11/01/2022
Eurabia alza il livello della civiltà
.......È una lunga riunione in Procura a delineare nella mattinata di lunedì i casi di molestie su ragazze tutte poco più che maggiorenni e a fare il punto sul lavoro investigativo e sui primi riscontri che hanno permesso agli uomini della Squadra mobile di individuare alcuni dei presunti aggressori. Vengono analizzati i primi risultati ottenuti attraverso l’analisi, oltreché delle immagini delle telecamere di sorveglianza, anche di quelle dei filmati amatoriali postati sui social network. Tutto materiale confrontato con i dati raccolti in mesi di servizi che polizia e carabinieri hanno svolto sulle comitive che gravitano abitualmente nell’area attorno alla cattedrale e alla Loggia dei Mercanti. La convinzione degli investigatori, che guidati da Marco Calì e coordinati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo ipotizzano il reato di violenza sessuale di gruppo, è che in piazza quella sera abbiano agito più gruppi di giovani composti per lo più da italiani di origine straniera che dai quartieri periferici e da fuori Milano al fine settimana si riversano in centro. La dinamica è sempre la stessa. I giovani circondano le vittime trascinandole nella calca, strattonandole, rapinandole, molestandole.........
Diciotto giovani vengono perquisiti tra Milano e Torino nella mattina di martedì 11 gennaio. Sono quindici maggiorenni e tre minorenni, età comprese tra i 15 e i 21 anni, sia stranieri sia italiani di origini nordafricane, rintracciati dagli agenti della Squadra Mobile di Milano e del Commissariato Centro. Per arrivare a identificare i componenti del branco di Capodanno gli esperti della Scientifica hanno utilizzato anche software per il riconoscimento facciale: il sistema di tracciamento Sari ha consentito di comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelli recuperati sui social network (dove alcuni ragazzi avevano fatto commenti il giorno dopo le aggressioni) e incrociare le informazioni con il database dell’Afis (il sistema di identificazione delle forze dell’ordine) che cataloga i precedenti di polizia. I reati contestati ai primi indagati sono violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate.
FONTE: www.corriere.it
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10/12/2021
Entre communistes, bonne entente et mépris de la democratie
08:20 | Lien permanent | Commentaires (0)
08/12/2021
L'homophobie mahométaine vue de l'intérieur
https://twitter.com/Mehdi_Aifa_AJR?ref_src=twsrc%5Etfw%7C...
« Un homo qui s’appelle Mehdi et qui dénonce les islamistes ne rentre pas dans leurs cases »
08:15 | Lien permanent | Commentaires (0)
03/12/2021
La police mondiale dans les mains des mahométains
Un Émirati, Ahmed Nasser Al-Raisi, est désormais à la tête de l'organisation internationale de police criminelle. Visé par de multiples plaintes pour "tortures", il sera toutefois le visage de cette organisation implantée à Lyon (Rhône).
Le Major général Ahmed Naser Al-Raisi est le nouveau visage d'Interpol, élu avec plus de 70% des voix. L'influent chef de la police des Émirats arabes unis est soupçonné d'avoir ordonné et couvert des actes de tortures. "J'ai été arrêté à l'aéroport puis placé en prison. J'ai été drogué avec des médicaments et j’y suis toujours accro aujourd'hui", explique Matthew Hedges, torturé en prison en 2018 alors qu'il était chercheur dans le domaine de la politique.
Un pays qui utilise le logiciel Pegasus
Le pays est une autocratie du golfe qui pratique une surveillance de masse de sa population. Le gouvernement utilise le logiciel Pegasus pour espionner ses opposants et ses anciens détenus, même depuis l'étranger. "Mon téléphone est encore surveillé et ceux de ma famille aussi. Nous sentons une forme de harcèlement depuis trois ans", ajoute Mattew Hedges. Deux plaintes ont déjà été déposées contre le nouveau patron d'Interpol, une troisième devrait suivre.
SOURCE : https://www.francetvinfo.fr/internet/securite-sur-internet/cyberattaques/interpol-le-nouveau-president-ahmed-nasser-al-raisi-vise-par-des-plaintes-pour-tortures_4861231.html
13:09 | Lien permanent | Commentaires (0)
30/11/2021
La Toscana austriaca ai vertici mondiali dell'umanismo
Il Granduca Pietro Leopoldo
Firenze, 30 novembre 2021 - È stato il Granducato di Toscana il primo Stato al mondo senza pena di morte.
Il 30 novembre 1786 adottò infatti un nuovo Codice penale in cui, per la prima volta, si decretava l’abolizione della pena capitale. Un primato raggiunto grazie a una riforma rivoluzionaria per l’epoca, fortemente voluta dal lungimirante Granduca Pietro Leopoldo. Che aveva recepito le istanze elaborate da Cesare Beccaria nel suo ‘Dei delitti e delle pene’, in cui, per la prima volta si mettevano in discussione che la crudeltà della pena e la durezza delle condizioni detentive potessero rappresentare un elemento dissuasivo, sostenendo piuttosto che la clemenza e la dignità del trattamento fossero mezzi di redenzione per il condannato. Alla riforma penale seguì il rogo delle “Forche ovunque si trovino” e degli strumenti di tortura, segno tangibile e spettacolare dell’inizio di una nuova epoca.
Una data storica per la storia dell’ordinamento penale europeo e mondiale. Il nuovo Codice penale toscano, che cancellava anche la possibilità di ricorrere alla tortura, ripudiando ogni forma di vessazione verso i prigionieri e i condannati, era stato preparato negli anni precedenti dal giurista fiorentino Pompeo Neri, uno dei principali artefici delle politiche riformiste degli Asburgo-Lorena, che aveva collaborato con l’illuminato Granduca anche alla progettazione delle bonifiche della Maremma. Un peso importante nell’abolizione della pena di morte in Toscana è da attribuire alle posizioni espresse nel 1764 dal giurista milanese Cesare Beccaria, nella sua opera così discussa da essere inclusa nell’Indice dei libri proibiti nel 1766.
Se la pena capitale era sempre esistita in tutti gli ordinamenti antichi, idee contrarie si erano già manifestate fin dal Medioevo in circoscritti ambiti teologici e filosofici. Tuttavia, prima del trattato di Beccaria, che riscosse un enorme successo in Europa, le posizioni abolizioniste avevano sempre avuto scarsa risonanza. Con la risoluzione di Leopoldo, invece, il giurista Beccaria poteva dire di aver vissuto abbastanza per vedere realizzato il suo sogno almeno in uno Stato europeo: aveva infatti scritto: “Se dimostrerò non essere la pena di morte né utile, né necessaria, avrò vinto la causa dell’umanità”.
FONTE : www.lanazione.it
PS: come vedete siamo lontani dalla barbarie islamica, comunista, nazi fascista, e su livelli superiori al resto della Penisola dell'epoca.
La sciagura dell'Unità sabauda verrà à livellare tutto verso il basso, con l'espulsione dello "straniero" nel nome di una pretesa convergenza culturale italica
08:17 | Lien permanent | Commentaires (0)
23/11/2021
White lives matter
Eh oui, quand un blanc tue un noir c'est un scandale raciste, et si cela est vrai ça ne se discute pas
Mais quand Darrel Brooks, un noir fanatisé par l'idéologie de haine muslim Malcom X fonce sur une foule de blancs à un marché de Noel, c'est un fait divers
Pas de "Wokisme" pour cela....
Eh oui le racisme ça ne marche que dans un sens.......
https://www.the-sun.com/news/4117021/darrell-brooks-wisco...
10:07 | Lien permanent | Commentaires (0)
19/11/2021
Au Pays de Mahomet les droits de l'homme ça n'existe pas
La Coupe du monde 2022 organisée au Qatar semble être le Mondial de toutes les polémiques. Le Guardian a révélé ce mardi que plus de 6500 migrants seraient décédés, notamment sur la construction de sept nouveaux stades, mais aussi de nouvelles routes, hôtels et même un aéroport. Il est également précisé que 80% des décès chez les Indiens et 48% chez les Népalais sont classés comme «naturels», preuve d'un manque de rigueur délibéré de la part des autorités. Ces travailleurs feraient face à des conditions insoutenables, avec une charge très importante, sous une chaleur harassante.
Le journal britannique précise que, parmi les morts, 5927 étaient originaires de l’Inde, du Bangladesh, du Sri Lanka et du Népal. Et ça n’irait pas en s’arrangeant puisque le Guardianprécise que ses estimations sont probablement en-dessous de la réalité car des pays comme le Kenya ou les Philippines ont également envoyé une flopée de travailleurs.
SOURCE:www.figaro.fr
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20/10/2021
Islam force de paix
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14/10/2021
Il ricatto maomettano
Ora lo sappiamo: lo scenario di una catastrofe umanitaria seguita da un esodo fuori controllo dall'Afghanistan delineato da Mario Draghi dopo il G20 di martedì non era una semplice ipotesi. Era la sintesi delle minacce proferite dai talebani nel corso degli incontri con le delegazioni internazionali succedutesi a Doha nei giorni precedenti. Insomma i ruvidi talebani crescono e si evolvono, ma non nella direzione della tolleranza e del rispetto dei diritti umani ipotizzata in questi mesi dalle «anime belle» occidentali bensì in quella del ricatto e dell'estorsione. Una direzione indicata in questi anni dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan, vero pioniere di quel ricatto migratorio con cui ha estorto oltre sei miliardi all'Unione Europea. Ora, seguendo il suo esempio, i talebani tentano di convincere l'Occidente a sbloccare le loro riserve valutarie, scongelare gli aiuti internazionali e riconoscere l'Emirato. Il ricatto, sussurrato alle orecchie dei delegati di Usa e Ue transitati per Doha nell'ultima settimana, èdiventato verbo ufficiale all'indomani del G20.
Messi da parte i kalashnikov e imbracciate le armi della propaganda politica, i talebani hanno atteso che le parole di Draghi regalassero concretezza all'ipotesi di un esodo fuori controllo e hanno trasformato gli avvertimenti in una nota ufficiale firmata dal ministro degli esteri dell'Emirato Amir Khan Muttaqi. «Indebolire il governo afghano con le sanzioni non è nell'interesse di nessuno, perché gli effetti negativi toccherebbero direttamente il resto del mondo nell'ambito della sicurezza e delle migrazioni economiche dal Paese» - spiega la nota in cui Muttaqi riassume quanto già spiegato martedì alle delegazione di Stati Uniti e Unione Europea arrivate a Doha per trattare con i talebani. «Invitiamo i Paesi del mondo a porre fine alle sanzioni esistenti e a permettere alle banche di operare normalmente, in modo che i gruppi umanitari, le organizzazioni e il governo possano pagare gli stipendi ai propri dipendenti con le proprie riserve e l'assistenza finanziaria internazionale» - ha proseguito Muttaqi.
Immaginare a cosa punti il ricatto talebano non è difficile. Il primo obbiettivo è lo sblocco delle riserve valutarie del paese, seguito dalla ripresa degli aiuti internazionali e dal riconoscimento diplomatico. Per quanto riguarda il primo punto, il ricatto è in parte fuori bersaglio. Le riserve valutarie e aurifere da oltre 9 miliardi dello stato afghano sono depositate a New York e sono state bloccate dalle autorità statunitensi che difficilmente si piegheranno davanti ad un'ondata migratoria destinata a colpire i paesi europei. Non a caso martedì, 24 ore prima che la minaccia talebana venisse ufficializzata, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva già annunciato lo stanziamento di un fondo da oltre un miliardo destinato agli aiuti. Aiuti che in base alle decisioni del G20 verranno distribuiti alla popolazione dalle agenzie delle Nazioni Unite.
Davanti alla predisposizione al ricatto esibita dai talebani diventa, però, inevitabile chiedersi fino a quando sarà ammissibile piegare la testa. Al ricatto migratorio rischia di seguire la ben più grave minaccia di liberarsi dei terroristi dell'Isis mescolandoli ai migranti in uscita. Un ricatto che ci riporterebbe di colpo a quel 2015 in cui l'insostenibile pressione migratoria si sommava al rischio praticamente quotidiano di attentati. E a quel punto la sconfitta di un Occidente riportato indietro di 20 anni in pochi mesi sarebbe definitiva e completa.
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13/10/2021
Il fascismo verde si diffonde a Colonia
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