls secteurs littéraires, sociologiques, philosophiques…

C'est pour ma part un monde contre lequel je n'ai rien puisque j'ai refusé de l'intégrer après ma soutenance alors que ma directrice de thèse me proposait d'y faire carrière et que j'ai préféré rester professeur de philosophie dans un lycée technique.

Mais, en effet, l'Université est une institution et, en tant que telle, elle est un lieu où la liberté, l'autonomie et l'indépendance soufflent peu! Ni Montaigne ni La Boétie, ni Descartes ni Voltaire, ni Nietzche ni Proudhon, ni Alain ni Camus n'ont eu besoin de l'université pour penser - et leurs pensées furent vraiment libres…

Presque aussi intéressant que le livre lui-même a été son accueil au moment même où la réalité rejoignait la fiction avec les attentats de janvier 2015. Comment analysez-vous son rejet par une partie des médias?

J'ai repris le dossier de presse de l'accueil de ce livre pour essayer de voir comment on avait lynché l'homme sans avoir lu l'œuvre pour ne pas avoir à la lire et à la commenter - parce qu'elle mettait le doigt dans la plaie…

Il est intéressant de constater combien les instruments et les personnes de la pensée dominante dans les médias de l'islamo-gauchisme ont sali l'homme Michel Houellebecq en lançant une polémique comme ils savent le faire pour souiller l'homme afin de discréditer l'œuvre.

Il est également intéressant de mettre en perspective ceux qui ont écrit ou parlé en faveur de Mehdi Meklat (blogueur islamophile, antisémite, phallocrate, misogyne, antisémite, belliciste ) dans Libération , Le Monde , Les Inrockuptibles ou France-Inter et de rappeler ce que les mêmes ont écrit contre Houellebecq.

Ce travail a été riche d'enseignements pour moi sur le fonctionnement du dispositif collaborationniste français… Je vous renvoie au détail de l'analyse (noms, lieux, citations, analyse de tweets, etc) dans mon livre…

C'est aussi un livre sur la perte de sens dans notre civilisation occidentale. Le christianisme et l'idéologie totalitaires ont laissé la place à la religion du marché et à l'islam conquérant. En tant qu'athée et matérialiste, que cela vous inspire-t-il? Pourquoi la raison a-t-elle échoué à être le ciment d'une nouvelle civilisation?

Une civilisation n'est possible qu'avec une spiritualité qui la soutient et qui, elle-même, découle d'une religion. Depuis que le monde est monde, c'est ainsi. L'Histoire témoigne.

Elle témoigne également qu'il n'y eut pas de civilisation construite sur l'athéisme et le matérialisme qui , l'un et l'autre, sont des signes, voire des symptômes, de la décomposition d'une civilisation - je le sais au premier chef puisque je suis athée et matérialiste… On ne lie pas les hommes sans le secours du sacré.

J'en profite pour m'opposer à cette scie musicale chantée par un certain nombre de philosophes pour lesquels la religion serait ce qui relierait les hommes entre eux - sur le principe du religare, relier… C'est une vision étroite de… matérialiste, voire… d'athée!

Car, si la religion relie bien, elle ne relie pas les hommes entre eux, sur le terrain de l'immanence, mais avec le sacré, sur le terrain de la transcendance. Elle n'est pas un lien des hommes entre eux, mais des hommes avec ce qui les dépasse. Or nous sommes dans une civilisation qui a congédié toute transcendance.

Vous publiez également, Thoreau le sauvage, un livre sur Henry-David Thoreau. Qui était ce «penseur de

champs»?

C'est un homme qui montre qu'il existe une philosophie américaine loin de la philosophie européenne - et qui, ostensiblement, lui tourne le dos… L'Europe philosophique aime les Idées éthérées et les Concepts purs, elle chérit plus que tout le beau raisonnement même s'il est faux, elle aime les cathédrales utopiques même si elles sont inhabitables.

Thoreau se moque des concepts et des idées, des beaux raisonnements et des cathédrales utopiques: il veut que la philosophie soit l'art de parvenir à une sagesse qui est connaissance de la nature et invitation à y trouver sa place.

Thoreau est un marcheur, un herboriste, un géologue, un nageur, un chasseur, un pécheur, un jardinier qui mène une vie philosophique. Il n'imagine pas une seule seconde une idée découplée de ce qu'elle doit produire: une action concrète, un comportement, une pratique. C'est un penseur existentiel comme je les aime…

Sa philosophie ne peut-elle être une alternative au nihilisme que vous décrivez?

C'est une solution, oui. Pas forcément la seule.

Il faudrait ajouter que ce sympathique naturaliste invitant à se plier aux lois du cosmos pour y trouver une place qui génère la sérénité fut également le militant engagé contre l'esclavagisme et qu'on lui doit un fameux De la désobéissance civile qui, certes, a inspiré Tolstoï, Gandhi, Martin Luther King, et qui connaît un succès formidable dans l'Amérique trumpienne, mais qui a également dit qu'il fallait prendre les armes pour faire triompher les idées auxquelles on croit - comme l'abolition de l'esclavage.

C'est donc un penseur plus complexe que ce qu'en disent les habituelles cartes postales sur son compte…

Vous vous décrivez comme un tragique qui observe le bateau couler. Pourtant vous consacrez une énergie prodigieuse à transmettre à travers vos nombreuses publications, votre télé ou encore l'Université populaire de Caen. Cela ne témoigne-t-il pas finalement d'une certaine foi en l'avenir malgré tout?

Vous avez raison de pointer cette apparente contradiction!

Mais, de la même manière qu'une civilisation obéit à son tropisme, j'obéis au mien qui me conduit à faire ce que je ne peux pas ne pas faire: autrement dit: rendre ce que j'ai restitué quand mon vieux maître Lucien Jerphagnon me faisait découvrir à dix-sept ans que la philosophie antique, Lucrèce en particulier, peut sauver celui qui cherche un sens à sa vie sans avoir besoin du sacré, de la transcendance, du divin ou de Dieu.

Nietzsche fait du terme médical d'idiosyncrasie une idée philosophique majeure: elle lui permet de dire que chacun obéit à un tempérament contre lequel il ne peut pas lutter et que la grande liberté c'est d'accepter, voire de vouloir et d'aimer, ce qu'on ne peut éviter. Nietzsche propose une version moderne du stoïcisme - j'y souscris.

Certes, nous allons mourir, notre civilisation aussi, mais, en attendant, «vivons droit» comme disait Marc-Aurèle… Donc vous ne trouverez pas chez moi une foi en l'avenir mais un pari dans le présent: il n'y a aucune raison pour s'avachir!

Comme Houellebecq êtes-vous «un éducateur»?

Je fais ma part…

SOURCE: www.figaro.fr

07/09/2022

L'islam é amore, fraternità e progresso

Due sacerdoti friulani, don Lorenzo Vignandel e don Lorenzo Fabbro, sono sopravvissuti a un attentato in una missione nella città di Chipene, nel nord del Mozambico, in cui è stata uccisa suor Maria De Coppi, missionaria comboniana di Vittorio Veneto (Treviso). Aveva 83 anni, era in Mozambico dal 1963 ed era originaria di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso. 

La missionaria è stata vittima di un «attentato jihadista. Hanno bussato alla porta della missione, suor Maria ha aperto e le hanno sparato a bruciapelo». Lo ha raccontato all'Adnkronos padre Alex Zanotelli, missionario comboniano in contatto con le consorelle della suora uccisa che sono riuscite a mettersi in salvo scappando nella foresta e mettendo in salvo le ragazze che aiutano nella missione. «La missione - racconta Zanotelli - si trova in una zona non lontana da Cabo Delgado, dove c'è un ritorno massiccio di jihadismo. Lì c'é una grande rabbia popolare, la gente non riesce nemmeno ad accendere il gas del fornelletto per il cibo quotidiano. E il nostro Paese continua a genuflettersi».

A dare la notizia su Facebook è stato, stamattina, il Centro missionario Concordia-Pordenone. «Don Lorenzo e don Loris sono vivi. Ringraziamo Dio - scrive il centro -. I ribelli hanno assaltato la missione, dando fuoco a tutte le opere parrocchiali. Suor Maria, missionaria comboniana originaria di Vittorio Veneto, è stata uccisa durante l'agguato. Tutti i sopravvissuti sono adesso in fuga verso Nacala».

07/07/2022

Non abbiate nessuna fiducia verso M...Erdogan

L'ambasciatore turco a Kiev, Yagmur Ahmet Guldere, è stato convocato dal ministero degli Esteri ucraino dopo che la nave russa Zhibek Zholy, accusata di trasportare grano rubato dall'Ucraina, ha lasciato il porto turco di Karasu. Lo rendono noto vari media turchi. "A causa dell'inaccettabile situazione che ha avuto sviluppi, l'ambasciatore turco a Kiev è stato convocato", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri ucraino, come riporta Interfax, in cui viene denunciato che "ignorando l'appello da parte dell'Ucraina, l'imbarcazione è stata rilasciata la sera del 6 luglio" dalle autorità turche.

FONTE www.repubblica.it

 

 

Invasione, colonizzazione et sostituzione etnico culturale

Ogni giorno centinaia di persone sbarcano sulle nostre coste, in modo autonomo o scaricati da pseudo organizzazioni umanitarie a forte connotazione ideologica

Queste persone, quasi tutte senza formazione, vengono con lo scopo di introdursi nel nostro tessuto sociale non per contribuire al nostro arricchimento, in teoria reciproco, ma per impadronirsi delle nostre ricchezze in qualsiasi modo e utilizzarle a loro profitto ed a quello dei Paesi d'origine

In effetti, in modo analogo a quanto fa la Corea del Nord, questi COLONI (il termine coloni deve essere utilizzato in modo pertinente al posto del temine migranti) debbono rinviare nel Paese di origine una parte delle ricchezze drenate nei Paesi di soggiorno

Una specie di turismo al contrario dove invece di essere il turista a portarci ricchezza, é il colono ( chi occupa e abita territori non propri, definizione da dizionario) a togliercela ed a spedirla a casa

Ma non tutti arrivano come clandestini

Prendiamo ad esempio questo bel Paese che é l'Algeria, che dopo avec colonizzato la Francia, dopo averne scacciato nel sangue dal suo territorio i residenti, cerca ora nuovi sbocchi

Approfittando della crisi scatenata dal criminale del Cremlino in Ucraina, il governo mafioso algerino sta promettendo più gas all'Italia in cambio della promessa di diverse centinaia di migliaia di permessi di soggiorno

Delle "scuole di lingua italiana" stanno fiorendo recentemente come funghi in Algeria per preparare l'invasione

A quanto pare il nostro Governo non vede inconvenienti

E' stata la politica perseguita con la Francia per anni: gas e petrolio contro coloni

Adesso é il nostro turno visto che la Francia comincia timidamente a ribellarsi

Che nessuno osi dire che queste persone producono ricchezza grazie alla forza lavoro, visto che solo una piccola minoranza lavora realmente, il resto essendo dedito al traffico illegale, alla mendicità, alla percezione di sussidi sociali ed al furto

Ma di fronte a questa situazione un governo italiano debole ed asservito alla legge della dipendenza finanziaria accetta l'inaccettabile lasciando fare e facendo proseguire quest'opera di colonizzazione che si concreterà con la naturalizzazione ed il diritto di voto dei coloni e della loro progenitura

Analogamente a quanto avviene in altre parti d'Europa, delle enclavi etnico culturali non europee, antagoniste alla nostra cultura, si installeranno e reclameranno sempre nuovi diritti, a scapito dei nostri

L'abdicazione di valori conquistati con secoli di lotte sarà necessaria per permettere l'installazione di ideologie religiose misogine, razziste e violente

Per sostenere questa situazione gli approfittatori del sistema dell'accoglienza, Chiesa cattolica ed organizazioni pseudo caritative di sinistra, continuano a mantenere la pressione

La mafia, la n'drangheta e la camorra sono d'accordo per questa nuova mano d'opera da utilizzare al meglio

Il seguito ve lo faccio immaginare.....ma non sarà di colore rosa

 

17/06/2022

Frattura culturale e criminalità

Donne e ragazze molestate o violentate in mezzo alla strada. Agenti e carabinieri presi a pugni o minacciati con coltelli. E ragazzine maltrattate o uccise dai propri familiari perché rifiutavano le tradizioni della propria cultura e volevano vivere all’occidentale. Sono i delitti e le aggressioni che compaiono sulle pagine di cronaca e che coinvolgono criminali stranieri. È il fenomeno dell’immigrazione criminale, nato di pari passo con l’arrivo in Italia di gruppi sociali e culturali da diversi Paesi del mondo, fenomeno che dagli anni Settanta ha trasformato la Penisola in uno Stato di immigrazione. Ma come questa tendenza ha trasformato il panorama criminale?

"La presenza di gruppi sociali, etnici e culturali diversi comporta inevitabilmente una trasformazione delle fattispecie criminali - ha spiegato a ilGiornale.it la criminologa Francesca Capozza, autrice del libro Immigrazione criminale, che analizza il fenomeno, mostrando il volto della criminalità straniera in Italia - Si vede la presenza stabile della compagine straniera che prende la forma di criminalità organizzata, di quella comune, del terrorismo, nonché dei reati culturalmente motivati”.

I numeri della criminalità straniera

Immigrazione non è sinonimo di criminalità. E viceversa. A partire dagli anni Settanta però nel nostro Paese si è registrato un aumento dell’arrivo di persone da altre parti del mondo, con cultura e abitudini diverse. E alle persone che migrano regolarmente si sono aggiunte quelle irregolari. Questo nuovo movimento ha comportato un cambiamento della delinquenza, perché ai criminali italiani si è aggiunta la compagine straniera, che è andata a modificare il panorama generale della criminalità e della sicurezza.

I dati, riportati nel XIII rapporto dell’associazione Antigone sulle condizioni di detenzione, raccontano di una crescita del numero degli stranieri presenti nelle carceri italiane che, a partire dai primi anni ’90, ha subito un aumento “inarrestabile”. Ora, stando ai dati del Ministero della Giustizia, aggiornati al 31 maggio 2022, gli stranieri detenuti sono 17.136, su un totale di 57.067 persone in carcere: una percentuale che supera di poco il 30%, come conferma anche la criminologa Francesca Capozza, che parla di dati ufficiali “che non registrano quindi eventuali ulteriori coinvolgimenti non accertati”. Nelle grandi città, però, questa percentuale sale, tanto che, secondo quanto specificato a ilGiornale.it dall'assessore Riccardo De Corato, “a Milano oltre il 70% della popolazione carceraria di San Vittore è composta da immigrati”.

Bisogna precisare però che tra i detenuti stranieri la percentuale dei migranti irregolari, riportata dal rapporto di Antigone, si attesta “tra il 60 e l’80% a seconda del tipo di crimine”. Non solo. “Quasi tutti i migranti che commettono reati hanno dei precedenti - precisa l’assessore De Corato - Credo che molti dei clandestini presenti sul territorio italiano fuggano dal proprio Paese d'origine perché evidentemente hanno dei conti in sospeso con la Giustizia, probabilmente non possono neanche girare a piede libero o rischiano pene pesantissime. Altrimenti non si spiega il motivo per cui preferiscano pagare fior di soldi agli scafisti, rischiando la vita in mare, piuttosto che raggiungere l'Italia con altri mezzi. Non credo che tutti siano in fuga dalla guerra".

Queste percentuali fanno riferimento alla criminalità in generale. Ma l’attività della compagine straniera varia a seconda della tipologia di reati commessi. Il XIII Rapporto di Antigone del 2017 legava la presenza in carcere di criminali stranieri soprattutto ai reati contro il patrimonio, relativi alla droga e connessi alla prostituzione. “Le tipologie di reato maggiormente poste in essere da costoro - ha spiegato a ilGiornale.it la dottoressa Capozza - riguarda reati contro il patrimonio (nella misura del 27%, in particolare furti e rapine), contro la persona (il 31%, in particolare lesioni personali volontarie), violazione della legge stupefacenti (circa il 31%)”. Bassa invece la percentuale di stranieri detenuti per reati di stampo mafioso.

Stupri e molestie sessuali

Era da poco passata l'alba del 9 agosto 2021 quando una 26enne italo-sudamericana venne sorpresa di spalle, trascinata per un braccio e violentata nello scavo per le tubature idriche di un cantiere a Cascina Gobba, a due passi dall'ospedale San Raffaele, da un egiziano di 31 anni sprovvisto di regolare permesso di soggiorno. Lo scorso 6 dicembre invece una giovane pendolare è stata aggredita sul treno Milano-Varese da due ragazzi poco più che ventenni. Il primo, colui che avrebbe fatto da “palo”, è un italiano con problemi di tossicodipendenza; l'altro - l'esecutore materiale del tentato stupro – è un marocchino con precedenti di polizia e irregolare sul territorio italiano. E poi l'orrore della notte di San Silvestro: ben 9 ragazze sono molestate da una gang di stranieri a due passi dal Duomo di Milano durante i festeggiamenti per l'inizio del nuovo anno.

“I dati Istat parlano chiaro: gli stranieri sono responsabili cinque volte in più rispetto agli italiani dei reati di violenza sessuale - precisa l'assessore Riccardo De Corato - Nonostante l'inasprimento delle pene, le molestie e gli stupri non diminuiscono. Le politiche a favore del rispetto delle donne sembrano non aver fatto presa su una parte della popolazione straniera - e l'episodio gravissimo avvenuto la notte di Capodanno in piazza Duomo lo conferma - che continua a considerare la donna come un oggetto, una proprietà di cui l'uomo può fare quel che vuole”.

Lo scorso 2 giugno, cinque adolescenti sono state importunate con molestie choc sul treno per Peschiera al rientro da una mattinata trascorsa sul Lago di Garda. I responsabili, non ancora tutti identificati, avrebbero rivolto insulti razzisti alle giovani vittime: “Siete bianche, qui (sul treno ndr) non dovete stare”. Un fenomeno preoccupante, che fa segnare un record negativo in Lombardia, quello relativo ai reati sessuali. “Nel nostro capoluogo (Milano ndr) il trend degli ultimi anni non ha mai visto un calo, purtroppo - aggiunge De Corato – Anzi è in leggera crescita visto che dai 273 casi del 2011 si è passati ai 285 del 2021. A parer mio la situazione è molto preoccupante”.

I reati "culturalmente motivati"

Non meno allarmante è la tendenza relativa ai cosiddetti “reati culturalmente motivati”, ovvero quei crimini che maturano in un contesto culturale contrastante con il sistema di norme e valori del Paese ospite. “Le teorie esplicative della criminalità straniera individuano una multifattorialità del comportamento delinquenziale in cui il conflitto interiore tra cultura d'origine e sistema di valori del paese ospitante - spiega la dottoressa Capozza - che produce una contrapposizione in una stessa persone di sistemi culturali e normativi diversi, può esitare in disagio, insicurezza, smarrimento con rischio di disadattamento, disturbo psichico e criminalità".

Vi sono poi altri fattori da prendere in considerazione quali, ad esempio, "le precarie condizioni economiche e sociali in cui gli immigrati versano - prosegue l'esperta - l'emarginazione sociale di cui spesso sono vittime con il conseguente rischio di 'etichettamento', l'assenza di gruppi sociali e familiari di riferimento possono favorire l'adozione di comportamenti delinquenziali".

Tra i reati culturalmente orientati sono in notevole aumento quelli connessi al fenomeno dei matrimoni forzati. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Viminale, due vittime su tre sono straniere con una forte incidenza delle donne di nazionalità pakistana. "Credo che ci sia, per lo meno da parte di alcuni, anche un grosso problema di sottovalutazione di alcuni fenomeni che vengono ignorati e 'archiviati' come usi e costumi di una cultura da rispettare - aggiunge De Corato - Mi riferisco per esempio al niqāb e alla mutilazione dei genitali femminili, pratica quest’ultima a cui vengono assoggettate molte bambine, figlie di extracomunitari anche nel nostro Paese".

Le stime relative all'infibulazione (Università Milano Bicocca, anno 2019), invece, contano 87.600 vittime in Italia. Tra queste, 7mila sono bambine e ragazze poco più che adolescenti. "C’è evidentemente ancora tanto da fare per diffondere la cultura del rispetto e della parità nei confronti delle donne – conclude l'assessore alla sicurezza della Regione Lombardia - Apriamo qualche volta gli occhi realizzando quanto sia ancora grave la condizione di segregazione culturale in cui vengono tenute le donne anche qui da noi quando accadono vicende come quelle di Saman. Poi tutto ricade nel dimenticatoio e si torna a far finta di non sapere che molti islamici considerano le donne antropologicamente inferiori e subalterne all’uomo".

Le aggressioni alle forze dell'ordine

Non solo stupri, furti e rapine o reati “culturalmente motivati”. L’immigrazione violenta colpisce anche le forze dell’ordine. L’ultima vicenda risale a pochi giorni fa, quando a Pisa un trentenne extracomunitario ha aggredito un poliziotto, colpendolo con un violento pugno. Non solo: durante il tragitto il giovane avrebbe distrutto il vetro della volante.

Nel maggio 2021 invece a essere aggrediti erano stati due poliziotti in servizio a Milano, quando una coppia di nordafricani irregolari aveva dato in escandescenze insultando i poliziotti. Poi la violenza: calci e pugni contro gli agenti, rimasti entrambi feriti, tanto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso. Uno dei due poliziotti aveva rimediato una frattura alla mano e una prognosi di 25 giorni, mentre all’altro era stata diagnosticata una contusione al gomito. Prima ancora, nel gennaio 2021, un gruppo di stranieri aveva accerchiato gli agenti di polizia, minacciandoli con una bottiglia di vetro rotta e dando diversi pugni.

Secondo il report Sbirri Pikkiati del 2021, fornito dall’Asaps, l’Associazione a favore della sicurezza sulle strade, nel 2021 le aggressioni fisiche agli agenti sono state in totale 2.655, più di 7 al giorno. Di queste il 37% è stato causato da cittadini stranieri. Ma perché questo accanimento verso polizia e carabinieri, con il rischio di essere fermati? “Da una parte le difficoltà linguistiche e di conoscenza della cultura e delle norme rendono difficile per lo straniero poter comunicare e comprendere il sistema sociale e giuridico in cui è inserito”, ha spiegato la criminologa Francesca Capozza. Ma c’è dell’altro. Infatti, continua l’esperta, “dall'altra parte, le forze dell'ordine nella flagranza del reato rappresentano il limite e la legge da cui gli stessi rifuggono o che faticano a comprendere ed accettare, riversando pertanto su di essi l'emotività reattiva connessa”.

I dati relativi al fenomeno dell'immigrazione violenta, che chiaramente interessa solo le frange estremiste e radicali degli stranieri che giungono in Italia, profilano scenari poco rassicuranti per il futuro. Milano, dove la presenza di clandestini raggiunge quota 50mila, è tra le città italiane più a rischio. “È evidente che la scelta di riversare su Milano non sia casuale: ci sono soldi, benessere e lavoro. Ma la questione è un'altra. Il punto è che, ormai, molti quartieri della città sono appannaggio della compagine straniera - spiega De Corato - Le case popolari di San Siro, ad esempio, sono quasi tutte occupate da abusivi arabi. Lo stesso si dica per Corvetto dove c'è una forte presenza di stranieri dell'est Europa, rom e africani. Sono tutti luoghi dove lo Stato ha perso contatto con la realtà e dove, a parer mio, la situazione è irrecuperabile. Ed è ovvio poi che il rischio di una criminalità crescente e violenta sia elevato".

Per quanto le prospettive non siano incoraggianti e il processo di radicalizzazione sia una eventualità contemplabile, non siamo di fronte a una criticità irreversibile. "L'unica soluzione per garantire la sicurezza ai cittadini è la presenza di forze dell'ordine sul territorio. A Milano, ad esempio, fino a qualche tempo fa, c'erano i vigili di quartiere. Dove sono finiti? L'unico deterrente è la presenza capillare di uomini in divisa, appiedati, e il portierato sociale - conclude l'assessore lombardo - Ma allo stato attuale dei fatti, con interi quartieri popolari presi d'assalto dagli stranieri, è praticamente impossibile applicare soluzioni di questo tipo. Le persone hanno paura".

FONTE: www.ilgiornale.it

08/06/2022

I nuovi italiani alla salsa afroislamica festeggiano la Repubblica

Continuano a moltiplicarsi in rete le pubblicazioni di video, immagini tratte da telecamere di sorveglianza e foto dei disordini andati in scena lo scorso giovedì 2 giugno a Peschiera del Garda.

https://twitter.com/i/status/1533081193775759361

Grazie ai filmati raccolti dalle forze dell'ordine, infatti, i giovani responsabili degli episodi di devastazione, alcuni dei quali dovranno rispondere anche della grave accusa di violenza sessuale per gli atti compiuti ai danni di 5 ragazze a bordo del treno regionale in servizio lungo la tratta Verona – Milano, dovrebbero essere oramai all'angolo e in via di identificazione. I video che da giorni girano sui principali social network, ripresi soprattutto alla stazione ferroviaria e sul lungolago, luogo in cui è avvenuto il "raduno" di giovani nordafricani dello scorso giovedì, avrebbe permesso agli inquirenti di individuare almeno una trentina di responsabili.

Stando alle notizie diffuse dalla procura della Repubblica di Verona sono due i fascicoli aperti. Il primo è quello relativo ai disordini e agli atti di vandalismo compiuti dai giovani nordafricani tra Peschiera del Garda e Castelnuovo, tanto in spiaggia quanto in città: numerose le auto danneggiate, come si evince dalle immagini, dai ragazzini che, approfittando del traffico e della confusione, sono letteralmente saltati sulle vetture in transito. Le ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti sono, in questo caso, quelle di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. L'altro fascicolo, ovviamente, è invece quello relativo alle molestie sessuali compiute dai responsabili sul treno Verona – Milano. Per quanto concerne quest'ultimo episodio, non è escluso che la procura della Repubblica di Verona, avendo valutato attentamente le dichiarazioni delle cinque vittime, non decida di valutare anche l'aggravante dell'odio razziale. "Mentre ci toccavano senza lasciarci scampo ci urlavano 'qui non vogliamo italiani'", ha infatti dichiarato una delle giovani agli investigatori nel corso dell'interrogatorio.Il padre di una delle vittime dell'aggressione, come riportato da Libero, ha espresso tutta la propria rabbia e frustrazione per l'episodio. "Quando mi ha detto che era bloccata, che le stavano tutti addosso e non riusciva nemmeno a respirare sono impazzito", ha dichiarato infatti l'uomo, "mia figlia era in balia di gente senza scrupoli e io ero a casa impotente. Se non fosse riuscita a scendere a Desenzano quelli non so cosa le avrebbero fatto". Oltre a ciò, l'attenzione si sposta anche sulla pressoché totale inefficienza mostrata dai soccorsi alle ferrovie. "Ho chiamato prima la Polizia Ferroviaria di Peschiera, ma non rispondeva nessuno, poi il 112, che mi ha passato i Carabinieri di Peschiera, che mi hanno detto di chiamare la Polizia ferroviaria", ha proseguito con amarezza l'uomo."A quel punto sono salito in macchina. Mezz'ora dopo mi hanno chiamato i Carabinieri ma mia figlia era riuscita a scendere a Desenzano", ha concluso.

Più che il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese sembra il ministro dell'occhio bendato. Pur chiudendo sempre una palpebra sui fatti di sua competenza e sulle lacune gestionali generali dal punto di vista delle garanzie di sicurezza del nostro Paese, la Lamorgese riesce sempre a rimanere salda al suo posto.

All'indomani dei fatti scioccanti di Peschiera del Garda, sintomatici di una realtà, la nostra, non certo in salute per non dire fuori controllo, la procura di Verona ha aperto un fascicolo per violenze sessuali ancora contro ignoti. Proseguono in generale le indagini sulle devastazioni e sugli scontri tra gang, con possibile inserimento per alcuni reati dell'aggravante dell'odio razziale.

Inchieste parallele di enorme gravità, con la prima comunque indubbiamente più delicata, proprio perché le vittime di violenza sessuale sarebbero state aggredite perché "bianche" o comunque italiane. A far montare ancora di più l'indignazione, sono arrivate le parole del sindaco di Peschiera, Orietta Gaiulli (lista civica di centrodestra), la quale sostiene che le avvisaglie ci fossero già tutte e che "già nel 2020 avevamo avuto un centinaio di ragazzi africani sulla spiaggia libera di Castelnuovo, poi diventati 5-600 l'anno dopo, con disordini e un annegamento. Allora il prefetto introdusse un filtro nelle stazioni per prevenire nuovi disordini: identificazioni, video, controllo del biglietto. E il problema sembrava risolto".

Fonte : www.ilgiornale.it