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06/10/2015

I Sauditi (alleati degli USA) chiamano al Jihad contro i Russi

Gli imam, alcuni dei quali membri dell'Unione internazionale degli studiosi musulmani, legata ai Fratelli musulmani, hanno esortato "tutti coloro che sono in grado di rispondere alla chiamata della jihad”.

Un gruppo di cinquantadue predicatori sauditi, tra cui molti professori universitari, hanno invitato il pubblico musulmano a "correre" per combattere in Siria contro le forze russe. Lo riferisce l'emittente panaraba al Arabiya.

Gli imam, alcuni dei quali membri dell'Unione internazionale degli studiosi musulmani, legata ai Fratelli musulmani, hanno esortato "tutti coloro che sono in grado di rispondere alla chiamata della jihad, anche al di fuori dell'Arabia Saudita", e hanno chiesto ai combattenti dell'opposizione siriana di "unificare il loro fronte", invitando chiunque sia in grado di combattere a non lasciare la Siria.

Secondo gli esperti, mediante tale appello i predicatori stanno cercando di coinvolgere nel conflitto in Siria i giovani musulmani di Arabia Saudita e Paesi del Golfo, ricordando i mujahideen che combatterono contro i sovietici durante la guerra in Afghanistan negli anni '80. 

05/10/2015

Poker menteur

L'efficacité des bombardements russes en Syrie avec des centaines de pourritures islamistes éliminées en quelques jours contraste farouchement avec l' inefficacité des opérations mascarade menées par USA, GB, et France, avec leurs soit disant "alliés" sunnites du proche orient

Le manque de volonté de combattre l'Etat Islamique est flagrante et met encore plus en lumière la contradiction liée à la présence d'un Pays dangereux comme la Turquie  au sein de l'OTAN

Barak Hussein Obama est manifestement un nul, un cynique et un mauvais qui joue en faveur de ses sponsors saoudiens et tous ses pantins d'alliés d'Europe occidentale raisonnent avec la logique de prostitution à leurs compagnies gazo pétrolières

Quant à Bachar El Assad il a seulement une "tache" de plus que tous les salopards de dictateurs qui dirigent les Pays arabes voisins: IL N'EST PAS MUSULMAN!

C'est cela qui ne va pas et qui lui vaut une volonté farouche d'élimination!

En effet les ALAOUITES ne sont pas des musulmans au sens propre du termes car il ne reconnaissent pas le coran en tant que livre sacré

(Je vous invite à la lecture du livre d'Alexandre del Valle "Le chaos Syrien")

Et ça à Ryad  à Doha et à Ankara on ne peut pas le tolérer

Or les Saudiens les Quataris et les Turcs veulent des musulmans sunnites orthodoxes partout

Et ils y arrivent grâce à leurs complices Occidentaux: en Lybie (où Khadafi était considéré un "hérétique") en Cote d'Ivoire ( où Bagbo a été remplacé par le sunnite Ouattara grâce à Sarkozy ), au Nigéria (où Goodluck a été remplacé par le sunnite Muhammadu Buhari), ....

La Russie et bientôt la Chine ne se soucient guère des torchonnés du golfe et s’apprêtent d'ailleurs à occuper le terrain que les occidentaux voulaient réserver à leurs mentors corrupteurs adeptes du cul en l'air

Souvenez vous de Chamberlain:

"VOUS AVEZ VOULU ÉVITER LA GUERRE AU PRIX DU DESHONNEUR

VOUS AVEZ LES DÉSHONNEUR ET VOUS AUREZ LA GUERRE"

 

 

 

 

La moschea come scuola dell'odio maomettano

L'espulsione lo scorso 28 agosto dell'imam di Schio, l'algerino Sofiane Mezzereg, per aver indottrinato genitori e bambini al rifiuto della musica e a vivere conformemente a quanto ha prescritto Allah e a quanto ha detto e ha fatto Maometto, al punto da indurli a esaltare il terrorismo, non è un caso isolato.

È piuttosto la punta dell'iceberg.

La verità è che nelle moschee e nelle scuole coraniche d'Italia gli imam ortodossi e zelanti praticano il lavaggio di cervello inculcando il rifiuto e l'odio della nostra civiltà nel nome del «vero islam». La verità è che questi imam non sono un corpo estraneo o contrastante con le «comunità islamiche» che li seguono, ma rappresentano una realtà ideologica speculare e diffusa nel nostro Paese. Ma soprattutto è vero che il «nemico» da combattere e sconfiggere non sono né i singoli imam né l'insieme delle «comunità islamiche», ma è l'islam stesso che li ispira e che impone loro di invaderci strumentalizzando le nostre leggi e di sottometterci per imporci la sharia, la legge islamica.

Così come è vero che la strategia di islamizzazione dell'Italia e dell'Europa si sta attuando solo perché siamo noi italiani ed europei a consentirlo e persino a favorirlo, assoggettandoci alla dittatura del relativismo valoriale, perseguendo l'ideologia del multiculturalismo e del meticciato antropologico e culturale, per ingenuità, ignoranza, odio di se stessi, paura, interesse materiale o condivisione dell'islam.

In un'intervista pubblicata ieri dal «Giornale di Vicenza», l'imam Mezzereg sostiene candidamente: «Non ho mai fatto niente di male, ho solo portato avanti la mia missione religiosa», «voglio insegnare ai miei fratelli il vero islam». Nello specifico spiega che «Maometto ha detto che gli strumenti musicali sono un peccato», «invece che fare musica, è meglio se i bambini studiano la matematica, sono le parole del Profeta».

I fatti che hanno portato alla sua espulsione «per motivi di ordine pubblico» risalgono allo scorso gennaio, quando tre bambini di origine maghrebina della scuola elementare Marconi di Schio si tapparono le orecchie con le mani, dicendo che la musica è peccato e spiegando che l'imam aveva proibito loro di ascoltarla. E ai loro compagni dissero convintamente: «Quando siamo grandi torniamo in Italia con le bombe e vi facciamo saltare in aria. Vi ammazziamo tutti».

A fronte di questi gravissimi fatti, registriamo non solo la reazione indignata dell'imam, ma anche il sostegno ricevuto dai gestori e dai fedeli della sua moschea, il Centro islamico «La Guida Retta» di Schio. L'ex presidente, Abderrazzak Frimane, ha detto: «Questa inchiesta è una bomba che ha colpito Schio, una città accogliente, dove predicava un grandissimo imam, Sofiane, un uomo giusto. Qualcuno lo avrà sulla coscienza».

Ancor più significativa è la solidarietà espressa dalle insegnanti della scuola elementare Marconi: «Noi maestre siamo rimaste di stucco. Mezzereg era venuto diverse volte a scuola perché uno dei suoi figli frequentava qui, ma si era sempre comportato in maniera distinta e corretta». Viene sminuita l'importanza del fatto dei bambini che si sono tappate le orecchie perché la musica è peccato, dato che «è durato un giorno». Da rilevare che questa scuola elementare ha ben il 60% di bambini stranieri ed è stata elogiata come modello di integrazione.

Ricordo che quando il 6 settembre 2005 si decise di chiudere la scuola coranica della moschea di viale Jenner a Milano, dove circa 500 bambini da ben 15 anni venivano indottrinati ad esaltare la «guerra santa islamica» nell'inno mattutino, mentre sui testi veniva inculcata loro la cultura dello scontro, della separazione identitaria, della violenza religiosa e del martirio islamico, il prefetto Bruno Ferrante ne ordinò la chiusura non perché illegale, ma banalmente per «inagibilità dei locali». Fu così che si trasferì prima nei locali della moschea di via Quaranta e infine nei locali in via Ventura messi a disposizione dalle Acli. Le istituzioni non sanzionarono né i predicatori d'odio che praticavano il lavaggio di cervello ai bambini né i genitori che sottraevano i figli al dovere della scuola dell'obbligo. All'opposto assecondarono gli islamici aiutandoli a preservare la loro scuola coranica sotto mentite spoglie. Ecco perché sono preoccupato non tanto per l'arbitrio, l'arroganza e la violenza degli islamici, quanto per l'ignoranza, l'ignavia e la collusione ideologica degli italiani.

MAGDI ALLAM  su www.ilgiornale.it

leggere MAGDI ALLAM : ISLAM SIAMO IN GUERRA

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MERCI VLADIMIR

1288488.jpgLes terroristes opérant en Syrie quittent les zones contrôlées après les frappes réalisées par l'aviation russe, rapporte l'Etat-major général des Forces armées russes.

Plus de 600 mercenaires combattant dans les rangs des djihadistes ont quitté leurs positions suite aux frappes aériennes russes, a annoncé le général-colonel Andreï Kartapolov.

Selon le militaire, les extrémistes reculent "dans l'affolement général" après les attaques de l'aviation russe.

 
PS: Les Russes font en une semaine ce que les USA, GB et France n'ont pas fait (n'ont pas voulu faire) en TROIS ANS

01/10/2015

Le communautarisme qui arrive... à cause de l'Islam!

La guerre, civile ou internationale, a été presque entièrement bannie de l’Europe. Ce progrès décisif de la civilisation est le fruit de la longue histoire des Européens. La bienveillance envers autrui recommandée par les morales grecques et romaines est devenue l’amour obligatoire du prochain que nous impose le christianisme. Celui-ci va jusqu’à nous ordonner d’« aimer nos ennemis », précepte antinaturel qu’on ne trouve dans aucune autre morale. Saint Paul affirme que devant Dieu il n’y a plus « ni homme ni femme », fondement, selon Chantal Delsol, du respect de la faiblesse physique des femmes, respect que les temps modernes ont transformé en exigence d’égalité (Chantal Delsol et Martin Steffens, Le nouvel âge des pères). Les Européens ont peu à peu « désensauvagé » leurs sociétés.

Les monarchies ont fait cesser les conflits féodaux, les Lumières ont entraîné l’émancipation des juifs par Napoléon, qui fut une décommunautarisation en bonne et due forme  (« Ne rien donner aux juifs comme nation, tout leur donner comme individus »). Nous avons obtenu ce miracle européen, tellement évident que nous n’en avons plus conscience : des sociétés sans communautés, des sociétés homogènes sur le plan civil, quoique diverses sur le plan linguistique, religieux, etc. Un Bavarois qui va à la messe et parle son dialecte n’hésitera pas à épouser une Hanovrienne protestante qui jargonne en plattdeutsch s’il en est amoureux. L’intermariage signe la fin des communautarismes.

L’Europe est un long effort pour venir à bout des conflits de toutes sortes, et cet effort a culminé à la fin du XXe siècle avec le bannissement des guerres internationales, du moins à l’ouest du continent. De ce long processus de mise à l’écart de la violence, nous sommes les filles et les fils. Un peu lâches, égoïstes et domestiqués, c’est vrai. Mais du moins l’idée ne vient pas à un propriétaire lésé par la loi Duflot d’aller faire exploser sa ceinture au milieu du groupe écolo de l’Assemblée Nationale ou à un éleveur limousin en colère de tirer à la kalachnikov dans les couloirs du ministère de l’Agriculture.

Et « eux » ? Le Moyen-Orient n’a pas connu cette inlassable pacification des rapports entre individus et entre groupe sociaux à fondement ethnique, religieux ou linguistique. Peut-être à cause d’une religion dominante qui met moins l’accent sur l’amour du prochain que le christianisme. Peut-être à cause de l’humiliation subie lors des colonisations ottomanes, puis européennes. De plus savants que moi trouveront la cause de cet état de fait évident : les communautarismes produisent des guerres en Syrie, en Irak, au Yémen et des violences presque partout ailleurs.

L’Etat turc lutte à nouveau contre les Kurdes, les Coptes sont plus menacés que jamais en Egypte, les Chiites sont persécutés dans les Etats sunnites du Golfe et en Arabie Saoudite. Les chrétiens sont partout violentés, même sur les chemins de l’exil, même dans les foyers d’accueil allemands !

Les hommes nés dans la plupart des cultures du Moyen-Orient ne se sentent pas obligés de respecter la faiblesse physique des femmes, ils ne se sentent pas obligés de préserver la paix entre peuples, ethnies, et religions différentes. Les femmes obéissent aux hommes, et s’il se trouve des chrétiens à bord d’une embarcation qui vogue vers l’Europe, on ne se gêne pas pour les noyer.

Chacun conçoit les représentants des autres communautés que la sienne comme des ennemis potentiels, non comme des frères à aimer. Un surmoi qui obligerait à vivre fraternellement avec les Autres ne s’est pas construit, et nous ne sommes coupables en rien de ce ratage proche-oriental.

Accuser l’Occident des malheurs de l’Orient (millième édition du sanglot de l’homme blanc que nous resservent les bonnes âmes, avec le méchant Bush et le méchant Sarkozy en semeurs de discorde chez les peuples arabes), ce n’est pas très sérieux et cela sert à éluder une question très gênante : que transportent au juste les migrants dans leurs sacs à dos ?

C’est simple : ils transportent leur culture, comme chaque être humain. Les Syriens installés dans la région de Montbéliard y formeront une nouvelle communauté se défiant des autres. A Audincourt, les Roméo d’origine turque et les Juliette d’origine syrienne auront bien du mal à braver l’hostilité de leurs familles et à se marier. Le Maghreb et le Machrek se rendront compte qu’ils ne parlent pas le même arabe, et ce sera une raison supplémentaire d’hostilité. Je gage, sans avoir de boule de cristal, qu’il y aura des mosquées syriennes et des mosquées maghrébines. Daoud Boughezala, dans un article passionnant mais quelque peu déprimant, vient de décrire sur Causeur la montée des communautarismes dans cette partie de la Franche-Comté. L’histoire occidentale les avait supprimés, ils reviennent dans les sacs à dos des migrants.

On voit ces derniers comme de pauvres victimes. Ils le sont assurément, mais ils sont aussi porteurs d’habitudes sociales qui ne sont pas les nôtres. A qui sera-t-il utile que l’Occident s’orientalise ? A qui sera-t-il utile qu’on vive à Montbéliard avec la même peur des déchaînements communautaires qu’à Alep ou à Baghdad ? A personne. Il faut donc avoir le courage cruel de refuser les migrants. Il faut refuser le déluge de bons sentiments, compréhensible chez les peuples, absurde chez les gouvernants. Ceux-ci doivent se guider sur la raison, la réflexion, et non sur l’émotion. Jean Raspail vient de déclarer au Point que les migrants doivent « se débrouiller » et on est tenté de lui donner raison. Le cynisme fait de meilleurs hommes d’Etat que la compassion. Chamberlain avait promis la paix et il a perdu. Churchill avait promis du sang et des larmes et il a gagné.

SOURCE : www.causeur.fr

Axe Américano - Sunnite

CQLiZQGVAAAU7hj.jpgVous voyez une différence?

Non?

A gauche vous avez le chevron des Marines Américains en Irak et au Levant

A droite celui des Frères Musulmans, Secte Sunnite anti occidentale et anti juive

Pas mal non pour le Pays victime du 11 septembre 2001?

Qu' Allah bénisse Barack Hussein!

 

SOURCE: http://fr.sputniknews.com/international/20151001/10185191...

 

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GRAZIE VLADIMIR

1288488.jpgGRAZIE DI ESSERE IL SOLO A DIFENDERE I VALORI DELLA CIVILTA UMANISTICA CRISTIANA CONTRO LA BARBARIE MAOMETTANA

 

29/09/2015

Ancora un atto "eroico" dei prodi seguaci di Muhammad

1443519749-italiano.jpg"In un’operazione speciale dei soldati del Califfato in Bangladesh, una pattuglia di sicurezza ha preso di mira lo spregevole crociato Cesare Tavella dopo averlo seguito in una strada di Dacca, dove gli è stato sparato a morte con armi silenziate, sia lode a Dio.

Ai membri della coalizione crociata diciamo: Non sarete sicuri nelle terre dei musulmani. È solo la prima goccia di pioggia", conclude la rivendicazione.

Un cooperante italiano di 50 anni, Cesare Travella è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Dacca, capitale del Bangladesh. Lo rende noto la polizia locale. "Un 50enne, è stato raggiunto per tre volte da spari nella zona di Gulshan, nella capitale, oggi pomeriggio", ha affermato un portavoce della polizia di Dacca, Muntashirul Islam. "È morto dopo essere stato trasportato in ospedale", ha aggiunto. La dinamica dell’uccisione non è ancora chiara. Secondo il portavoce, i tre aggressori sono fuggiti a bordo di una motocicletta dopo aver aperto il fuoco. La polizia ha spiegato che Tavella lavorava per la Icco Cooperation, organizzazione che si occupa di cooperazione allo sviluppo ed ha uffici in Bangladesh.

ESTRATTO da www.giornale.it

Ripetete con me: "l'islam non ha nulla a che vedere con la violenza gratuita, ma é una religione di amore, di pace, di prosperità e di progresso"

I "buoni" islamici di Al Nusra, alleati di Obama, uccidono a sangue freddo 71 militari di Assad

Nel rispetto della convenzione di Ginevra (che non si applica in ambito islamico) l'esecuzione di massa non solleva alcuna protesta internazionale visto che i giustizieri sono i "buoni", addestrati dagli USA e dai Turchi del Sultano Erdogan

Si tratta di una pratica regolare secondo la norma islamica (take no prisoners), visto che i "buoni" uccidono sistematicamente tutti i prigionieri "cattivi"

In realtà conoscete la differenza fra Daesh ed Al Nustra (ed altri "ribelli moderati" sunniti)?

I primi uccidono i prigionieri decapitandoli davanti alle telecamere, i secondi li uccidono con un colpo di pistola alla testa (molto meglio)

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24/09/2015

Des nouvelles de la Patrie de l'islam, "allié" excellent de l'Occident (et de ses compagnies pétro gazières)

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Il avait 17 ans en février 2012 lorsqu'il a été arrêté. Ali Mohammed al-Nimr participait à des manifestations à Qatif, dans l'est du royaume, pendant le Printemps arabe. Accusé d'appartenir à une organisation criminelle et d'avoir attaqué la police, il doit être décapité ce jeudi, en place publique, où il sera exposé (crucifié) "jusqu'à pourrissement de ses chairs", rapporte Le Figaro. Le jeune homme est le neveu de Sheikh Nimr al-Nimr, un opposant chiite condamné à mort en octobre 2014, toujours dans les couloirs de la mort.

Le père du jeune chiite saoudien condamné à mort a appelé mercredi le roi Salmane à épargner la vie de son fils.

"J'espère que le roi ne va pas signer" l'ordre d'exécution, a déclaré à l'AFP Mohammed al-Nimr, le père d'Ali. Le père a mis en garde contre une réaction violente des membres de la minorité chiite, qui se concentre dans l'est de l'Arabie saoudite, en cas d'exécution de son fils. "Nous ne voulons pas de ça, nous ne voulons pas d'une seule goutte de sang versé", a-t-il souligné.

Les réactions ont été nombreuses, notamment chez les responsables politiques français. Certains ont exprimé ce mercredi leur "horreur" ou leur demande d'intervention française alors que l'Arabie saoudite menace d'exécuter un jeune chiite saoudien. L'ancien ministre des Affaires européennes Bruno Le Maire a demandé dans une question écrite à Laurent Fabius "de réexaminer nos relations avec l'Arabie saoudite, de clarifier les choix stratégiques faits par ses partenaires et de réévaluer les options stratégiques de la France dans la région."

Le député Les Républicains (LR) de l'Eure "demande également d'intervenir auprès des autorités saoudiennes pour obtenir la grâce de M. Ali Mohammed al-Nimr". Le député LR Olivier Dassault, président du groupe d'amitié France-Arabie saoudite, a, lui, demandé "solennellement" dans un communiqué la "clémence" à l'Arabie saoudite. Candidat à la primaire à droite pour la présidentielle 2017 lancée par Les Républicains, comme Bruno Le Maire, Alain Juppé a tweeté : "En 2015 on va décapiter et crucifier un homme de 21 ans parce qu'il est un opposant politique! Dénonçons la barbarie d'où qu'elle vienne."


SOURCE Read more at http://www.atlantico.fr/pepites/arabie-saoudite-ali-mohammed-al-nimr-manifestant-chiite-20-ans-va-etre-decapite-2348166.html#kTZ3j3UpDhXwDByH.99
 
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Lundi 21 septembre, la nomination de l’Arabie saoudite à la tête d’un groupe consultatif qui propose des experts pour le Conseil des droits de l’homme des Nations unies est rendue publique ; jeudi 24, elle devrait décapiter, puis crucifier Ali Mohammed Al-Nimr, un opposant chiite de 21 ans, dont le corps, monté sur une croix, sera exposé publiquement jusqu’au pourrissement de ses chairs.

La nomination du royaume wahhabite au sein de ce groupe n’a pas manqué de placer les Nations unies sous le feu des critiques tant l’Arabie saoudite ne brille pas – c’est peu dire – par son exemplarité en matière de droits de l’homme.

L’un des plus grands exécuteurs de la planète

Depuis le début de l’année, le royaume a déjà exécuté 134 condamnés, soit 44 de plus que l’an dernier. Entre janvier 1985 et juin 2015, au moins 2 208 personnes ont été victimes de la peine de mort, parmi lesquelles plus d’un millier d’étrangers, des mineurs et des handicapés mentaux.

134 personnes ont été exécutées depuis le début de l’année, soit 44 de plus que l’an dernier

En mars 2015, Amnesty International s’était inquiétée du nombre de décapitations pour des affaires de stupéfiants – la moitié des exécutions. Riyad affirme appliquer la peine capitale pour les crimes graves, sur la base de la charia, la loi islamique : meurtre, viol, trafic de drogue, vol à main armée, enlèvement, mais aussi apostasie (refus de la religion), adultère et « sorcellerie ».

Des blogueurs fouettés

Dix ans de prison, dix ans d’interdiction de sortie du territoire et mille coups de fouet pour « insulte à l’islam » : le blogueur Raïf Badaoui a payé cher ses appels à réformer le royaume. Farouche défenseur de la liberté d’expression, il avait demandé sur son site Internet la fin de l’influence religieuse dans les décisions du gouvernement.

Dix ans de prison, dix ans d’interdiction du territoire et 1 000 coups de fouet pour avoir appelé à réformer le royaume

Mais en Arabie saoudite, toute critique contre la famille royale, les institutions religieuses et l’islam est passible de poursuites. Sous couvert de lutte contre la cybercriminalité, de nombreux militants ont été condamnés et leurs comptes ont été fermés.

Des femmes mineures à vie

Pas à une contradiction près, le royaume a ratifié en septembre 2000 la Convention sur l’élimination de toutes les formes de discrimination à l’égard des femmes, sans être tenue de respecter toute disposition contraire à la loi islamique. On a peine, au final, à voir laquelle elle respecte, même si on peut constater une – très – lente évolution sur ce sujet.

Depuis 2015, les femmes ont le droit de voter, mais toujours pas de conduire

Si les femmes ont ainsi acquis en 2015 le droit de voter et d’être éligibles aux élections municipales, elles restent traitées en éternelles mineures : citons l’obligation du recours à l’autorisation d’un tuteur masculin pour voyager, se marier, accéder à des études supérieures, etc. Elles ne peuvent en outre toujours pas conduire une voiture.

Des migrants frappés et expulsés…

Passages à tabac, conditions de détention déplorables : la campagne d’expulsion de centaines de milliers de travailleurs migrants « sans papiers » menée depuis 2013 a entraîné un grand nombre d’abus, selon un rapport de l’ONG Human Rights Watch.

« Un grand nombre d’entre eux sont retournés dans leurs pays démunis, incapables d’acheter de la nourriture ou de payer pour le transport vers leurs régions d’origine, dans certains cas parce que des fonctionnaires saoudiens ont arbitrairement confisqué leurs biens personnels. »

« De nombreux migrants ont été renvoyés vers des lieux où leur sécurité est menacée », note l’ONG, à l’image des Somaliens renvoyés à Mogadiscio.

En moins d’un an, l’Arabie saoudite a expulsé 36 000 Somaliens, 163 000 Ethiopiens et 613 000 Yéménites, selon l’Organisation internationale des migrations.

Ceux qui sont en « règle » le sont en vertu de la Kafala, un système qui oblige les migrants à travailler sous l’égide d’un parrain, en général leur employeur. Ce système empêche les employés de changer librement de patron, même quand les conditions de travail sont devenues inacceptables pour eux, mais aussi de quitter le pays – leur passeport leur étant souvent « confisqué » à leur arrivée pour n’être rendu qu’au terme de leur période de travail. En 2014, 90 organisations non gouvernementales avaient appelé les pays du Golfe à réformer ce système.


SOURCE : En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2015/09/23/arabie-saoudite-defense-des-droits-de-l-homme-le-lundi-decapitation-le-jeudi_4768581_4355770.html#DgmuYLkIbTefe4Mc.99
 
 
 
A LIRE AUSSI CHRISTIAN BERNARD SUR lenouvelobs.fr  :
 

À propos de la condamnation à mort et d’une éventuelle crucifixion du jeune Ali Mohammed al-Nimr en Arabie Saoudite, deux éclairages sont possibles :

- l'histoire de la crucifixion en terre d’islam

- le contexte géopolitique actuel de l’Arabie

 

La crucifixion est associée au monde romain

Le supplice de la croix est associé dans l’esprit du grand public au monde romain, chacun a en tête la passion de Jésus mis en croix par décision du procurateur Ponce Pilate au motif de sédition contre l’autorité romaine.

 Les Romains ont très largement utilisé ce mode cruel de mise à mort essentiellement pour les esclaves et les hommes libres non citoyens romains, ce fut le cas, par milliers, lors de la révolte des esclaves menés par Spartacus en 73 avant J.-C., et, sur une grande échelle, lors de la prise de Jérusalem par les armées de Titus en 70 de notre ère. Cette mise à mort à la fois horrible et infamante est certainement un emprunt à la Perse antique.

Les Romains ne furent donc pas les seuls dans l’antiquité à pratiquer ce supplice, Alexandre le Grand lui-même y eut recours à l’encontre de nombreux jeunes Tyriens de Phénicie (actuel Liban) qui s’étaient révoltés contre son autorité.

 L’empire romain devenu chrétien à l’époque byzantine, la pratique cessa mais demeura en Perse sassanide et ainsi passa dans le monde arabe déjà avant l’apparition de l’islam, mais que celui-ci reprit à son compte.

 

Le Coran dit 3 choses essentielles sur cette pratique

 Que dit le Coran, la source première pour la religion musulmane, sur la crucifixion ? Trois choses essentielles :

 1. C’est Pharaon qui le premier pratique la crucifixion à l’égard de ceux qui n’obéissent pas, qui globalement sont considérés comme des adversaires. Par exemple, S VII 124 (Sourate VII, verset 124), Pharaon s’adresse à ses magiciens qui viennent de perdre face aux exploits de Moïse :

"Je vous ferai couper la main droite et le pied gauche, puis je vous ferai tous crucifier."

 2. La parole écrite dans le Coran, pour un musulman, c’est directement la parole de Dieu, or justement Dieu préconise la crucifixion à l’égard de ceux qui s’opposent à lui, comme ce passage célèbre SV, 33 :

"Telle sera la rétribution de ceux qui font la guerre contre Dieu et contre son Prophète, et de ceux qui exercent la violence sur la terre : ils seront tués ou crucifiés, ou bien leur main droite et leur pied gauche seront coupés, ou bien ils seront expulsés du pays."

Ce texte sert de référence essentielle à toute action de crucifixion actuelle, tant en Arabie que dans l’espace occupé par Daech.

 3. Le troisième registre concerne Jésus lui-même (Isa en arabe). Il est dit, à l’encontre des affirmations juives, qu’il n’est pas mort crucifié : S IV, 157 : 

"Mais ils ne l’ont pas tué, ils ne l’ont pas crucifié, cela leur est seulement apparu ainsi."

Cette négation, non seulement de la mort en croix, mais de la mort tout court de Jésus, permet à l’islam de réfuter la résurrection : pas de mort, pas de résurrection. Jésus reviendra à la fin des temps, il mourra et alors ressuscitera à la fin des temps comme une grands partie de l’humanité.

 

Tout est une question de lecture

 On le voit, la crucifixion a des fondements coraniques, mais cela n’implique pas que tout pays musulman l’applique. C’est une question de lecture, de compréhension du texte coranique.

On connait au moins une crucifixion célèbre dans le monde musulman, celle du mystique al-Hajj crucifié à Bagdad par la califat Abbaside en 309/922- 922 de notre ère, ce qui correspond à 309 de l’ère musulmane selon le calendrier hégirien. Al-Hajj avait été accusé d’hérésie – "Zandaqa", mot persan qui désigne à la fois la conspiration contre l’État et l’hérésie.

En Arabie, la loi, issue de la charia (Coran et Sunna), prescrit la crucifixion comme sanction possible pour des cas graves, de sorcellerie, d’hérésie, d’injure à l’égard du prophète.

 

Un crime politique et religieux

 Il semblerait que le jeune Ali  Mohammed al-Nimr soit accusé de révolte contre l’État saoudien mais aussi d’hérésie en tant que chiite, un peu comme  al-Hajj jadis. Se révolter contre l’État en Arabie est autant un crime politique que religieux.

En effet, le wahhabisme qui domine ici est issu d’un contrat passé au XVIIIe siècle entre un religieux, Ibn Wahhab, et la famille Saoud, pouvoirs religieux et politique promettent de s’épauler mutuellement, attaquer l’un c’est attaquer l’autre.

Critiquer l’État (ici pour sa répression contre la révolte chiite de Bahreïn) c’est attaquer la religion dans sa conception wahhabite, c’est l’hérésie ! L’Arabie Saoudite est le seul pays a avoir un nom de famille, celle des Saoud.

Mais ce n’est pas le seul pays à le faire. L'Iran procède à de très nombreuses condamnations à mort par décapitation, selon les prescriptions coraniques. On estime le chiffre à 134 pour l’année 2015 en cours, soit une moyenne d’une décapitation tous les deux jours ! Par contre, la crucifixion du cadavre, c'est-à-dire son exposition publique, est plus rare, il semble que la dernière remonte à 2013.

 

Une intention politique indéniable

 Le jeune Ali  Mohammed al-Nimr appartient à la minorité chiite qui vit dans l’est et le sud de l’Arabie, dans les provinces de Qatif et d’al-Hassa, ce qui représente à peut près 10 % de la population totale du pays estimée à 29 millions.

Dans un pays qui se veut champion du monde sunnite, avec la garde des lieux saints de la Mecque et Médine, cette minorité chiite, de plus située sur les puits de pétrole, pose problème dans un pays qui n’a pas le souci de l’ouverture à la différence.

Le jeune homme, de plus, est membre d’une famille très impliquée dans l’opposition au royaume, l’annonce de sa mise à mort telle qu’annoncée, est bien entendu à intention politique, quelques mots de la situation géopolitique régionale aide à en comprendre les enjeux.

Un axe majeur des conflits actuels au Proche-Orient est la rivalité de puissance régionale entre l’Iran, championne du chiisme, et l’Arabie, championne du sunnisme. Chiisme et sunnisme s’opposent depuis les débuts en s’accusant mutuellement de ne pas être le véritable islam, d’être hérétiques.

 

SOURCE: http://leplus.nouvelobs.com/contribution/1428113-ali-al-nimr-condamne-a-la-crucifixion-un-avertissement-lance-a-la-minorite-chiite-du-pays.html