02/05/2006
Massacri religiosi... come al solito musulmani!
1 Maggio 2006

Gli attacchi sono i più violenti dal 2003, quando India e Pakistan hanno proclamato un cessate-il-fuoco nell’area.
A Udhampur le vittime sono pastori di mucche, i cui corpi sono stati trovati ieri. A Doda alcuni militanti in divisa hanno raccolto un gruppo di abitanti dei villaggi e dopo diverse ore li hanno uccisi a sangue freddo.
Esperti della sicurezza ipotizzano che dietro gli attacchi agli indù – in minoranza nel Kashmir – vi sia la mano della Lashkar-e-Toiba (LeT, l’esercito del Puro), un gruppo islamico pro-Pakistan.
Negli ultimi 10 anni di guerriglia militante la LeT ha organizzato almeno 17 massacri, uccidendo 270 indù.
John Dayal, membro cattolico del Consiglio nazionale per l’integrazione, ha detto ad AsiaNews che “i reali motivi dietro le uccisioni sono diffondere terrore e persecuzione contro i deboli e gli innocenti” e “dividere le comunità” nelle diverse parti dell’India.
“La violenza – egli ha aggiunto – non risolve mai alcun problema…(non é cio' che dice l'illuminato della Mecca n.d.r.) C’è bisogno di portare pace alle persone di tutte le religioni – musulmani (sic!), buddisti, indù – presenti nella valle del Kashmir”.
Dayal ricorda che anche la piccola comunità cristiana soffre violenza in Kashmir: “cristiani di origine Dalit e Pundit sono fra le vittime più comuni” nella zona indiana e pakistana; “i missionari cristiani – egli aggiunge – rischiano la morte tutti i giorni per affermare il loro diritto alla libertà di espressione e di fede”.
www.asianews.it
19:45 | Lien permanent | Commentaires (0)
30/04/2006
Se doveste leggere solo un libro...
e semmai non lo aveste letto, da non mancare per nessuna ragione:
IBN WARRAQ: "Perché non sono musulmano"
Ovvero la menzogna su cui riposa la dottrina del III° totalitarismo messa a nudo in modo scientifico.
http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=3077&a...
22:50 | Lien permanent | Commentaires (0)
29/04/2006
Bernard Lewis
"L'islam non é una religione nel senso restrittivo in cui l'intende l'Occidente, ma una comunità (oumma), una sottomissione, ed un modo di vivere....
L'islam é politico o null'altro, perché nell'islam la religione non é, come ad esmpio nel Cristianesimo, un settore dell'esistenza che regola alcuni aspetti ma non altri: la religione islamica interessa ogni aspetto della vita esercitando una giurisdizione non limitata ma globale"
Bernard Lewis: "Il ritorno dell'islam"
08:55 | Lien permanent | Commentaires (0)
28/04/2006
Da ridere, ma é tutto vero!
Film WMP fabuleuxdestin1.wmv
(Lo tengo un mese prima di sopprimerlo a causa dello spazio disco)
23:10 | Lien permanent | Commentaires (0)
Italia versus islam
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15:00 | Lien permanent | Commentaires (0)
27/04/2006
Milano chiama......Nassiriya risponde
Ringrazio il Presidente Cossiga per avermi suggerito il titolo.
Premetto che all'inizio della guerra in Irak non ero assolutamente favorevole a questo conflitto ed ancora meno alla partecipazione italiana.
Semplicemente perché mi sembrava piu' che evidente che la caduta del mostro Saddam avrebbe aperto il vaso di Pandora, creando una situazione di anarchia completa che in linea di principio sarebbe stata favorevole all'instaurazione di una teocrazia islamica di stampo iraniano.
Ed effettivamente ci troviamo in un contesto in cui gli sciiti maggioritari sognano una repubblica di ayatollah, ed i sunniti minoritari rimpiangono il modello di Stato fascislamico di stampo siriano.
Oggi mi sembra evidente che l'occidente non possa piu' ritirarsi con la coda fra le gambe dall'Irak, perché cio' equivarrebbe a porre le sue immense ricchezze petrolifere non al servizio del benessere della popolazione ma piuttosto al profitto del jihad sotto ogni sua forma, in primo luogo terroristica.
Fino al giorno delle elezioni in Italia, ero convinto che ci sarebbe stato un'attentato di stile madrileno per cercare di influenzare l'opinione pubblica a votare Prodi.
In realtà cosi' non é stato (per fortuna!), da una parte perché l'islam peninsulare non é ancora sufficentemente radicato per resistere a una reazione di rigetto dell'opinione pubblica e d'altra parte perché in definitiva questa strategia non avrebbe funzionato per Prodi quanto per Zapatero.
Invece sono sicuro che l'attentato di oggi é un segnale chiaro alla nuova maggioranza di sinistra per dire: ritirate le truppe.
Lasciando in tal modo il terreno libero ai discepoli maomettani ed ai loro progetti satanici.
Nessuna illusione, la sinistra risponderà.....presente!
ETRUSCO
23:30 | Lien permanent | Commentaires (0)
26/04/2006
La vergogna del 25 aprile
61° Anniversario della liberazione, 25 aprile 2006.
Manifestazioni in tutta Italia. Bandiere rosse a profusione. Pochi tricolori bianco rosso e verde. Nessuna bandiera a stelle e strisce, quanto all'union jack ...neppure a parlarne.
Guarda caso, nessuna liberazione dal nazi-fascismo sarebbe stata possibile senza gli anglo-americani.
Ma sono "sporchi capitalisti", meglio dimenticarli.
Viceversa, bandiere palestinesi a profusione.
E la rappresentanza ebraica, simbolo del popolo che i nazi-fascisti volevano sterminare, fischiata e insultata.
Ma chi sono questi manifestanti neo-stalinisti e filo-islamisti?
Hanno 20 o 30 anni, non hanno mai conosciuto la guerra, non hanno mai conosciuto la fame, non hanno mai conosciuto la costrizione, la quasi totalità non ha mai lavorato.
Parlano di "proletariato", di "causa palestinese".
E si alzano a mezzogiorno.
Se hanno aperto un libro di storia in vita loro è perché era offerto la domenica col Manifesto.
In realtà, se ne fregano del 25 aprile.
Alcuni di loro hanno una facies nord-africana, né loro né i loro antenati si sono mai battuti in Italia per renderci piu' liberi.
A meno che... i loro nonni facessero parte delle truppe franco-magrebine che stuprarono centinaia e centinaia di donne ciociare dopo la presa di Montecassino.
Ma bruciano bandiere israeliane ed americane
Ancora una dimostrazione di come la convergenza "rosso-verde" cioé fra marxismo e islamismo, cosi' come la convergenza "bruno-verde" cioé fra nazismo e islamismo, sia un fatto certo ed evidente basato su piu' punti comuni.
Lo stesso disprezzo dell'individualità, dello stato di diritto, della libertà di pensiero e di opinione.
La stessa struttura totalitaria, sclerotica, violenta, sanguinaria, intollerante.
Non illudiamoci con i giochi di parole, la democrazia é strettamente incompatibile con il rosso, con il bruno, e con il verde, le tre facce dello stesso mostro.
ETRUSCO
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25/04/2006
Afghanistan?......Non.......Algérie!
La loi en question suivait la libération massive, légitimée par un référendum sur la réconciliation nationale, d’intégristes religieux impliqués (avec la complicité et la participation de certains cercles du pouvoir militaire) dans une violence armée sans précédent qui avait fait des milliers de victimes civiles innocentes durant les années 90. Une violence ayant emporté des opposants politiques, des journalistes, des médecins, des artistes, des écrivains et un grand nombre de citoyens anonymes qui se battaient pacifiquement pour un monde meilleur avant d’être réduits au silence à jamais.
Pour l’opposition laïque algérienne, instaurer la paix en libérant des prisons des islamistes qui ont les mains tachées de sang sans avoir payé leur dette envers la société, c’est de l’instaurer dans l’impunité, dans l’injustice, et donc sur le dos des familles de leurs victimes.
Ces sanguinaires, dont le métier était de trancher des gorges et de couper des têtes au nom de Dieu sans distinction sur l’âge, ont donc été réintégrés dans la société en héros. Cette pseudo-réconciliation nationale, non dépourvue d’arrières pensées, semble plutôt être une stratégie politique dont le pouvoir a du mal à cacher les objectifs.
Une stratégie qui s’écarte des méthodes répressives habituelles utilisées contre la rue a été élaborée par les sérails du régime. Leur but est d’essayer à nouveau de mater la région de la Kabylie, traditionnellement hostile au pouvoir et à l’islamisme, en réinjectant des imams intégristes dans les mosquées, en paupérisant ses populations et espérant livrer ensuite ses jeunes aux fanatiques religieux qui se nourrissent de la misère sociale.
En effet, c’est dans cette région algérienne berbérophone, principal adversaire politique des régimes s’étant succédé à la tête du pays depuis son indépendance, qu’ont été constatées ces dernières années des vagues, importantes pour les uns et insignifiantes pour les autres, de conversions au christianisme, oeuvres des mouvements évangéliques du terroir. C’est dans le cadre de cette stratégie que les autorités algériennes ont fait appel aux services d’un imam égyptien haut placé et connu du monde arabo-musulman, El Kardaoui, qui est venu rappeler dans l’enceinte d’une université que les Kabyles n’ont pas le droit de se détourner de la religion musulmane et que la femme doit se voiler. Cet imam s’est même arrogé le droit de dénoncer la présence marquée de la langue de Voltaire dans l’affichage public de cette province algérienne la plus francophone du pays.
Cette partie de l’Algérie, qui a payé un lourd tribut pour l’indépendance nationale et la lutte pour la démocratie, a toujours été depuis des lustres un foyer de tolérance, d’ouverture sur l’autre et un endroit où l’identitaire et le culturel priment souvent sur le religieux qui reste un élément propre à la sphère du privé. Un grand pan de l’histoire contemporaine de ce pays est fait de confrontations entre les pouvoirs politiques successifs, façonnés dans le moule de la pensée unique, et la Kabylie.
Si toutes les principales démocraties occidentales, et même l’Église catholique, n’ont pas ménagé leurs efforts pour arracher Abdul Rahman à la mort, pourquoi se taisent-t-elles et laissent-elles faire lorsque les droits humains, la justice et la liberté d’expression sont bafoués dans d’autres pays musulmans comme l’Algérie, jadis terre de saint Augustin ? Cette terre où à notre époque on libère impunément des sanguinaires de leurs cellules pour les remplacer par des journalistes !
Rachid Bandou
Sainte-Rose de Laval
13 Apr, 2006
21:50 | Lien permanent | Commentaires (0)
Il corano maestro di vita
SURA 47, versetti 4 e 5.
"Quando incontrerete gli infedeli, uccideteli sino a farne grande strage, e serrate i lacci dei prigionieri che avrete fatto.
In seguito li rimetterete in libertà o li restituirete (alle famiglie) previo pagamento di un riscatto, dopo che la guerra sia finita"
COMMENTO PERSONALE: come ognuno puo' constatare non vi é ORTODOSSIA ISLAMICA piu' grande di quella di Ben Laden o di Al Zarqawi.
SOURATE 47, versets 4 et 5.
"Quand vous rencontrerez les infidèles, tuez-les jusqu'à en faire un grand carnage, et serrez les entraves des captifs que vous aurez faits. Ensuite vous les mettrez en liberté, ou les rendrez moyennant une rançon, lorsque la guerre aura cessé."
13:40 | Lien permanent | Commentaires (0)
Avete detto......blasfemia???
In questa fase in cui sembra essere di moda indire dei concorsi per rappresentare personalità o eventi di eccezionale rilievo (Maometto, l'Olocausto), noi immaginiamo di lanciarne due. Nel primo chiediamo al nostro ipotetico pubblico di raffigurare il Corano, il libro sacro dell'islam, per molti increato e pertanto Dio stesso.
Rispondono al concorso in cinque. La prima raffigurazione ritrae il Corano circondato da due spade affilate che si intersecano con in mezzo l'ordine: «E preparate». Che introduce il versetto «E preparate contro di loro forze e cavalli quanto potete, per terrorizzare il nemico di Dio e vostro, e altri ancora, che voi non conoscete ma Dio conosce, e qualsiasi cosa avrete speso sulla via di Dio vi sarà ripagata e non vi sarà fatto torto» (Corano VIII, 60).
Nella seconda raffigurazione, su uno sfondo nero, il Corano è aperto in mezzo a un globo terrestre e dal Corano spuntano una mitragliatrice Kalashnikov, una bandiera nera e un pugno con l'indice rivolto verso l'alto, che sottintendono che tramite la violenza, il vessillo della morte e l'affermazione dell' unicità di Dio, l'islam conquisterà il mondo intero. Nella terza raffigurazione il Corano appare su uno sfondo giallo, posto al di sotto di un Kalashnikov e affiancato da un globo terrestre e la scritta in rosso: «In verità, il Partito di Dio, loro saranno i vincitori». Nella quarta raffigurazione il Kalashnikov rispunta nuovamente in mezzo al Corano aperto con sullo sfondo un sole giallo e l'ordine: «Combatteteli dunque fino a che non ci sia più sedizione, e la religione sia quella di Dio» (Corano II, 193). Lo stesso versetto coranico ricompare nella quinta raffigurazione, con versetto coranico ricompare nella quinta raffigurazione, con il Corano che esibisce il motto «Il giudizio spetta solo a Dio», attorniato sulla destra da una sciabola e sulla sinistra dal Kalashnikov.
Ebbene voi come giudicate queste raffigurazioni del Corano? Per me sono blasfeme e inneggianti alla cultura della violenza e della morte. Eppure si tratta, nell'ordine, dei loghi ufficiali dei Fratelli Musulmani in Egitto e della loro filiale palestinese Hamas, del gruppo «Monoteismo e Guerra santa» affiliato ad Al Qaeda in Iraq, dell’Hezbollah libanese, del movimento pachistano del Kashmir Lashkar-e-Taiba, del «Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento » algerino.
Passiamo al secondo concorso in cui chiediamo al nostro ipotetico pubblico di raffigurare la moschea di Al Aqsa, il terzo luogo di culto sacro dell'islam, che sorge a Gerusalemme. Rispondono in tre. Nella prima raffigurazione la moschea è al centro incastonata tra due bandiere palestinesi e sormontata da due Kalashnikov laterali che sorreggono una bomba a mano nel punto dove si intersecano le canne. Su tutto troneggia l'ordine: «Combatteteli, dunque, e Iddio li castigherà per mano vostra e li coprirà d'obbrobrio, e vi assisterà a trionfo contro di loro, e guarirà il petto dei credenti» (Corano IX, 14).
La seconda raffigurazione ritrae la moschea al centro e, in sovrapposizione, c'è un combattente con la kefiah che imbraccia la mitragliatrice M-16 con la destra e un Corano con la sinistra. Alle spalle una bandiera verde con la professione di fede nell'islam «Non vi è altro Dio al di fuori di Allah». Mentre all'interno di una cornice circolare è riportato il versetto «Ma voi non li uccideste, bensì li ha uccisi Dio» (Corano VIII, 17). La terza raffigurazione è più ardita. Dalla cupola della moschea spuntano come corna due fucili, in mezzo l'invocazione «Allah è grande », mentre in una cornice circolare è impresso il versetto «Ma quelli che lotteranno zelanti per Noi, li guideremo per le nostre vie, e certo Dio è con coloro che operano per il bene» (Corano, XXIX, 69). Ebbene voi come giudicate queste raffigurazioni della sacra moschea di Al Aqsa? Per me sono blasfeme e inneggianti alla cultura della violenza e della morte. Eppure si tratta, nell'ordine, dei loghi ufficiali delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, delle Brigate Ezzeddin Al Kassam e della Jihad islamica palestinese.
Tuttavia nessun musulmano si è finora sentito offeso e ha protestato per questa profanazione del Corano e della moschea sacra di Al Aqsa. A nessun musulmano è passato per la mente di sporgere denuncia presso i tribunali di Gaza, Il Cairo, Beirut, Islamabad o Algeri. Ecco perché non convince l'ondata di violenza su scala mondiale contro le vignette che offenderebbero Maometto. I musulmani prima di scagliarsi contro la Danimarca, dovrebbero combattere la blasfemia a casa propria.
Magdi Allam
19 febbraio 2006
Corriere della Sera
COMMENTO PERSONALE : Concordo pienamente con Magdi Allam sul fatto che l’ipocrisia regna nell’universo islamico.
Tuttavia non sono affatto sorpreso che nessuno si sia mai alzato per protestare contro l’associazione fra simboli musulmani (corano, moschee, ecc) e armi da taglio o da fuoco, quando essa emana da gruppi islamici.
Semplicemente perché ogni buon musulmano praticante sa che il corano rigurgita di versetti inneggianti allo sterminio ed alla sottomissione degli “infedeli”.
Applicare la presunta "parola di Allah", dargli una raffigurazione, non é dunque blasfemia in terra d'islam.
09:30 Publié dans Blog | Lien permanent | Commentaires (0)
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