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04/09/2017

Diritti umani, diritti di chi?

I funzionari di polizia si scambiano freneticamente informazioni. Ma i conti non tornano. Tre dei quattro violentatori di Rimini erano aggrappati all'Italia come giocolieri sulla rete

Fra escamotage e applicazioni soft di una legge già confusa e buonista.

Il papà dei due fratelli marocchini entra in Italia negli anni Novanta e si stabilisce in Veneto: il primo figlio, oggi in carcere, nasce a Montebelluna. L'uomo è irregolare ma una sanatoria del '95 gli offre la chance che cercava. Solo che il capofamiglia inciampa nella legge: denunce, arresti, precedenti che saltano fuori. Il permesso viene revocato e lui dovrebbe essere espulso, ma gioca la carta giusta; deve accudire i bambini che intanto si moltiplicano: due, tre, quattro. «Di solito - spiegano alla questura di Rimini - è la madre che invoca quella norma, ma questa volta è il padre a farsi avanti, gettando cosi l'ancora sul territorio italiano».

E la mamma? Lei non si è attaccata alla legge, ma non ce n'è bisogno: nessuno metterebbe su un aereo per Casablanca una signora, abbandonando al loro destino i quattro marmocchi.

Gli agenti sono salomonici: «È irregolare, almeno dal 2002, ma anche no».

Siamo dentro un labirinto che riporta tutti alla casella d'arrivo: l'Italia.

La realtà è che, per una ragione o per l'altra, le espulsioni dei maghrebini si fermano, mentre la giustizia e le istituzioni inseguono i pezzi sparsi di questa famiglia. Le denunce e gli arresti del padre; l'ammonimento della madre per stalking; i guai dei figli, più volte segnalati dalle forze dell'ordine e, come se non bastasse, la scuola frequentata dal secondogenito invia pacchi di segnalazioni per bullismo. «In teoria - notano gli agenti che si destreggiano fra leggi oscure come la selva di Dante - ci sarebbero buone ragioni per rispedire tutti in Marocco ma dopo tanti anni sono ancora qua e il motivo fondamentale è la presenza dei figli minori».

Che a loro volta, al compimento del diciottesimo anno, potrebbero chiedere la cittadinanza italiana, anche senza lo scivolo dello ius soli. Ma in questo caso, i guai dei genitori ricadono sui figli e quelli dei figli sui genitori: difficile, con la famiglia decimata dai provvedimenti giudiziari, immaginare che alla fine i ragazzi possano diventare italiani.

Più facile pensare che, espiata la pena se e quando verrà erogata, i fratelli vengano rispediti in Africa insieme al padre e alla madre. Ma è solo un'ipotesi di scuola. Fra commi scritti, modificati e interpretati non si sa quante volte nessuno è in grado di orientare la bussola verso il rimpatrio. È il colabrodo Italia.

Un paese senza griglie e filtri, come dimostra anche la vicenda del congolese, il capobranco arrestato per ultimo, ieri mattina. Arriva a Lampedusa su un barcone nel 2015. Dunque, è un clandestino ma come tanti chiede asilo politico. La Commissione territoriale gli risponde picche, ma poi gli accorda la protezione umanitaria che è un surrogato dell'asilo. Il giovane si sistema a Cagli, non lontano da Urbino. Conosce i due fratelli e il nigeriano, l'unico regolare perché la sua identità sta sulla carta di soggiorno della madre. Si forma la gang. Figlia di questo pastrocchio burocratico-politico.

E in questo pasticcio il limbo dei richiedenti asilo è la zona grigia per eccellenza. Se un profugo incassa un doppio no, no all'asilo e no alla protezione umanitaria, può sempre fare ricorso. In quel caso ha diritto a rimanere in Italia fino all'esaurimento del procedimento che può arrivare fino in Cassazione. Solo nella provincia di Rimini i richiedenti asilo sono 2 mila. Tutti in stand by. E i clandestini bloccati nell'ultimo anno sono stati 206, ma quelli accompagnati in una struttura sorvegliata o rimandati in patria solo 55. Uno su quattro. Gli altri sono liberi.

Fonte www.ilgiornale.it

02/09/2017

Ventimiglia: ancora una provocazione davanti ai nostri cimiteri

http://www.ilgiornale.it/video/cronache/islamici-pregano-...

Manifestamente i seguaci del pedofilo assassino continuano la provocazione sul suolo di un Paese che si é battuto per secoli per la propria liberta' e contro questo tipo di barbarie

Le autorità, si dice cosi', lasciano correre, anzi accondiscendono

Volevano  fare la stessa cosa anche davanti al Colosseo!!!

Come sulla copertina della loro immonda rivista RUMIYAH  sulla quale Roma e' designata come il prossimo obiettivo strategico in vista della SOLUZIONE FINALE

Roma che e' piu' che una semplice citta', ma il simbolo di tutto l'Occidente cristiano e umanistico da distruggere

Che nessuno si faccia illusioni: tutto cio' non condurra' alla "coabitazione pacifica delle culture", come si suole dire, ma alla creazione delle circostanze per una futura guerra civile che sara' dura e sanguinosa, come in Yugoslavia, Libano, India, Siria, Irak, Libia, Repubblica Centrafricana, Sudan......

Dovunque arriva l'Islam, la civiltà regredisce e la violenza s'installa, per sempre!

Dovunque e comunque da 14 secoli!!

Che nessuno dica di non sapere

Nessuna differenza fra Islam e Islamismo, il secondo non puo' esistere senza il primo

Questo stesso Blog attivo da 11 anni ricorda ripetutamente il pericolo mortale che la tolleranza verso queste pratiche immonde rappresenta per il nostro modello di civiltà

Molto prima degli attentati in Europa e poco dopo quelli delle Twin Towers

E' un problema di vita o di morte!

 

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20/07/2017

Voici ce que l'islam va faire de notre civilisation

https://www.youtube.com/watch?v=v6dvcjmD8iY

Notez: le bris des croix et la profanation des tombes avec dispersion des ossements

Hier l'Algérie

Demain l'Europe

26/06/2017

Come muore Firenze

La culla del Rinascimento in mano alla "setta del pedofilo assassino della Mecca", con la complicità del PD

Cinquemila anti occidentali, anti cristiani, anti ebrei, anti politeisti, anti omosessuali, anti femministi, anti libertari...... si riuniscono per festeggiare la fine del digiuno forzato ed obbligatorio (anche per gli infedeli in terra maomettana)

Notare l'ipocrisia della colletta per la moschea ed il cimitero ( certo i veri credenti non si mischiano con gli altri, da bravi razzisti, sono separati da vivi e da morti)

In realtà i soldi verranno dall'Arabia Saudita (Daech) e dal Quatar (Fratelli Musulmani)

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24/06/2017

Mal nommer les choses c'est ajouter au malheur du Monde (Camus)

Voici tout ce que Info Intox Régime U.E. n'ose pas dire depuis des décennies

Infos Allemagne1.mp4

09/06/2017

L'équipe du pédofile de la Mecque ne respecte pas la minute de silence

Click Australia vs Saudi Arabia

L'équipe officielle du Pays de Satan snobe la minute de silence

L'islam n'a rien a voir avec la violence, on vous l'a assez dit!

 

23/05/2017

Uccisa in nome di un pedofilo chiamato Maometto

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Nata in un Paese libero, che accoglie i "perseguitati", li nutre, li alloggia, li istruisce

Gli stessi che restano seguaci di una setta satanica che esalta l'oppressione et la morte come regola di condotta 

Un cancro chiamato Islam, sola ideologia pretesa religiosa al mondo a legittimare il massacro degli innocenti

Riposa in pace piccolo angelo

17/05/2017

Apporto culturale arabo musulmano al Rinascimento

Firenze, 17 maggio 2017 - Aveva rapinato diverse turiste, prendendole a calci e schiaffi o trascinandole a terra per rubare la borsa. Ma una di loro è riuscita a incastrarlo, dopo aver afferrato la felpa che l'uomo aveva indossato in quello e in altri due colpi. E' da qui che la polizia ha incastrato un 37enne marocchino, Hasi Hamza. Una delle rapine è stata ripresa da una telecamera di sicurezza. Siamo in centro a Firenze, in Borgo San Lorenzo. La turista sta rincasando di notte: mentre entra nel portone l'uomo le strappa la borsa e la fa cadere. Inizia una colluttazione in cui viene coinvolta anche l'amica della donna, che prova a raggiungere l'uomo. Scene di violenza, con la donna derubata che, dolorante, rientra in casa per poi chiamare la polizia. Questa aggressione accadde nella notte tra il 12 e il 13 gennaio di quest'anno. L'uomo porta via un Iphone alla donna. Con l'opzione "trova il mio Iphone" la derubata mostra agli agenti dove si trova il malvivente, che quindi viene bloccato e arrestato.

FONTE www.nazione.it

 

Il seguito proviamo ad immaginarlo....

Il Magistrato lo sgrida: "Cattivone non farlo piu! Vai torna dai tuoi cari!"

 

16/05/2017

I Sauditi provano a comprare Trump

Come si cambia la politica di una superpotenza come gli Stati Uniti? Semplice: si compra quella vecchia e se ne vende una nuova. Dev’essere quello che si sono detti quei furboni della casa reale dell’Arabia Saudita, che non vedono l’ora di ricevere Donald Trump che, proprio come fece Barack Obama, ha scelto Ryad come destinazione del suo primo viaggio presidenziale fuori dai confini americani.

Si sa quali siano oggi i problemi dei Saud. Il ribasso del prezzo del petrolio, che li ha spinti prima a concordare con i russi un consistente taglio alla produzione e poi a prorogarlo fino al marzo 2018. Il conseguente enorme deficit pubblico (53 miiardi nel 2016) e l’inevitabile sforbiciata alla spesa con il taglio dei salari dei dipendenti pubblici, che purtroppo sono circa il 70% delle persone occupate nel regno. La guerra nello Yemen, dove due anni di mano libera e di silenzio internazionale non hanno impedito alle forze armate saudite di impantanarsi in una serie di stragi senza scopo e senza senso.

 

Ma il primo e vero incubo dei sauditi, almeno per qualche  settimana, è stato l’arrivo sulla scena politica di Donald Trump, il candidato che per tutta la campagna elettorale aveva promesso di cambiare la politica estera degli Stati Uniti, dal 1945 imperniata, in Medio Oriente, sull’asse proprio con l’Arabia Saudita. Incubo ancor più pressante perché proprio Trump e il Partito repubblicano (oltre a una bella porzione di congressisti democratici) avevano spinto perché fosse approvato il JASTA (Justice against Sponsors of Terrorism Act), la legge che consente ai parenti di vittime di atti terroristici di far causa ai Paesi ritenuti corresponsabili di quegli atti. Una legge che pare fatta apposta per chiedere risarcimenti ai sauditi per l’11 settembre 2001, l’opportunità per una gigantesca class action che ha già trovato l’adesione di 800 parenti dei 2.996 morti di quel giorno.

Pensa e ripensa, re Salman e i suoi sembrano aver trovato le contromisure. Già ammorbidito dalle ganasce del cosiddetto Russiagate lasciatogli in eredità da Barack Obama, l’uomo d’affari Trump è stato preso all’amo con una di quelle offerte che, come diceva il Padrino Corleone di Franci Ford Coppola, non puoi proprio rifiutare.

Qualche giorno fa dalla Casa Bianca è trapelata la voce che il viaggio a Ryad servirà per siglare una colossale (l’ennesima) vendita di armi americane all’Arabia Saudita. Si parla di materiali per un valore di 100 miliardi di dollari secchi, destinati però a diventare 300 nei prossimi dieci anni grazie ai contratti di assistenza e manutenzione. Possiamo immaginare la gioia dei bambini yemeniti, regolarmente presi di mira dai caccia sauditi. E anche quella dei civili siriani e iracheni, visto che i sauditi, come peraltro fanno da anni, gireranno parte di quelle armi agli sgherri dell’Isis e di Al Nusra di cui sono grandi finanziatori e protettori.

Ma non basta. Per andare sul sicuro, i sauditi dovrebbero anche annunciare di voler investire 40 miliardi di dollari nel programma di ammodernamento delle infrastrutture Usa (porti, aeroporti, autostrade…) che è stato uno dei capisaldi del programma elettorale di Donald Trump. Anche in questo caso, i 40 miliardi sono la somma da spendere subito, perché il valore degli investimenti, diretti e indiretti, dovrebbe salire a 200 miliardi nel giro di quattro anni.

Questa seconda mossa saudita è particolarmente astuta. Donald Trump, infatti, aveva annunciato durante la campagna elettorale di voler investire un trilione di dollari nel “restauro” delle infrastrutture, aggiungendo però di volerne spendere “solo” 200 milioni di denaro pubblico, raccogliendo tutto il resto da investitori privati.

Ottimo proposito, assai più facile da annunciare sulla carta che da realizzare nella pratica. Soprattutto per un Presidente che ha avuto un esordio così discusso e travagliato e che è apertamente boicottato da una parte della struttura federale di governo del Paese. L’apertura di credito dei sauditi può servire da apripista, da esempio per altri grandi investitori istituzionali

 

Certo, il premio Nobel per la Pace Barack Obama fece la stessa cosa, e la sua presidenza ha il record assoluto per le vendite di armi all’Arabia Saudita. Ma questa non è una consolazione. È solo la dimostrazione che l’Occidente, per un po’ di soldi, continua a vedere l’anima a coloro dei quali la stessa Hillary Clinton scrisse (senza sapere che Wikileaks avrebbe pubblicato) che sono “i principali sostenitori del terrorismo sunnita nel mondo”.

FONTE www.ilgiornale.it

27/04/2017

Voici la carte de la liberté (de la presse)

Aucun Pays arabo musulman ne dépasse le seuil noir (le plus grave) ou rouge (juste en dessus)

Mais il parait que toutes les cultures se valent...

Il parait.....

Un peu d'islamisation ne peut que nous faire du bien!

Source: reporters sans frontières

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