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02/03/2022

I ceceni di Putin contro la democrazia

Un commando di ceceni era stato inviato in Ucraina per uccidere Volodymyr Zelensky e i suoi più stretti collaboratori. Gli uomini, facenti capo a Ramzan Kadyrov, avrebbero dovuto "liquidare fisicamente" il presidente ucraino e il resto del governo. Abbiamo usato il condizionale perché, a quanto pare, il gruppo di assalitori sarebbe stato "neutralizzato".

La notizia è stata riportata dal sito del giornale Ukrayinska Pravda che, citando fonti dell'intelligence ucraina, ha ricostruito quanto accaduto. Nei primi giorni di febbraio, Vladimir Putin avrebbe incaricato il leader ceceno Kadyrov di infiltrare le sue forze a Kiev con il fine ultimo di fare "il lavoro più sporco". In altre parole, il commando era stato incaricato di uccidere Zelensky e decapitare la leadership politica dell'Ucraina. Non solo la missione sarebbe fallita, ma il commando avrebbe subito anche pesanti perdite in un combattimento avvenuto lo scorso 26 febbraio non lontano dall'aeroporto di Gostomel, nei pressi della capitale ucraina.

I servizi segreti ucraini hanno affermato inoltre che l'azione è stata possibile grazie a una "soffiata" arrivata da una fonte anonima. Questa fonte si sarebbe spacciata per un "ufficiale dei servizi di sicurezza russi" contrario alla guerra. Il suo intento, sempre secondo il racconto del giornale, sarebbe stato quello di impedire l'uccisione di Zelensky. Sembrerebbe che durante l'attacco delle forze ucraine sia rimasto ucciso un comandante delle forze cecene, Magomed Tushaev, vicino a Kadyrov.

La notizia è ancora frammentata e le indiscrezioni si sussegiono. Il Mirror, ad esempio, ha riportato le dichiarazioni di Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale di Kiev. Danilov, durante un discorso televisivo all'emittente Ukraine 24, ha affermato che l'unità giunta in Ucraina per uccidere Zelensy "è stata eliminata". La squadra, come anticipato, sarebbe stata inviata nell'ex nazione sovietica dal suddetto Ramzan Kadyrov, leader della regione russa della Cecenia nonché alleato del presidente Putin.

Non sappiamo se le fonti di intelligence citate dall'Ukrayinska Pravda siano in realtà assimilabili allo stesso Danilov. Le frasi di quest'ultimo coincidono però, in tutto e per tutto, con la versione fornita dal sito ucraino. "Siamo già a conoscenza dell'operazione speciale che doveva essere eseguita dall'unità delle forze di Kadyrov. Abbiamo ricevuto informazioni da rappresentanti del Servizio di sicurezza federale russo che non vogliono prendervi parte guerra sanguinosa. L'unità delle forze di Kadyrov, venuta per uccidere il nostro presidente, è stata eliminata", avrebbe detto Danilov.

Sempre secondo il segretario Danilov, un primo gruppo di ceceni sarebbe stato preso di mira a Hostomel, mentre un altro gruppo sarebbe attualmente tenuto sotto tiro. "Non daremo il nostro Presidente o il nostro Paese a nessuno", ha concluso lo stesso Danilov. Secondo il sito Al Arabiya, infine, Kadyrov in persona avrebbe dichiarato che alcuni ceceni sarebbero rimasti uccisi durante le operazioni militari in Ucraina. Operazioni nelle quali i suoi uomini "avevano un ordine per ridurre al minimo le perdite tra la popolazione civile dell'Ucraina". "Purtroppo ci sono già perdite tra i nativi della Repubblica cecena. Due sono morti, altri sei sono rimasti feriti in misura diversa", avrebbe detto Kadyrov su Telegram.

Un commando di ceceni era stato inviato in Ucraina per uccidere Volodymyr Zelensky e i suoi più stretti collaboratori. Gli uomini, facenti capo a Ramzan Kadyrov, avrebbero dovuto "liquidare fisicamente" il presidente ucraino e il resto del governo. Abbiamo usato il condizionale perché, a quanto pare, il gruppo di assalitori sarebbe stato "neutralizzato".

La notizia è stata riportata dal sito del giornale Ukrayinska Pravda che, citando fonti dell'intelligence ucraina, ha ricostruito quanto accaduto. Nei primi giorni di febbraio, Vladimir Putin avrebbe incaricato il leader ceceno Kadyrov di infiltrare le sue forze a Kiev con il fine ultimo di fare "il lavoro più sporco". In altre parole, il commando era stato incaricato di uccidere Zelensky e decapitare la leadership politica dell'Ucraina. Non solo la missione sarebbe fallita, ma il commando avrebbe subito anche pesanti perdite in un combattimento avvenuto lo scorso 26 febbraio non lontano dall'aeroporto di Gostomel, nei pressi della capitale ucraina

I servizi segreti ucraini hanno affermato inoltre che l'azione è stata possibile grazie a una "soffiata" arrivata da una fonte anonima. Questa fonte si sarebbe spacciata per un "ufficiale dei servizi di sicurezza russi" contrario alla guerra. Il suo intento, sempre secondo il racconto del giornale, sarebbe stato quello di impedire l'uccisione di Zelensky. Sembrerebbe che durante l'attacco delle forze ucraine sia rimasto ucciso un comandante delle forze cecene, Magomed Tushaev, vicino a Kadyrov.

La notizia è ancora frammentata e le indiscrezioni si sussegiono. Il Mirror, ad esempio, ha riportato le dichiarazioni di Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale di Kiev. Danilov, durante un discorso televisivo all'emittente Ukraine 24, ha affermato che l'unità giunta in Ucraina per uccidere Zelensy "è stata eliminata". La squadra, come anticipato, sarebbe stata inviata nell'ex nazione sovietica dal suddetto Ramzan Kadyrov, leader della regione russa della Cecenia nonché alleato del presidente Putin.

Non sappiamo se le fonti di intelligence citate dall'Ukrayinska Pravda siano in realtà assimilabili allo stesso Danilov. Le frasi di quest'ultimo coincidono però, in tutto e per tutto, con la versione fornita dal sito ucraino. "Siamo già a conoscenza dell'operazione speciale che doveva essere eseguita dall'unità delle forze di Kadyrov. Abbiamo ricevuto informazioni da rappresentanti del Servizio di sicurezza federale russo che non vogliono prendervi parte guerra sanguinosa. L'unità delle forze di Kadyrov, venuta per uccidere il nostro presidente, è stata eliminata", avrebbe detto Danilov.

Sempre secondo il segretario Danilov, un primo gruppo di ceceni sarebbe stato preso di mira a Hostomel, mentre un altro gruppo sarebbe attualmente tenuto sotto tiro. "Non daremo il nostro Presidente o il nostro Paese a nessuno", ha concluso lo stesso Danilov. Secondo il sito Al Arabiya, infine, Kadyrov in persona avrebbe dichiarato che alcuni ceceni sarebbero rimasti uccisi durante le operazioni militari in Ucraina. Operazioni nelle quali i suoi uomini "avevano un ordine per ridurre al minimo le perdite tra la popolazione civile dell'Ucraina". "Purtroppo ci sono già perdite tra i nativi della Repubblica cecena. Due sono morti, altri sei sono rimasti feriti in misura diversa", avrebbe detto Kadyrov su Telegram.

FONTE: www.ilgiornale.it

28/02/2022

Entre communistes on se comprend.......

Parti Communiste Chinois et (ex) KGB soviétique: La démocratie......voila l'ennemi!

Capture d’écran 2022-02-28 182542.jpg

Adhésion immédiate de l'Ukraine à l'UE !

Hors OTAN, Hors Schenghen

Il en va aussi de l'évolution démocratique de la Russie post PutineCapture d’écran 2022-02-28 182024.jpg

Chi combatte per il nazicomunista Putin? I tagliagole maomettani ceceni!

Tutta la merda viene a galla!

Il leader della Repubblica cecena Ramzan Kadyrov, di fronte a circa “10.000” uomini armati radunati nella capitale Groznyj, ha lanciato un “consiglio” al Presidente ucraino Zelensky: «Colgo l’occasione di dare un consiglio all’attuale Presidente ucraino Zelensky, che potrebbe anche diventare ex Presidente, affinché chiami il nostro Presidente, il comandante supremo Vladimir Putin, e chieda scusa». Non è dato sapere la data della realizzazione del video, che circola di fatto dopo la diffusione delle immagini dei soldati ceceni intenti a pregare in una foresta.

Capture d’écran 2022-02-28 174458.jpg

Putin: il comunista perde il pelo ma non il vizio

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25/02/2022

Poutine attaque: entre pogrom anti sémite et defense du mythe soviétique

"Suite à la victoire de Volodymyr Zelensky aux élections présidentielles en Ukraine, le pays va devenir le seul au monde, avec Israël, à compter à la fois un président et un Premier ministre de religion juive.

Quand Zelensky sera intronisé président, son Premier ministre – au moins pour un certain temps et peut-être jusqu’aux élections parlementaires prévues plus tard cette année – sera Volodymyr Groysman, un homme politique juif, ancien maire de la ville de Vinnytsia.

Pour certains des critiques du président en place Petro Poroshenko, la victoire écrasante du comédien Zelensky, fils d’universitaires, âgé de 41 ans, avec un programme vague et sans expérience politique, n’était pas vraiment une surprise. Cela en raison d’un fort ressentiment concernant une persistance de la corruption sous Poroshenko, qui a pourtant été élu en 2014 sur un programme qui promettait de mener des actions pour lutter contre le problème

Ce qui était plus surprenant pour certains, en revanche, c’était de voir comment Zelensky a remporté les élections de manière si nette alors même que son héritage juif est bien connu en Ukraine – sa mère Rima est Juive et il a plaisanté là-dessus pendant sa campagne.

La Russie et d’autres voix critiques ont en effet affirmé que la société ukrainienne avait un sérieux problème d’antisémitisme.

Le Premier ministre ukrainien Volodymyr Groysman lors d’une rencontre avec des soutiens du président ukrainien Petro Poroshenko à Kiev, en Ukraine, le mardi 29 janvier 2019. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

« Imaginez un Juif pur sang avec l’aspect d’un personnage de Sholom Aleichem qui remporte une écrasante victoire dans un pays où la glorification des criminels nazis est inscrite dans la loi », a écrit Avidgor Eskin, éditorialiste russe-israélien, dans une analyse publiée ce mois par l’agence de presse Regnum.

Dans cet éditorial sur Zelensky, Eskin a minimisé les accusations d’un antisémitisme très répandu en Ukraine, en considérant qu’une bonne partie de l’attention attribuée à ce problème avait pour origine les médias et la propagande en provenance de Russie – pays voisin qui se trouve toujours impliquée dans un conflit armé sur le territoire ukrainien.

La déclaration d’Eskin sur les lois ukrainiennes glorifiant les criminels nazis n’est néanmoins pas exacte, et la Russie n’est pas le seul pays à critiquer l’Ukraine concernant ce problème d’antisémitisme.

L’année dernière, le gouvernement israélien a désigné l’Ukraine comme un point régional problématique dans son rapport annuel sur l’antisémitisme.

« L’Ukraine constituait jusqu’alors une exception frappante en Europe de l’Est, avec une tendance à la baisse des incidents antisémites. Le nombre d’attaques antisémites a finalement doublé en Ukraine par rapport à l’année dernière et a dépassé le chiffre de tous les incidents cumulés et recensés sur l’ensemble de la région », notait-on dans le rapport. Les auteurs du rapport ont compté plus de 130 incidents antisémites en Ukraine en 2017, ont-ils déclaré.

L’année dernière également, plus de 50 membres du Congrès américain ont condamné une loi ukrainienne, affirmant qu’elle « glorifie des collaborateurs nazis » – allant donc plus loin que les lois polonaises polémiques qui limitent ce qui peut être dit sur la complicité de la Pologne pendant la Shoah.

Une lettre signée par les législateurs américains précisait : « Il est particulièrement troublant qu’une bonne partie de la glorification nazie en Ukraine soit soutenue par le gouvernement. » La lettre mentionnait des cérémonies, des gestes et des lois en l’honneur des dirigeants des milices UPA et OUN, qui ont combattues aux côtés de l’Allemagne nazie pendant la Deuxième guerre mondiale et dont les troupes ont participé à des atrocités contre les Juifs, notamment.

Le gouvernement de Poroshenko a fortement encouragé la glorification de ces soldats et de leurs dirigeants, les présentant comme combattants de la liberté ukrainienne. Le gouvernement a souligné que ces combattants avaient lutté aux côtés de l’Allemagne afin de s’opposer à l’Union soviétique.

Plusieurs villes à travers l’Ukraine portent le nom du collaborateur nazi Stepan Bandera qui, avant l’arrivée au pouvoir de Poroshenko, était ouvertement glorifié seulement dans l’ouest du pays.

Dans le même temps, dans la ville occidentale de Lviv, des nationalistes n’ont pas hésite à célébrer, avec la permission des autorités de la ville, l’anniversaire de la 14e division galicienne de la Waffen SS. Lors des événements organisés pour cet anniversaire, des parades d’hommes en uniformes nazis SS ont été organisées dans les rues.

Des telles manifestations auraient été impensables sous Viktor Yanukovych, le président corrompu destitué lors de la révolution de 2013, qui s’est terminée avec l’élection de Poroshenko. Prudent afin de ne pas s’aliéner son puissant voisin de l’est ainsi que les Russes ethniques vivant en Ukraine, Yanukovych était moins tolérant sur le nationalisme.

Sur ce sujet, Zelensky s’est contenté de dire qu’il n’était pas personnellement en faveur de la glorification de personnages tels que Bandera, qu’il a décrit comme « un héros pour certains Ukrainiens ». Il s’agissait d’une formule très réservée, en comparaison au soutien sans réserve apporté à Bandera par des officiels sous Poroshenko.

Des milliers de nationalistes ukrainiens défilent avec des torches à travers Kiev en l’honneur de Stephan Bandera, un rebelle anti-soviétique de la Deuxième guerre mondiale, le 1er janvier 2015. (Crédit photo: AFP/Genya Savilov)

La campagne présidentielle elle-même a été marquée par certains relents d’antisémitisme.

Dans certains cercles d’extrême droite, le travail de Zelesky à la télévision – il est comédien – pour une chaîne possédée par le milliardaire juif Igor Kolomoisky a été considéré comme la preuve de son appartenance à une « cabale juive ». Mais cela l’a aussi rendu populaire auprès d’autres nationalistes, qui appréciaient la réputation de fier patriote de Kolomoisky.

Le mois dernier, Alexander Paliy, analyste politique influent qui soutenait Poroshenko, a provoqué une polémique en écrivant sur Facebook que, malgré son respect pour les Juifs et certains Russes, « le président d’Ukraine devrait être Ukrainien et chrétien, comme la grande majorité des Ukrainiens ».

Des tels propos ont choqué la plupart des 300 000 Juifs d’Ukraine, dont les ancêtres ont souffert d’un antisémitisme meurtrier en Ukraine durant des siècles – avant, pendant et des décennies après la Shoah.

Le philosophe français Bernard-Henri Lévy a aussi fait référence à l’histoire sanglante des Juifs d’Ukraine dans un entretien avec Zelensky, publié plus tôt ce mois dans l’hebdomadaire Le Point.

« Son Judaïsme. C’est extraordinaire que le possible futur président du pays de la Shoah par balles et de Babi Yar soit un Juif assumé issu d’une famille de survivants de Kryvy Rih, à proximité de Dnipro – la terre des pogroms », a écrit BHL. « Cet enfant du post-modernisme est une nouvelle preuve que le virus de l’antisémitisme a été maîtrisé », a-t-il ajouté.

Sans renier son histoire juive, Zelensky a refusé de l’évoquer en longueur lors de l’interview, a précisé BHL. A ce sujet, il a répondu avec une formule d’auto-dérision typique en lui disant : « Le fait que je sois Juif se classe seulement en 20e position dans ma longue liste de défauts. »

Zelensky, dont la mère Rima est Juive, a su se faire apprécier du public ukrainien avec des blagues dans ce registre en tant que comédien vedette de « Serviteur du peuple » – un programme télévisé diffusé en prime-time dans lequel il a interprété un enseignant qui devient par la force des choses président d’Ukraine. Il a annoncé sa candidature en janvier et est devenu aussitôt favori de cette élection.

Volodymyr Zelensky, l’acteur et candidat ukrainien à la présidentielle, réagit après un débat à l’élection présidentielle au stade olympique de Kiev, en Ukraine, le 19 avril 2019. (AP Photo/Vadim Ghirda)

Cette popularité a permis à Zelensky à la fois de remporter la victoire avec un programme politique vague et de se distinguer de ses rivaux politiciens professionnels, avec leur propension à l’hyperbole et aux slogans nationalistes.

Par exemple, quand un journaliste lui a demandé comment il interagirait avec le président russe Vladimir Poutine, Zelensky, revenant à ses racines comiques, a déclaré : « Je lui parlerais à hauteur de regard. » Il s’agissait d’une référence au fait que lui et Poutine font au moins 8 centimètres de moins que Poroshenko, qui mesure 1,8 m.

L’opacité de Zelensky signifie que nous faisons face à un haut niveau d’incertitude, a déclaré Eduard Dolinsky, dirigeant du Comité ukrainien juif.

« Nous allons devoir attendre pour voir quel type de président sera Zelensky, a déclaré Dolinsky, qui a vivement critiqué certaines politiques de l’administration Poroshenko. Il est clair que la tentative de Poroshenko de séduire l’opinion publique avec le nationalisme a échoué. Les Ukrainiens ont affirmé une volonté de changement. Et je suis optimiste. »

SOURCE:https://fr.timesofisrael.com/zelensky-le-nouveau-presiden...

Alors définir l'Ukraine un Etat nazi alors que son Président et son Premier Ministre sont de confession juive.....ça révèle de la supercherie

 

09/02/2022

Taharrush gamea: encore une avancée majeure de la civilisation islamique

Article de la revue de sciences sociales Égypte/Monde arabe sur le rôle que peuvent jouer les hommes dans les mouvements égyptiens anti-harcèlement estime que les hommes qui participent à ces attaques cherchent en fait à rétablir ce qu'il voient comme l'ordre naturel des choses, en réaffirmant le contrat social patriarcal et en limitant le domaine des femmes à la sphère privée

CLICK   https://fr.wikipedia.org/wiki/Agression_sexuelle_de_masse

Poursuite de l'invasion islamique en terre chrétienne, avec son apport civilisationnel

.....«Nous avons un problème démographique», lance sans détour le maire de Chloraka, Nicholas Liasides. «Pour le résoudre, il faut répartir ces réfugiés à travers l'île», plaide-t-il. Dans cette petite ville de 7000 habitants, situé dans l'ouest de Chypre, le nombre de réfugiés, des Syriens la plupart, est passé de 800 à 1700 en trois ans, représentant environ un quart de la population.

À l'image de Chloraka, l'île méditerranéenne, membre de l'Union européenne, a vu une arrivée massive de migrants ces dernières années, en majorité des Syriens fuyant la guerre dans leur pays, situé à moins de 100 km des côtes chypriotes.

Rapportée à sa population, Chypre -- divisée depuis son invasion en 1974 par la Turquie qui en occupe le tiers nord -- dit enregistrer le plus grand nombre de primo-demandeurs d'asile en Europe, accusant Ankara «d'instrumentaliser» les migrants en les faisant passer côté sud depuis le nord. Si tant de migrants ont choisi Chloraka, c'est selon le maire la faute du propriétaire du «Saint Nicolas», un ancien complexe touristique où résident près de 700 réfugiés dans des appartements aux loyers abordables. «C'est un ghetto et nous voulons le briser», dit à l'AFP Nicholas Liasides.

Moins de tourisme

Ce complexe de 250 appartements, situé à l'écart de la commune, accueillait naguère de nombreux touristes, mais en raison notamment de la pandémie, les visiteurs européens ont cédé la place aux migrants. Face à cet afflux, le ministère de l'Intérieur a émis en décembre 2020 un décret interdisant à tout nouveau réfugié de s'installer à Chloraka.

Et il y a un mois, les autorités locales ont coupé l'alimentation en eau au complexe, sur fond d'un différend financier lié à des factures impayées. «Ce ne sont que des excuses, ils veulent chasser les réfugiés», assure à l'AFP Neofyto Paranetis, propriétaire du «Saint Nicolas». (certainement payé par l'UE...NDR)  «C'est une honte», s'insurge ce septuagénaire, précisant avoir porté l'affaire «devant la justice».

Les tensions à Chloraka se sont exacerbées en janvier après deux bagarres entre réfugiés, dont certains résidents du «Saint Nicolas», indique Michalis Nicolaou, porte-parole de la police de Paphos. «En un mois, nous avons interpellé plus de 80 personnes résidant illégalement à Chloraka», assure-t-il, en référence au décret.

Depuis début janvier, deux manifestations ont été organisées par des habitants pour réclamer le départ des réfugiés. «La plupart des habitants ont peur de s'approcher du complexe, le nombre de migrants est devenu trop important», explique à l'AFP le propriétaire d'un café, qui souhaite rester anonyme «par crainte de problèmes».......

 

SOURCE : www.figaro.fr

11/01/2022

Eurabia alza il livello della civiltà

.......È una lunga riunione in Procura a delineare nella mattinata di lunedì i casi di molestie su ragazze tutte poco più che maggiorenni e a fare il punto sul lavoro investigativo e sui primi riscontri che hanno permesso agli uomini della Squadra mobile di individuare alcuni dei presunti aggressori. Vengono analizzati i primi risultati ottenuti attraverso l’analisi, oltreché delle immagini delle telecamere di sorveglianza, anche di quelle dei filmati amatoriali postati sui social network. Tutto materiale confrontato con i dati raccolti in mesi di servizi che polizia e carabinieri hanno svolto sulle comitive che gravitano abitualmente nell’area attorno alla cattedrale e alla Loggia dei Mercanti. La convinzione degli investigatori, che guidati da Marco Calì e coordinati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo ipotizzano il reato di violenza sessuale di gruppo, è che in piazza quella sera abbiano agito più gruppi di giovani composti per lo più da italiani di origine straniera che dai quartieri periferici e da fuori Milano al fine settimana si riversano in centro. La dinamica è sempre la stessa. I giovani circondano le vittime trascinandole nella calca, strattonandole, rapinandole, molestandole.........

 Diciotto giovani vengono perquisiti tra Milano e Torino nella mattina di martedì 11 gennaio. Sono quindici maggiorenni e tre minorenni, età comprese tra i 15 e i 21 anni, sia stranieri sia italiani di origini nordafricane, rintracciati dagli agenti della Squadra Mobile di Milano e del Commissariato Centro. Per arrivare a identificare i componenti del branco di Capodanno gli esperti della Scientifica hanno utilizzato anche software per il riconoscimento facciale: il sistema di tracciamento Sari ha consentito di comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelli recuperati sui social network (dove alcuni ragazzi avevano fatto commenti il giorno dopo le aggressioni) e incrociare le informazioni con il database dell’Afis (il sistema di identificazione delle forze dell’ordine) che cataloga i precedenti di polizia. I reati contestati ai primi indagati sono violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate

FONTE: www.corriere.it

10/12/2021

Entre communistes, bonne entente et mépris de la democratie

"La République populaire de Chine est l'unique gouvernement légitime qui représente toute la Chine, et Taïwan est une partie inaliénable du territoire chinois", a déclaré le ministre des Affaires étrangères nicaraguayen, Denis Moncada, dans un communiqué. Le gouvernement du président Daniel Ortega "rompt à partir d'aujourd'hui les relations diplomatiques avec Taïwan et cesse tout type de contact ou relation officiels", a-t-il ajouté.  Le ministère taïwanais des Affaires étrangères a exprimé "douleur et regrets du fond du cœur".