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03/12/2021

La police mondiale dans les mains des mahométains

Un Émirati, Ahmed Nasser Al-Raisi, est désormais à la tête de l'organisation internationale de police criminelle. Visé par de multiples plaintes pour "tortures", il sera toutefois le visage de cette organisation implantée à Lyon (Rhône).

Le Major général Ahmed Naser Al-Raisi est le nouveau visage d'Interpol, élu avec plus de 70% des voix. L'influent chef de la police des Émirats arabes unis est soupçonné d'avoir ordonné et couvert des actes de tortures. "J'ai été arrêté à l'aéroport puis placé en prison. J'ai été drogué avec des médicaments et j’y suis toujours accro aujourd'hui", explique Matthew Hedges, torturé en prison en 2018 alors qu'il était chercheur dans le domaine de la politique. 

Un pays qui utilise le logiciel Pegasus 

Le pays est une autocratie du golfe qui pratique une surveillance de masse de sa population. Le gouvernement utilise le logiciel Pegasus pour espionner ses opposants et ses anciens détenus, même depuis l'étranger. "Mon téléphone est encore surveillé et ceux de ma famille aussi. Nous sentons une forme de harcèlement depuis trois ans", ajoute Mattew Hedges. Deux plaintes ont déjà été déposées contre le nouveau patron d'Interpol, une troisième devrait suivre.

 

SOURCE : https://www.francetvinfo.fr/internet/securite-sur-internet/cyberattaques/interpol-le-nouveau-president-ahmed-nasser-al-raisi-vise-par-des-plaintes-pour-tortures_4861231.html

30/11/2021

La Toscana austriaca ai vertici mondiali dell'umanismo

Il Granduca Pietro Leopoldo

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Firenze, 30 novembre 2021 - È stato il Granducato di Toscana il primo Stato al mondo senza pena di morte.

Il 30 novembre 1786 adottò infatti un nuovo Codice penale in cui, per la prima volta, si decretava l’abolizione della pena capitale. Un primato raggiunto grazie a una riforma rivoluzionaria per l’epoca, fortemente voluta dal lungimirante Granduca Pietro Leopoldo. Che aveva recepito le istanze elaborate da Cesare Beccaria nel suo ‘Dei delitti e delle pene’, in cui, per la prima volta si mettevano in discussione che la crudeltà della pena e la durezza delle condizioni detentive potessero rappresentare un elemento dissuasivo, sostenendo piuttosto che la clemenza e la dignità del trattamento fossero mezzi di redenzione per il condannato. Alla riforma penale seguì il rogo delle “Forche ovunque si trovino” e degli strumenti di tortura, segno tangibile e spettacolare dell’inizio di una nuova epoca.

Una data storica per la storia dell’ordinamento penale europeo e mondiale. Il nuovo Codice penale toscano, che cancellava anche la possibilità di ricorrere alla tortura, ripudiando ogni forma di vessazione verso i prigionieri e i condannati, era stato preparato negli anni precedenti dal giurista fiorentino Pompeo Neri, uno dei principali artefici delle politiche riformiste degli Asburgo-Lorena, che aveva collaborato con l’illuminato Granduca anche alla progettazione delle bonifiche della Maremma. Un peso importante nell’abolizione della pena di morte in Toscana è da attribuire alle posizioni espresse nel 1764 dal giurista milanese Cesare Beccaria, nella sua opera così discussa da essere inclusa nell’Indice dei libri proibiti nel 1766.

Se la pena capitale era sempre esistita in tutti gli ordinamenti antichi, idee contrarie si erano già manifestate fin dal Medioevo in circoscritti ambiti teologici e filosofici. Tuttavia, prima del trattato di Beccaria, che riscosse un enorme successo in Europa, le posizioni abolizioniste avevano sempre avuto scarsa risonanza. Con la risoluzione di Leopoldo, invece, il giurista Beccaria poteva dire di aver vissuto abbastanza per vedere realizzato il suo sogno almeno in uno Stato europeo: aveva infatti scritto: “Se dimostrerò non essere la pena di morte né utile, né necessaria, avrò vinto la causa dell’umanità”.

 

FONTE : www.lanazione.it

 

PS: come vedete siamo lontani dalla barbarie islamica, comunista, nazi fascista, e su livelli  superiori al resto della Penisola dell'epoca.

La sciagura dell'Unità sabauda verrà à livellare tutto verso il basso, con l'espulsione  dello "straniero" nel nome di una pretesa convergenza culturale italica

23/11/2021

White lives matter

Eh oui, quand un blanc tue un noir c'est un scandale raciste, et si cela est vrai ça ne se discute pas

Mais quand Darrel Brooks, un noir fanatisé par l'idéologie de haine muslim Malcom X fonce sur une foule de blancs à un marché de Noel, c'est un fait divers

Pas de "Wokisme" pour cela....

Eh oui le racisme ça ne marche que dans un sens.......

 

https://www.the-sun.com/news/4117021/darrell-brooks-wisco...

19/11/2021

Au Pays de Mahomet les droits de l'homme ça n'existe pas

La Coupe du monde 2022 organisée au Qatar semble être le Mondial de toutes les polémiques. Le Guardian a révélé ce mardi que plus de 6500 migrants seraient décédés, notamment sur la construction de sept nouveaux stades, mais aussi de nouvelles routes, hôtels et même un aéroport. Il est également précisé que 80% des décès chez les Indiens et 48% chez les Népalais sont classés comme «naturels», preuve d'un manque de rigueur délibéré de la part des autorités. Ces travailleurs feraient face à des conditions insoutenables, avec une charge très importante, sous une chaleur harassante.

Le journal britannique précise que, parmi les morts, 5927 étaient originaires de l’Inde, du Bangladesh, du Sri Lanka et du Népal. Et ça n’irait pas en s’arrangeant puisque le Guardianprécise que ses estimations sont probablement en-dessous de la réalité car des pays comme le Kenya ou les Philippines ont également envoyé une flopée de travailleurs.

 

SOURCE:www.figaro.fr

20/10/2021

Islam force de paix

Le chef du Hezbollah pro-iranien au Liban Hassan Nasrallah affirme dans un discours télévisé que son mouvement dispose de "100.000 combattants armés et entraînés", prévenant le parti chrétien des Forces Libanaises (FL) de ne pas tenter de l'entraîner dans "une guerre civile".

14/10/2021

Il ricatto maomettano

Ora lo sappiamo: lo scenario di una catastrofe umanitaria seguita da un esodo fuori controllo dall'Afghanistan delineato da Mario Draghi dopo il G20 di martedì non era una semplice ipotesi. Era la sintesi delle minacce proferite dai talebani nel corso degli incontri con le delegazioni internazionali succedutesi a Doha nei giorni precedenti. Insomma i ruvidi talebani crescono e si evolvono, ma non nella direzione della tolleranza e del rispetto dei diritti umani ipotizzata in questi mesi dalle «anime belle» occidentali bensì in quella del ricatto e dell'estorsione. Una direzione indicata in questi anni dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan, vero pioniere di quel ricatto migratorio con cui ha estorto oltre sei miliardi all'Unione Europea. Ora, seguendo il suo esempio, i talebani tentano di convincere l'Occidente a sbloccare le loro riserve valutarie, scongelare gli aiuti internazionali e riconoscere l'Emirato. Il ricatto, sussurrato alle orecchie dei delegati di Usa e Ue transitati per Doha nell'ultima settimana, èdiventato verbo ufficiale all'indomani del G20.

Messi da parte i kalashnikov e imbracciate le armi della propaganda politica, i talebani hanno atteso che le parole di Draghi regalassero concretezza all'ipotesi di un esodo fuori controllo e hanno trasformato gli avvertimenti in una nota ufficiale firmata dal ministro degli esteri dell'Emirato Amir Khan Muttaqi. «Indebolire il governo afghano con le sanzioni non è nell'interesse di nessuno, perché gli effetti negativi toccherebbero direttamente il resto del mondo nell'ambito della sicurezza e delle migrazioni economiche dal Paese» - spiega la nota in cui Muttaqi riassume quanto già spiegato martedì alle delegazione di Stati Uniti e Unione Europea arrivate a Doha per trattare con i talebani. «Invitiamo i Paesi del mondo a porre fine alle sanzioni esistenti e a permettere alle banche di operare normalmente, in modo che i gruppi umanitari, le organizzazioni e il governo possano pagare gli stipendi ai propri dipendenti con le proprie riserve e l'assistenza finanziaria internazionale» - ha proseguito Muttaqi.

Immaginare a cosa punti il ricatto talebano non è difficile. Il primo obbiettivo è lo sblocco delle riserve valutarie del paese, seguito dalla ripresa degli aiuti internazionali e dal riconoscimento diplomatico. Per quanto riguarda il primo punto, il ricatto è in parte fuori bersaglio. Le riserve valutarie e aurifere da oltre 9 miliardi dello stato afghano sono depositate a New York e sono state bloccate dalle autorità statunitensi che difficilmente si piegheranno davanti ad un'ondata migratoria destinata a colpire i paesi europei. Non a caso martedì, 24 ore prima che la minaccia talebana venisse ufficializzata, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva già annunciato lo stanziamento di un fondo da oltre un miliardo destinato agli aiuti. Aiuti che in base alle decisioni del G20 verranno distribuiti alla popolazione dalle agenzie delle Nazioni Unite.

Davanti alla predisposizione al ricatto esibita dai talebani diventa, però, inevitabile chiedersi fino a quando sarà ammissibile piegare la testa. Al ricatto migratorio rischia di seguire la ben più grave minaccia di liberarsi dei terroristi dell'Isis mescolandoli ai migranti in uscita. Un ricatto che ci riporterebbe di colpo a quel 2015 in cui l'insostenibile pressione migratoria si sommava al rischio praticamente quotidiano di attentati. E a quel punto la sconfitta di un Occidente riportato indietro di 20 anni in pochi mesi sarebbe definitiva e completa.

 

13/10/2021

Il fascismo verde si diffonde a Colonia

La decisione del borgomastro ha sì ottenuto l'apprezzamento dei residenti islamici, ma ha anche provocato feroci critiche da parte di testate e commentatori tedeschi. Daniel Kremer, giornalista del quotidiano Bild, ha infatti condannato la scelta della Reker denunciando il fatto che le moschee di Colonia non possono essere affatto considerate come un auspicio di tolleranza, poiché gran parte di quelle sono state finanziate dalla Turchia di Erdogan, poco incline a promuovere i valori democratici e l'uguaglianza. Kremer ha quindi tuonato: "È sbagliato equiparare il canto del muezzin al suono dele campane. Le campane sono un segnale che aiuta anche a leggere l'ora, mentre il muezzin grida 'Allah è grande!' e 'Attesto che non c'è altro Dio all'infuori di Allah.' Questa è una grande differenzaAhmad Mansour, studioso dei processi di integrazione etnica, ha poi uleriormente stroncato la tesi della Reker per cui la diffusione a Colonia del canto del muezzin sarebbe un inno alla diversità. A detta del'esperto, l'azan sarebbe in realtà una "dimostrazione di forza", precisando in seguito ai giornalisti della Bild: "Non si tratta di 'libertà religiosa' o 'diversità', come sostiene il sindaco Reker. I responsabili di una moschea vogliono visibilità. Celebrano il muezzin come una dimostrazione di potere sui loro quartieri". Contro la scelta del Comune di Colonia ha quindi preso posizione il partito Csu, che, per bocca del Vicesegretario generale Florian Hahn, ha affermato che i canti dei muezzin "non fanno parte della nostra tradizione occidentale".

Fonte: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/colonia-libera-ai-canti-dei-muezzin-dalle-moschee-cittadine-1981489.html

05/10/2021

No comment

LUSERNA SAN GIOVANNI.  E' un 34enne di origini marocchine l'uomo fermato nella notte dai carabinieri per avere ucciso a coltellate una donna all’interno del bar Primavera di Luserna San Giovanni, nel Pinerolese. 
La vittima, Carmen De Giorgi, 44anni, lavorava come stagionale nella fabbrica di acque minerali Sparea. L’omicida, Hounaifi Mehdi, residente a Luserna San Giovanni, celibe, disoccupato e in regola con i documenti soggiorno, l’ha colpita più volte con un coltello da cucina di 30 centimetri, ferendo in modo non grave altre due ragazze che erano con lei. Poi è uscito dal bar e, dopo aver percorso 100 metri, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Pinerolo. La vittima lascia una figlia adolescente.

14/09/2021

Oriana Fallaci aveva capito tutto

Il ventesimo anniversario delle Torri Gemelle si incrocia col quindicesimo della morte di Oriana Fallaci, che cade il 15 settembre, e le due date sono legate a filo doppio, perché fu dopo l’attentato di New York che la più grande scrittrice italiana smise di curare il suo cancro – l’Alieno - per dedicarsi, anima e corpo, a contrastare quello cosmico del fondamentalismo islamico. Dopo la sua morte Franco Zeffirelli scrisse: «Noi non potremo né dovremo seppellirti nell’oblio, cara Oriana, perché tu avevi visto prima il pericolo che ci sovrastava e l’avevi urlato con tutta la tua forza a un mondo di sordi, di ciechi, di vigliacchi».

Oggi che l’Afghanistan è di nuovo in mano ai talebani, col rischio di ridiventare un santuario del terrorismo, il messaggio della Fallaci riacquista una terribile attualità. Già, perché anche solo ipotizzare un abbozzo di dialogo con un premier iscritto nella lista Onu dei terroristi più pericolosi e col ministro dell’Interno ricercato dall’Fbi, pare più un sogno da anime belle che un trattato di Realpolitik. Per Oriana, l’Islam è un’unica immensa palude: «Continua la fandonia dell’Islam moderato, la commedia dell’intolleranza, la bugia dell’integrazione» – scrisse dopo la strage di Londra. Un monito a non illudersi che ci sia un jihadismo “buono” e uno “cattivo”, come invece sembrano credere (ancora!) certi commentatori che, dopo l’attentato dell’Isis all’aeroporto di Kabul, si sono cimentati in una distinzione secondo cui, in fondo, i talebani sarebbero diventati “moderati”, e che la vera minaccia per l’Afghanistan sia ora da individuare nei loro nemici interni, più estremisti di loro. Ma è solo una folle illusione».

Lo scomposto ritiro dell’Occidente, in realtà, ha messo in moto un Risiko che, oltre a sfregiare in modo irreparabile l’immagine e la credibilità degli Stati Uniti, avrà inevitabilmente ricadute anche in un’Europa disorientata e divisa. L’Occidente ha bandito da tempo la parola «guerra», ormai imperversa la dottrina politicamente corretta secondo cui esportare la democrazia con le armi è stato solo un tragico abbaglio storico. Come se la libertà non fosse una conquista da difendere ogni giorno con le unghie e con i denti, anche in patria, ma una quieta eredità, un diritto immutabile delle nuove generazioni. Come se il «Risveglio islamico» nato con la rivoluzione khomeinista del ’79 non si proponesse di risvegliare la moltitudine islamica nel mondo da un letargo lungo trecento anni per affrancarla dalle imitazioni contaminanti dell’Occidente secolarizzato e decadente. L’unico strumento per la rinascita sarebbe dunque il ritorno alla fede e alla disciplina originaria del primo Islam.

La lunga consuetudine col socialismo arabo ha insegnato agli ideologi del terrore l’arte dell’organizzazione attraverso cellule segrete altamente disciplinate e ben addestrate. Ebbene, Oriana Fallaci conosceva profondamente l’Islam fondamentalista, le sue regole, la sua insopprimibile voglia di morte, e sapeva che troppe moschee vengono trasformate «in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi». Fino alla morte, non si è mai stancata di ripeterlo, incurante dell’isolamento culturale e del disprezzo dell’intellighenzia occidentale.

Eppure apparve subito evidente, dopo la spaventosa carneficina dell’11 settembre che nulla sarebbe più stato come prima. Invece ha prevalso il giustificazionismo, il pentitismo storico di un’Europa arcobaleno e senza più identità, secondo cui il terrorismo sarebbe solo il frutto avvelenato degli inevitabili risentimenti nei confronti dell’Occidente sopraffattore. Nulla importava se l’Internazionale del terrore era guidata da un club di miliardari che avevano studiato nei college, o se chi organizzò l’attacco alle Torri Gemelle proveniva da una famiglia facoltosa di Amburgo. La colpa era solo della fame e della povertà a cui erano stati condannati i Paesi arabi, del Satana amerikano e di Israele che difende il suo diritto ad esistere. Quella dei terroristi è invece solo una colpa riflessa e dunque attenuata. Da questa narrazione nasce il mito imperituro del «dialogo». Lo vogliono i pacifisti e lo pretende la sinistra, senza rendersi conto che il dialogo a senso unico significa solo la resa.

Un manuale di addestramento di Al Qaeda trovato a Londra nel ’93 diceva testualmente: «Il confronto che si vuol aprire con i regimi apostati non è fatto di dibattiti socratici, né di dialoghi platonici o di diplomazia aristotelica. Conosce solo il dialogo delle pallottole, gli ideali dell’assassinio, delle bombe e della distruzione e la diplomazia delle mitragliatrici e del cannone».

Ecco: la parola d’ordine della vittoria talebana in Afghanistan «Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo» è solo il sinistro complemento del motto di tanti terroristi islamici: «Voi amate la vita e noi amiamo la morte». Una dichiarazione di guerra all’Occidente in ritirata.

SOURCE https://www.iltempo.it/politica/2021/09/11/news/11-settembre-anniversario-torri-gemelle-new-york-confermata-profezia-oriana-fallaci-terrorismo-28629602/

06/09/2021

Le declin du courage en Occident

Entre la liberté qui est effectivement menacée et la vie qui l’est moins, statistiquement, la majorité des Français choisit la vie et applaudit aux restrictions qui freinent la propagation du virus et sa létalité. L’efficacité et l’innocuité des vaccins sont des questions scientifiques dont il est légitime de débattre. La manière dont l’obligation vaccinale a été imposée dans notre pays pose un problème politique dont il faut examiner les contours et les effets.

Une véritable démocratie repose sur la capacité du peuple à s’autodéterminer ne serait-ce qu’en choisissant les dirigeants qui le conduiront. La clef du système est dès lors la confiance entre le pouvoir et ceux qui le subissent, et donc la possibilité pour ces derniers de le remettre en cause si la défiance apparaît. Dans une démocratie libérale, ce qu’est, très théoriquement, la France, il faut en plus que le pouvoir soit limité dans son fonctionnement même, indépendamment des électeurs et des élections, par la séparation des pouvoirs, par un certain nombre de contre-pouvoirs.

L’instauration du passe sanitaire destinée à rendre la vie impossible à ceux qui en seraient dépourvus est une mesure qui consiste à imposer la vaccination non par la persuasion rationnelle que, selon certains, les chiffres étayent, mais par un subterfuge décidé par un homme seul démentant ses propos précédents. Certes, on peut approuver cette décision et même la considérer comme la seule bonne idée qu’ait eue le personnage depuis quatre ans, ce que semblent indiquer les sondages. Mais on doit aussitôt en conclure que la France n’est pas une démocratie et que, dans le fond, les Français n’y sont pas tant attachés qu’on le dit. Moins de libertés, certes, mais aussi moins de risque mortel, le choix est fait. Un homme seul en a décidé, les assemblées législatives et les plus hautes autorités administratives et judiciaires ont cautionné.

Les Français vivent désormais dans l’espérance du bout du tunnel, du retour aux terrasses et aux matchs de foot, sans trop s’inquiéter de l’absurdité qui consiste à conditionner le voyage d’une heure en 1ère classe d’un TGV entre Lille et à la possession du Sésame mais non l’usage d’un métro bondé pour une durée à peine moindre. L’idée que l’habitude étant prise, et la survenue des “variants” la renforçant, la coercition fondée sur la peur deviendrait un instrument banal du gouvernement ne s’est pas encore établie.

Or tout le problème est là : une où chacun ne pense plus qu’à persévérer dans son existence aura du mal à produire des héros. La couardise de l’Occident face à la montée en puissance de l’ est l’autre face de notre décadence. 90 Français sont allés mourir en Afghanistan, se sont sacrifiés inutilement pour que leurs tueurs reprennent le pouvoir avec la bénédiction hypocrite de nos gouvernements, qui vont accepter que ce pays soit à nouveau soumis à des lois les plus contraires à nos valeurs, des lois dont beaucoup d’Afghans s’étaient émancipés voici des décennies. Les pays européens vont à nouveau accepter que des Afghans viennent réclamer le titre de réfugiés, que la soit payée pour ne pas en laisser passer trop d’un coup.

L’intermédiaire de choix sera le Qatar, cet émirat trois fois plus petit que la Belgique, peuplé de plus de deux millions d’habitants dont 300.000 seulement sont des Qataris sans que la possibilité de le devenir soit ouverte aux autres, une monarchie absolue, un islamisme intransigeant et un rôle important dans les guerres liées au prétendu “Printemps arabe” et dans l’appui aux “Frères Musulmans”… Mais, une base américaine, la coupe du monde de en 2022, et même une place dans l’organisation internationale de la francophonie… Tout s’achète et tout se vend dans notre monde, et ni le gaz ni le pétrole n’ont la moindre odeur morale pour les narines sensibles de nos dirigeants démocratiques et droits-de-l’hommistes à géométrie variable.

Des dirigeants aussi dénués de dignité et de courage que les nôtres ont quand même un sacré culot d’attendre encore de l’héroïsme au sein des peuples qu’ils dirigent, au sein de certaines professions, notamment, et le miracle, c’est qu’il en subsiste !

 

SOURCE : https://www.bvoltaire.fr/entre-virus-et-talibans-le-declin-du-courage-en-occident/